Quali saranno le sfide e opportunità del settore fieristico tra innovazione e sostenibilità? Ne parliamo con Marco Carniello, Chief Business Officer di Italian Exhibition Group (IEG).
Il comparto fieristico non smette mai di correre e di tenersi al passo con i tempi; complice in questa sfida un mercato globale in rapida evoluzione. Ne sa qualcosa Italian Exhibition Group (IEG) che quotidianamente lavora a nuove strategie per mantenere la leadership nei settori chiave, senza perdere di vista la crescita del Gruppo e gli investimenti in infrastrutture e tecnologia.
Ne abbiamo parlato in questa intervista con Marco Carniello, Chief Business Officer IEG dove discutiamo anche della visione per il futuro dello scenario fieristico globale, con un focus non solo sull’innovazione, ma anche sull’integrazione di nuovi formati e sull’importanza della sostenibilità.
D: In che modo IEG nelle sue maggiori fiere in portafoglio affronta la sfida di competere sui mercati globali?
R: Direi che il nostro orizzonte, ma ancor più la nostra sfida quotidiana, è quella di mantenere e consolidare l’autorevolezza che il mercato ci riconosce nei settori in cui abbiamo indiscusse leadership. IEG ha costruito il suo successo sulle competenze interne e su quelle dei partners, dando forma a network ampi e autorevoli.
Il Gruppo IEG presidia l’intera catena del valore delle manifestazioni organizzate in distretti fieristici quali:
- Food & Beverage.
- Jewellery & Fashion.
- Tourism & Hospitality.
- Green & Technology.
- Wellness & Outdoor.
- Leisure &Entertainment.
- Industry.
A questa peculiarità si associa la garanzia di qualità del business matching internazionale, perché le aziende espositrici e i visitatori ci richiamano costantemente e questa componente ineludibile. Abbiamo completato una rete estera con hub in sette Paesi strategici, da cui tornano conoscenza dei mercati e valorizzazione dell’immagine del Gruppo.
Per essere efficaci, è necessario maturare una conoscenza capillare dei target utili alle imprese, così come degli ospiti provenienti da tutto il mondo. Il padiglione è il contenitore di questa opportunità, è utile a favorirla e i servizi puntuali la agevolano, ma per accendere la lampadina del matching richiede competenza e conoscenza specifiche, frutto dell’esperienza che nel nostro caso ha una storia di crescita e di successi organizzativi davvero importante.
I dati sono elementi fondamentali. Non è una novità che ci sia impegno diffuso nella raccolta di informazioni. Il vantaggio competitivo è nella capacità di saperli leggere e tradurre in azioni tempestive e coerenti con le strategie generali. Su questo stiamo profondendo importanti risorse umane ed economiche
D: Quali settori specifici stanno guidando la crescita di IEG sui mercati internazionali?
R: Lo sviluppo di IEG è leggibile nei numeri, nella capacità di onorare previsioni sfidanti e riguarda certamente i settori trainanti del nostro business. Credo la sintesi più efficace sia il valore delle azioni di IEG, cresciuto del 111% nel 2024.
L’anno solare attende la ratifica del bilancio, ma i numeri dell’ultima trimestrale 2023, coi ricavi in progresso del 19,8% e l’adjusted Ebitda a 42,8 milioni con un incremento del 32,5%, sommata alle ottime performance delle manifestazioni dell’ultimo semestre definiranno l’ulteriore potente crescita di IEG.
Stiamo viaggiando più velocemente di quanto previsto dal piano industriale che al 2028 ha fissato il traguardo a 323 milioni di fatturato e il 28% di Ebtda, con investimenti per 172 milioni.
Ciò è avvenuto convivendo con lo sviluppo delle infrastrutture, che sta interessando Vicenza con la costruzione di un nuovo grande padiglione, così come a Rimini, coi padiglioni temporanei allestiti in tempi record e necessari a ospitare la crescita delle manifestazioni, in attesa del semaforo verde per i lavori che tra pochi anni interesseranno un’ampia area utile a ospitare nuovi spazi espositivi.
