Influenza 2023, sintomi, prevenzione e quando ci sarà il picco

Giorgia Bonamoneta

11/11/2023

È in arrivo l’influenza. Quali sono i sintomi e come prevenire il contagio? Attenzione al picco, ecco quando sarà secondo gli esperti.

Influenza 2023, sintomi, prevenzione e quando ci sarà il picco

L’influenza tarda a mostrarsi in questo caldo atipico autunno, ma non è assente. La stagione influenzale si avvicina lenta e con nuovi pericoli, come l’allerta tridemia nei bambini.

Il primo esempio di influenza molto diffusa nel nostro Paese, con l’arrivo del primo freddo, è stata l’influenza intestinale che ha fatto segnare un boom di casi. Se invece si guarda all’influenza come alla malattia respiratoria (naso-gola-polmoni), per quanto in ritardo rispetto alla media degli anni precedenti, non è detto che il picco non arrivi già nelle prossime settimane. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli studi di Milano, è probabile che il picco arrivi a cavallo tra le festività natalizie.

Cosa dobbiamo aspettarci? I sintomi sono ormai ben noti, ma è possibile prevenire il contagio e non ammalarsi.

Che cos’è l’influenza?

L’influenza di tipo respiratorio è causata da virus che intacca le vie aeree (naso, gola e polmoni). Si tratta di un virus endemico e che compare nella stagione fredda (tra autunno e inverno). In Italia il picco si verifica tra dicembre e fine febbraio, ma quest’anno le temperature più alte potrebbero rallentare la comparsa dell’influenza e ritardare il picco.

L’influenza è quindi un’infezione virale delle vie aeree, causata da diversi virus con grandi capacità di mutare, per questo ogni anno presentano caratteristiche leggermente diverse. I virus responsabili appartengono alla famiglia Ortomixoviridiae e causano rispettivamente l’influenza di tipo A (più comune), di tipo B e la poco diffusa di tipo C.

Quali sono i sintomi?

L’influenza si presenta più spesso con sintomi lievi, ma esistono anche sintomi gravi e tipici di alcune tipologie di virus o di categoria fragile colpita.

Tra i sintomi più comuni troviamo:

  • tosse
  • starnuti
  • mal di gola
  • lacrimazione
  • brividi
  • febbre
  • cefalea
  • dolori muscolari
  • spossatezza
  • malessere generale

Ogni anno però l’influenza si presenta con qualche piccola modifica nei sintomi, dovute proprio all’alta capacità di mutare dei virus che causano la malattia respiratoria. L’insieme dei sintomi, nelle forme sintomatiche più gravi, possono portare a:

  • febbre elevata (38°-40° per 2-3 giorni)
  • mal di testa
  • dolori ossei
  • tosse secca e dolori al petto

Sintomi meno comuni, ma che si possono presentare insieme agli altri e aggravare il quadro sono:

  • congiuntivite
  • fotofobia
  • nausea
  • vomito
  • diarrea

I sintomi hanno una persistenza variabile, tra 3-4 giorni a una settimana o poco più (entro le 2 settimane). Anche dopo la fine della fase acuta della malattia, alcuni sintomi potrebbero persistere, come la debolezza o il raffreddore.

Come prevenire il contagio?

La prevenzione è fatta di tante piccole azioni di protezione. A partire dal mantenere il proprio sistema immunitario in grado di rispondere agli attacchi, per esempio con un’alimentazione corretta ed equilibrata, fino al rispetto delle norme igieniche.

In particolare è evitare il contatto con persone influenzate a garantire l’assenza di contagio, ma quando non è possibile si possono attuare pratiche simili a quelle adottate per evitare il contagio del coronavirus:

  • aerare gli ambienti
  • non portare le mani a contatto con occhi, naso e bocca
  • evitare luoghi pubblici affollati, se non in possesso di una mascherina

Fondamentale, oltre ai consigli quotidiani, è la vaccinazione. Il modo più efficace per diversi dall’influenza è infatti il vaccino (vaccino trivalente) che potrebbe dai principali virus influenzali.

Quando ci sarà il picco di malati?

Anche se in ritardo, è matematico che l’influenza arriverà. Lo conferma Francesco Vairo, responsabile del Servizio regionale per l’Epidemiologia, sorveglianza e controllo delle malattie infettive dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, secondo cui “rispetto allo scorso anno, dove in questo periodo vi era già un’attività importante del virus influenzale, quest’anno, probabilmente complici le temperature, osserviamo invece un’attività ancora abbastanza ridotta”.

Per il picco non si dovrà aspettare molto, secondo Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli studi di Milano, infatti è probabile che arrivi tra le festività natalizie grazie a viaggi, baci e abbracci.

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