Il tirocinante può interrompere il tirocinio in qualsiasi momento. Per l’azienda invece il processo è più complicato.
Le leggi per garantire un corretto trattamento dei tirocinanti durante il periodo in azienda esistono e, a partire dagli ultimi anni, non è possibile prendere stagisti senza che questi ricevano un compenso. Allo stesso modo sono anche chiari i doveri degli studenti nel momento in cui entrano in azienda. Tuttavia questo non significa che non possano esserci problemi da entrambe le parti.
L’interruzione del tirocinio, da parte del tirocinante o da parte dell’azienda, si dovrebbe considerare come l’ultima soluzione da poter prendere in considerazione in caso di necessità. Le modalità per farlo, nel caso del tirocinante, sono molto rapide e immediate, mentre le aziende devono seguire un procedimento più complesso. Di seguito le spiegazioni necessarie per farlo, le possibili ragioni e le conseguenze.
Cos’è il tirocinio, in breve
Non sempre nel momento in cui si concludono gli studi è possibile trovare subito lavoro. Spesso enti differenti, a partire dalle università o le scuole professionali, prevedono come parte del percorso di studi un periodo in azienda per i propri iscritti. Il tirocinio è questo periodo, in cui si può fare esperienza nel mondo del lavoro senza essere dei veri e propri dipendenti.
Cosa significa? In breve significa che il tirocinante non è da considerarsi un dipendente, ma una persona in formazione, che si trova lì per imparare. Deve essere seguito da un tutor, e ha diritti e doveri differenti. Le aziende non possono considerarlo al pari di un dipendente e devono occuparsi di insegnare al tirocinante, rispettando uno specifico programma concordato in precedenza.
Per esempio, non devono fare conto sulla sua presenza per il corretto svolgimento delle normali attività lavorative, proprio perché sta affrontando un periodo di formazione.
Allo stesso modo, il pagamento ricevuto dal tirocinante è inferiore a quello di qualcuno assunto, non può avere giorni di ferie, e deve lavorare un minimo di ore settimanali (20, per il part-time, 40 per il full-time).
Le motivazioni del tirocinante
Per quanto i diritti e i dovere di aziende e tirocinanti siano chiari, possono anche esserci situazioni in cui il rapporto di tirocinio non si svolge come previsto. Le motivazioni che possono portare un tirocinante a lasciare l’azienda in cui si trova sono tra le più svariate, tra cui:
- mancanza di un buon rapporto con i propri colleghi e tutor;
- trovarsi a dover svolgere mansioni non previste;
- avere maggiori responsabilità senza un contratto.
Non è necessario però che le motivazioni siano negative: il tirocinante può anche scegliere di abbandonare il tirocinio in qualsiasi momento, magari perché ha trovato una posizione lavorativa o, semplicemente, ha scelto di lasciare l’azienda.
Tirocinante: come e quando può interrompere il rapporto di lavoro
Un tirocinante può scegliere in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione di lasciare la sua posizione nell’azienda. Tecnicamente infatti non è considerato un dipendente, quindi non è assunto, e non è tenuto ad attendere un periodo minimo di presenza o avvisare dell’intenzione di interrompere la collaborazione con un preavviso.
Le modalità richiedono, chiaramente, che si informi l’azienda in cui ci si trova in modalità scritta, attraverso una lettera, in cui vengono spiegate anche vagamente le motivazioni, senza entrare nel dettaglio. Per esempio, si potrà semplicemente dire che ci si è resi conto che quel lavoro e quell’ambiente non fa al caso proprio, senza bisogno di specificare oltre.
L’azienda non ha in alcun modo la facoltà di impedire al tirocinante di andarsene, e può solo accettare la decisione.
La lettera (o l’email) deve venire consegnati a tutti i soggetti coinvolti, quindi il tutor, l’azienda, e l’ente promotore.
Azienda: come e quando può interrompere un tirocinio
Se il tirocinante ha la possibilità di interrompere la collaborazione in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione, lo stesso non vale per l’azienda. Siccome il tirocinante non è assunto, non può venire licenziato, ma si tratta di una interruzione anticipata e può sempre avvenire senza preavviso e in qualsiasi momento, a patto che si verifichino specifiche situazioni.
Le motivazioni richieste sono:
- situazioni che portano all’impossibilità di proseguire o svolgere il progetto formativo;
- il comportamento del tirocinante è risultato estremamente negligente, al punto da impedire lo svolgimento corretto del tirocinio;
- un comportamento da parte del tirocinante che, seppur non particolarmente grave, porta comunque all’impossibilità di proseguire il progetto formativo, come una totale e ripetuta mancanza di interesse in relazione alle mansioni e ai compiti da imparare e svolgere.
Può inoltre accadere che le parti coinvolte scelgano di interrompere il tirocinio, di comune accordo, come magari nel caso di un’assunzione. Anche in questo caso non è previsto un periodo di preavviso.
Conseguenze
Nel momento in cui il tirocinio viene interrotto, non ci sono conseguenze di alcun genere. Si potrà comunque prendere altri tirocinanti, per le aziende, o cercare altri periodi di formazione, se reso possibile dal proprio ente. Nel caso in cui l’interruzione fosse avvenuta prima della ricezione degli ultimi pagamenti, questi verranno versati, tenendo conto degli effettivi giorni di lavoro.
In generale comunque la scelta di abbandonare il tirocinio si dovrebbe considerare come un’ultima opzione, cercando prima di risolvere i problemi sul luogo di svolgimento, coinvolgendo anche l’ente promotore nel caso in cui risultasse necessario.
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