Economia Calda - L’insostenibile leggerezza del greenwashing

Dario Colombo

20/06/2022

Analizziamo cause, effetti e sentiment del temporaneo raffreddamento degli asset Esg, partendo dalla radice, che ha un connotato forte: il marketing.

I paladini della sostenibilità conveniente economicamente stanno forse preparandosi a scendere dal carro?
I dati parlano infatti di un calo degli investimenti in fondi ESG da inizio anno, dopo i picchi dell’autunno del 2021.

A marzo sfioravano i 2.800 miliardi di dollari (dati Morningstar), stante un calo da inizio anno superiore del 10%, la gran parte (circa 2.300 miliardi), collocati in Europa.

Proprio sul finire del 2021 il WSJ si era chiesto se gli investimenti ESG avessero un futuro.

Alcuni degli esperti sentiti al riguardo, come Alicia H. Munnell, direttrice del Center for Retirement Research presso il Boston College, ma anche ex assistente del segretario per la politica economica del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti (democratica) sostenevano senza mezzi termini che i fondi ESG sono uno stratagemma di marketing delle società di servizi finanziari per riconfezionare i loro investimenti gestiti.

Munnell di marketing se ne intende: è Direttrice della Peter F. Drucker Professor of Management Sciences presso la Carroll School of Management del Boston College.

Peter Drucker, lo ricordiamo, è stato il teorico dell’economia della conoscenza e dell’importanza del marketing. A inizio anni 60 coniò il concetto di lavoratore della conoscenza e considerò la sua produttività come la vera frontiera del management.

Opinione contraria è quella di Todd Cort, docente di sostenibilità di Yale, che dice qualcosa di keynesiano, riguardo la visione di insieme: tra cinque anni il 100% degli investimenti terrà conto dei rischi e delle opportunità ESG.

Un’economia di nuovi dati

Cort si aspetta che l’ESG, come pratica di investimento, si orienterà attorno a due temi fondamentali. In primo luogo, ci sarà un consolidamento attorno a un insieme di metriche finanziariamente rilevanti che sono basate sul consenso invece che sul peso dei dati esistenti.

In secondo luogo emergerà un mondo di dati ESG non standardizzati che non sono ancora valutati dai mercati. Dati, per esempio, come quelli geospaziali che monitorano il rischio climatico, o dati dei social media che proiettano culture di innovazione e forte capitale umano all’interno delle aziende. I dati ESG non strutturati saranno incredibilmente preziosi.

Anche gli investimenti etici, quindi, si confrontano con il mercato. Sempre secondo Morningstar nel primo trimestre i flussi netti globali verso le strategie ESG sono stati di 96 miliardi di dollari, in calo di oltre il 35% rispetto a fine 2021.

È la contrazione più netta degli ultimi tre anni, superiore a quella di inizio Covid, anche se l’andamento della raccolta Esg pare comunque migliore rispetto all’industria mondiale del risparmio.

In questa puntata di Economia Calda ne analizziamo le cause andando, keynesianamente, alla radice del fenomeno.

E per approfondire il tema, ecco la cinquina di libri selezionata con logica multidisciplinare, il nostro “piccolo Strega”.

La cinquina di Money.it per approfondire

Enrico Giovannini - L’utopia sostenibile - Laterza

Milan Kundera - L’insostenibile leggerezza dell’essere - Adelphi

Mario Tozzi - Tecnobarocco - Einaudi

Peter Drucker - Gestire se stessi - Roi edizioni

Finanza e sviluppo sostenibile - Dal Maso - Bartolomeo - Il Sole 24 Ore

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