L’intelligenza artificiale cambierà la nostra vita? Funzionalità e prospettive di ChatGPT3

Marta De Vivo

2 Febbraio 2023 - 15:00

Le prospettive future dell’AI nel mondo del lavoro e nella quotidianità. Come funzionano e come interagiscono con gli esseri umani le intelligenze artificiali? Intervista a Matteo Flora.

L’intelligenza artificiale cambierà la nostra vita? Funzionalità e prospettive di ChatGPT3

In questa intervista, Matteo Flora, imprenditore ed esperto di informatica, ci aiuta ad analizzare il fenomeno del momento: l’intelligenza artificiale ChatGPT 3. Un ciclone che nell’ultimo periodo sta coinvolgendo proprio tutti. L’AI è destinata a cambiare la nostra vita? Quali sono le sue funzionalità? Sostituirà le persone? Grazie all’aiuto di Matteo Flora, ci addentriamo nel mondo delle “intelligenze artificiali” e del loro funzionamento.

In breve, come spiegheresti che cos’è ChatGPT3?

«Si chiama GPT, in questo caso GPT3, perché è la terza versione. Si tratta di un trasformatore generico preaddestrato. Non è preparato solo su un specifico dominio, può essere applicato a diverse parti, è un trasformatore, una delle ultime innovazioni nel campo delle reti neuronali che serve per generare principalmente testi, cioè per generare sequenze lunghe più o meno a piacere di testo o sequenze di azioni. È stato addestrato su una serie di cose, principalmente su contenuti che provengono dal web, buona parte da Wikipedia e su una serie di libri e testi. Quindi, in realtà, riprende una parte dei contenuti che noi troviamo già sul web. Questo è anche il motivo per cui ogni tanto in italiano, ad esempio, fa errori di grammatica: perché alla base del suo addestramento c’è anche cosa scrivono le persone e, come sappiamo, non è che tutti abbiano una grammatica perfetta. Di base GPT nasce per costruire testi, non per fare logica o per risolvere problemi di matematica: ogni volta che noi gli facciamo una domanda di logica, lo stiamo usando in modo sbagliato. È un generatore di testi, li gestisce e li genera. Il 90% di ciò che genera è dato da cose che trova in rete, e non dà mai un 5% “del suo tocco”, che è la parte insostituibile dell’essere umano, “il genio”. Ecco, ChatGPT fa il 90% ma non fa il 5%.»

Quindi non pensi che sostituirà il "lavoro umano”?

«No, GPT3 non ti sostituirà, verrai sostituita da qualcuno che lo usa. Un po’ come succedeva all’inizio nella stampa quando si diceva che i computer avrebbero sostituito gli illustratori. Sì è successo, o meglio, non c’è quasi più nessuno che fa le cose a mano. Ma non è che è arrivato un computer che svolge tutto il lavoro, è arrivato qualcun altro che usa uno strumento di questo tipo.»

Quali sono le funzionalità più utili di ChatGPT che potranno aiutare le persone nella vita di tutti i giorni?

«La funzionalità di base più utile è che fa l’80% del lavoro fatto bene. Per un professionista è solo un ritagliare un po’ di tempo in più, ma per il rimanente delle persone che non hanno competenze o budget, rappresenta la differenza tra l’avere una consulenza di un certo livello e il non averla. Il nodo principale è che, per via di quello che sarà possibile ottenere gratuitamente e velocemente da un’intelligenza artificiale, gli standard per noi esseri umani si alzeranno di molto. Perché consultare una persona se un’intelligenza artificiale mi fa gratis e velocemente il 70% di un lavoro? Beh, perché io mi aspetto che l’umano faccia molto di più di un intelligenza artificiale.»

Paradossalmente alzerà l’asticella anziché abbassarla?

«Il lavoro di generazione creativa di fascia bassa, potrà essere sostituito, ma non nel senso che l’intelligenza artificiale porterà via il lavoro, semplicemente le persone dovranno alzare il loro livello di competenze per ottenere qualcosa che sia di un livello più elevato rispetto all’AI.»