L’impegno è avvalorato dal triennio post pandemia, che ci ha ribadito la centralità delle fiere per sviluppare business diffuso. La ricetta, se possiamo definirla tale, è garantire business opportunities, networking, formazione e informazione insieme. Investendo e migliorando questi quattro capisaldi del nostro agire, si consolidano tutti i settori di cui ci occupiamo.
D: Qual è la sua visione per il futuro dello scenario fieristico globale?
R: Immagino saranno premiati i players che sapranno distinguersi nella capacità di essere più grandi, più professionali, più internazionali. Una road map che si fonda su infrastrutture tecnologiche utili a tradurre a fare innovazione. A IEG ci sentiamo protagonisti in questo cammino di crescita che le fiere stanno generando nel mondo.
Facile immaginare che le aggregazioni saranno un tema, noi stessi siamo pionieri di questo. Quindi è possibile che scenda il numero dei player di alto livello internazionale. Immagino invece un incremento degli eventi fieristici, che probabilmente assumeranno format diversi, integrando l’area espositiva con la trasmissione del sapere, secondo modalità congressuali o ibride. Ricordo che proprio su meeting e congressi, IEG Group ha competenze, strutture e numeri di valore internazionale.
D: Ci sono progetti innovativi che stanno trasformando il modo in cui IEG interagisce con espositori e visitatori?
R: Abbiamo creato una nuova struttura trasversale dedicata a innovazione e ricerca. La compongono managers interni di IEG che hanno l’obiettivo di creare un vero e proprio ecosistema digitale.
Si chiama “All in One” e permetterà alle communities di espositori e visitatori di interagire efficacemente con informazioni e contenuti presenti sulle varie piattaforme: web, social, applications. Ciò renderà ancor più efficace la nostra lettura, monitorando le tappe del tragitto compiuto dai nostri ospiti, siano navigatori, visitatori o espositori.
Un’altra azione è quella di implementare l’AI all’informatizzazione e automazione di alcuni processi nelle attività di marketing e commerciale. Inoltre, per le community di IEG la fruizione dei contenuti è un volano potente e anche su quest’area stiamo iniziando ad applicare l’AI.
D: Quanto è importante la sostenibilità nella strategia di sviluppo tecnologico e organizzativo di IEG?
R: Lo è tanto da impegnarci nella redazione di un bilancio non finanziario, ma concentrato sui valori delle politiche ESG.
Il modello di business del Gruppo come Community Catalyst è legato a doppio filo con la sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Una connessione riconoscibile fin dalla strategia della comunicazione corporate di IEG e soprattutto dal Piano Strategico 2023-2028, per ciascuna tematica di sostenibilità.
Sul fronte Environment abbiamo l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale di fiere e congressi e dei loro allestimenti, agevolando l’accesso tramite forme di mobilità sostenibile e tutelando gli asset dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Su quello Social, creare valore per le Persone e per le Comunità in cui IEG opera, facendo leva sulle competenze uniche che caratterizzano il settore fieristico congressuale.
Per la Governance, garantire una gestione del business etica e improntata alla sostenibilità, grazie al coinvolgimento degli attori chiave.
Gli impegni e i valori di IEG sono stati tradotti nel Piano Strategico del Gruppo integrando la propria ESG Strategy attraverso 15 obiettivi concreti e misurabili, con cui guardare lontano e orientare l’impegno di IEG per l’ambiente, per le persone e per le comunità in cui opera.
L’attività è monitorata e misurata da un Comitato di Sostenibilità istituito nel Board di IEG, composto da quattro membri indipendenti del Consiglio di Amministrazione di IEG; si aggiunge il Comitato ESG, un comitato interno con un ruolo operativo composto da dieci risorse con competenze connesse agli obiettivi e rappresentativo di ciascuna funzione aziendale che compone il Gruppo IEG.
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