Mercati sotto pressione all’inizio di una settimana cruciale: Fed, Bce, BoE si incontrano per decidere nuovi rialzi dei tassi. Ci sarà un freno? Intanto, la Cina riapre ma il Covid spaventa.
I mercati asiatici crollano e i futures Usa sono fiacchi, con il dollaro che riprende forza a dimostrazione che il clima è tornato teso tra gli investitori.
La settimana appena iniziata è davvero densa di eventi: dalla nuova lettura dell’inflazione statunitense fino alle decisioni di Fed, Bce e Bank of England, quale strada verrà tracciata per l’economia globale nel tumultuoso finale del 2022?
Non solo le preoccupazioni di venti di recessione incupiscono le Borse. La paura Covid, con tutte le sue conseguenze legate al blocco delle attività produttive ed economiche, continua a far tremare la Cina e tutta l’Asia, che affonda in rosso.
Mercati: Hong Kong trascina l’Asia in rosso. Covid in Cina in focus
Le azioni asiatiche sono crollate e il dollaro si è rafforzato all’inizio di una settimana frenetica, mentre i mercati attendono una raffica di decisioni sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense, della Banca centrale europea e di altri importanti istituti.
In Asia, il clima è di forte tensione. Il Nikkei ha chiuso con un calo dello 0,21%. In Cina, Shenzhen e Shanghai viaggiano in territorio negativo, con perdite rispettivamente di 0,89% e di 0,87%. La rapida diffusione dei casi di Covid nel dragone ha aumentato le preoccupazioni, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in calo di oltre il 2%.
La variante Omicron sta imperversando in diverse grandi città cinesi, inclusa la capitale Pechino, dopo che il governo ha allentato le sue politiche anti-Covid a causa del crescente malcontento sociale per il costo umano ed economico dei blocchi e dei test di massa. Gli esperti hanno avvertito la capitale di accelerare il processo di approvazione dei vaccini aggiornati per combattere le nuove varianti del coronavirus mentre la malattia si diffonde.
Usa protagonisti: i mercati aspettano segnali
Con futures Usa incerti, tutti gli occhi degli investitori sono già puntati sui dati relativi all’inflazione al consumo negli Stati Uniti che verranno rilasciati martedì, in vista della riunione della Fed. Si prevede che i prezzi, sebbene troppo alti, abbiano continuato a decelerare.
Gli economisti prevedono che l’inflazione core annuale scenderà al 6,1% a novembre, rispetto all’aumento del 6,3% registrato nel mese precedente.
Il rischio potrebbe essere, però, di una lettura al rialzo, dopo che i dati di venerdì hanno mostrato che i prezzi alla produzione sono aumentati più rapidamente del previsto, alimentando le preoccupazioni che il rapporto CPI potrebbe indicare che l’inflazione è vischiosa e che i tassi di interesse potrebbero dover rimanere più alti più a lungo.
Si prevede che la Federal Reserve aumenterà i tassi di 50 punti base mercoledì nell’ultima riunione del 2022, sebbene l’attenzione sarà rivolta anche alle proiezioni economiche aggiornate della banca centrale e alla conferenza stampa del presidente Jerome Powell.
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