GPT sta sperimentando degli abbonamenti, quindi diventerebbe una cosa che non è più a disposizione di tutti. Sarà una cosa riservata solo a un’élite o diventerà come Google? Ovvero che tutti lo usano.

«Per fare un esempio, il servizio prestato da Google è gratuito per gli utenti finali, ma la tecnologia per implementare Google rimane di Google. La stessa cosa succederà qui. La tecnologia avrà un costo molto elevato, le macchine che servono per creare in casa quella quella infrastruttura costano. Quindi, questa parte di sicuro per le aziende sarà costosa, i prezzi saliranno per le cose più specialistiche. Per il resto, mi aspetto che non sarà gratuito a vita, ma che ci sarà un abbonamento, più basso però di quello che dicono adesso di 50$. Poi molti prodotti lo avranno già al loro interno, non mi stupirebbe vedere Microsoft inserire nella lista dei prodotti a pagamento anche una parte di creazione di testi. Se ci pensi è già una cosa che succede con Canva. In poche parole ci saranno costi differenziati a seconda di cosa vuoi.»

Di intelligenze artificiali ce ne sono tante. Come mai ChatGPT ha sfondato a livello globale?

«GPT funziona molto meglio di quanto gli stessi creatori si aspettassero. Per Google, ad esempio, l’intelligenza artificiale è più relativa alla “costruzione di senso”. GPT fa solo generazione testi, e questo è utile. Abbiamo scoperto che ha dei “casi d’uso” facili da implementare: gli chiedi una cosa e ti risponde. E lo fa molto bene. La stiamo usando tantissime cose per le quali non era neanche stata pensata, come fare diagnosi o elaborare strategie. È facile da usare, quindi funziona.»

Secondo te ci potranno essere delle implicazioni etiche per via dell’uso così generalizzato di questo software?

«Non sono d’accordo con il modello che usano tanti filosofi, che dicono di valutare l’implicazione etica a prescindere dalla tecnologia usata. L’implicazione etica ce l’hai tu mentre gli fai fare qualcosa. Se io inizio a usare GPT per calcolare se assumere una persona o meno, lì sto rischiando. Se l’intelligenza artificiale pensa che un uomo sia più degno di fiducia di una donna, finché lo scrive generando testi mi importa relativamente poco, perché non può avere un impatto reale - ma questo può diventare un problema, se invece fa un’analisi dei candidati. Se io faccio registrare a GPT una prima scrematura dei candidati per una posizione, e poi scopro che discrimina persone di colore, lì sì che c’è un problema. Stessa cosa se mi faccio generare una pubblicità e poi non la controllo: cosa succede se quella pubblicità è razzista o omofoba? Ma tutto sta sempre alla base di come io lo utilizzo. Quale tipo di sorveglianza sto dando a quello che genera?»

In che misura questa intelligenza cambierà la nostra quotidianità?

«Mi aspetto che le intelligenze artificiali generative diventino lo strumento principale con cui viene creata tutta una serie di contenuti, principalmente di marketing di comunicazione. Mi aspetto che soppiantino quasi totalmente la creatività spicciola per marketing, per contatti con i clienti, per il customer care. Perché? Non per il motivo che forse ti aspetti, non perché diventano più bravi o meno bravi della controparte umana, ma perché scalano. Io posso dare messaggi personalizzati ogni ora a milioni o miliardi di persone, cosa che un essere umano non riuscirebbe a fare. Tutta quella parte bassa di manovalanza della società, è destinata a essere sostituita da processi semiautomatici. Poi non ti so dire in questo momento se sarà pieno di grafici che useranno GPT. Alcuni nostri clienti lo usano di già per scrivere comunicati stampa come se fossero giornalisti, per farti un esempio. Diventerà sempre di più un “assistant reality”.»

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