Messina parla dopo le ipotesi circolate sul possibile ripresentarsi di un dossier tra Intesa SanPaolo e Generali, mentre la banca supera capitalizzazione 80 MLD.
Intesa SanPaolo raggiunge un’altra pietra miliare, arrivando a valere in Borsa più di 80 miliardi di euro. A rivelarlo il CEO Carlo Messina, intervenuto a Torino in occasioen della presentazione del piano strategico 2025-2028 della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Messina ha commentato anche le varie partite di risiko bancario che sono state aperte a Piazza Affari, ricordando al contempo i ghiotti dividendi che la banca da lui guidata assicura ai suoi azionisti. Una osservazione è stata fatta anche sui risparmi degli italiani, in mano sia a Intesa SanPaolo che ad Assicurazioni Generali Assicurazioni.
“Intesa SanPaolo ha superato 80 miliardi di valore di Borsa”, l’annuncio di Messina
Intesa Sanpaolo “ha superato gli 80 miliardi di valore di borsa, questo mi rende particolarmente orgoglioso. Un record che è un successo enorme, raggiunto grazie a 100mila persone che lavorano in banca e ad azionisti stabili che garantiscono serenità al management della banca, con piena condivisione di valori e obiettivi comuni”, ha annunciato il CEO della banca italiana, Carlo Messina, riferendosi alla capitalizzazione di mercato del gruppo.
Riguardo ai ricchi dividendi che Intesa SanPaolo garantisce ai suoi azionisti, Messina ha sottolineato che “la banca è in grado di garantire dividendi estremamente elevati ed è quello che faremo nei prossimi anni perché abbiamo creato un modello di business sostenibile che ci permette di garantire certezza alle risorse che i nostri azionisti possono spendere, e in questo caso all’azionista Compagnia di San Paolo, in molti progetti”.
Il CEO di Intesa SanPaolo, prima banca italiana, ha ribadito di non avere alcun interesse a perseguire operazioni di M&A, mergers and acquisitions, in Italia (e non potrebbe, per motivi di Antitrust), definendo quanto sta accadendo a Piazza Affari come caotico e confusionario:
“In un momento di mercato in cui si stanno susseguendo offerte con una dinamica caotica e confusionaria, noi ribadiamo che da tutto questo saremo fuori: non siamo interessati a tutto quello che sta accadendo”, ha fatto notare il banchiere, facendo un paragone anche tra i miliardi di risparmi gestiti dalla banca da lui capitanata a quelli in mano a Generali, che tanto si stanno confermando motivo di ansia per il governo Meloni, dopo che il gruppo guidato dal CEO Philippe Donnet ha siglato un accordo con i francesi di Natixis.
Intesa SanPaolo, la frase di Messina sui risparmi degli italiani gestiti da Generali
“ Intesa Sanpaolo gestisce 1.400 miliardi della famiglie italiane, Generali 200 miliardi di euro. Le banche coinvolte hanno come risparmio 60-70 miliardi di euro: sono operazioni di mercato che non cambieranno nulla rispetto al posizionamento di Intesa Sanpaolo”.
Ieri, nuovi rumor sul campione delle assicurazioni italiane, ovvero su Generali, sono stati diffusi da un articolo de Il Fatto Quotidiano, che ha rilanciato l’ipotesi del Leone di Trieste nelle mani di Intesa SanPaolo.
“E se fosse Banca Intesa alla fine a risolvere la guerra su Generali?”, il titolo dell’articolo, che ha sottolineato che “l’istituto smentisce, ma il mercato si aspetta un intervento nella guerra per prendersi il risparmio gestito italiano ”. L’articolo ha fatto notare che ormai Carlo Messina “è quotidianamente costretto a spiegare che Intesa Sanpaolo non è interessata alle Generali, il gioiello assicurativo che nel 2017 provò a conquistare”.
Proprio attorno a Generali stanno ruotando diversi dossier di risiko bancario tuttora aperti a Piazza Affari; sempre Generali ha fatto drizzare le antenne del governo Meloni e di tutta la politica italiana, nel momento in cui l’Italia è venuta a conoscenza delle trattative intavolate con la banca francese BPCE volte alla creazione di una joint venture attiva nel risparmio gestito.
Il Leone di Trieste è diventato di conseguenza nuovo dossier di Borsa che scotta sulla scrivania della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il dossier si è fatto più difficile da gestire nel momento in cui l’accordo con i francesi di Natixis, che fanno capo alla francese BPCE, si è concretizzato, pur non in misura vincolante.
Quell’ipotesi di un accordo che è diventata di colpo realtà ha scatenato forti reazioni nel mondo della politica, al punto che è stato lo stesso CEO Philippe Donnet a smentire il presunto rischio agitato da alcuni politici italiani di vedere scaricati dal Leone i BTP che ha in pancia, e/o vedere i risparmi degli italiani essere di colpo convogliati in asset stranieri.
Donnet ha definito la sola ipotesi “uno scherzo”. Non sapeva che sarebbe stato costretto a spiegare di nuovo la ratio dell’accordo siglato con Natixis, nei giorni successivi, così come non sapeva che Generali sarebbe diventata l’altro oggetto della tripla scommessa lanciata da UniCredit, la banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel, che ha fatto proprio nelle ultime ore, tra l’altro, una nuova mossa, dopo quella che ha preso in contropiede la finanza italiana.
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