ISA 2021, il decreto MEF del 2 febbraio 2021 stabilisce nuove cause d’esclusione dagli Indici sintetici di affidabilità fiscale relativi all’anno di imposta 2020. I criteri tengono in considerazione le difficoltà economiche causate dalla pandemia. Nell’allegato 1 del decreto si trova l’elenco dei codici ATECO delle partite IVA escluse: tutte le novità.
ISA 2021, novità sui soggetti esclusi: tutte le novità si trovano nel decreto MEF del 2 febbraio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 febbraio.
Le nuove cause d’esclusione dall’applicazione degli ISA 2021, e quindi relativi all’anno di imposta 2020, tengono conto dei danni economici subiti dalle attività a causa della pandemia, o meglio come conseguenza delle misure restrittive.
È stato il decreto Rilancio, precisamente l’articolo 148, a stabilire che i criteri di esclusione dell’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale per gli anni 2020 e 2021 avrebbero dovuto tenere conto degli effetti della crisi economica.
Sono tre le nuove cause d’esclusione individuate dal MEF nel decreto del 2 febbraio 2021, e sono collegate all’impianto utilizzato dal Ministero dell’Economia per l’erogazione dei contributi a fondo perduto del decreto Rilancio. L’allegato 1 del decreto contiene l’elenco dei codici ATECO esclusi dall’applicazione degli ISA 2021.
ISA 2021, nuovi soggetti esclusi nel decreto MEF: novità e codici ATECO
Le nuove tre cause d’esclusione dall’applicazione degli ISA 2021 -relativi quindi all’anno di imposta 2020- sono state individuate dal decreto MEF del 2 febbraio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 febbraio.
Il decreto prevede che gli ISA in vigore nel 2020 non si applicano nei confronti dei soggetti:
- che hanno subito una diminuzione dei ricavi di almeno il 33% nel 2020 rispetto al 2019;
- che hanno aperto la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019;
- che esercitano, in maniera prevalente, le attività economiche individuate dai codici attività riportati in un apposito elenco allegato al decreto.
Nell’elenco dei codici ATECO disponibile in allegato compaiono 85 attività che riguardano essenzialmente i settori del commercio e dei servizi.
ISA 2021, le motivazioni delle nuove cause d’esclusione
Il discorso alla base delle nuove cause d’esclusione segue la continuità logica alla base dei criteri con cui sono stati erogati i contributi a fondo perduto del decreto Rilancio prima e dei finanziamenti a fondo perduto dei Ristori dopo.
Come anticipato, la ratio sta nel tenere in considerazione le difficoltà economiche legate alle misure restrittive di contenimento del contagio, e non andare a gravare su attività già in crisi.
Le motivazioni che hanno portato all’individuazione delle suddette tre cause d’esclusione sono spiegate nell’allegato 2 del decreto MEF del 2 febbraio.
Alla base del primo criterio, la diminuzione di fatturato, ci sono le logiche previste dal decreto Rilancio. Rispetto al decreto n. 34/2020 però non viene preso in considerazione il periodo aprile 2020/aprile 2019, ma tutto il periodo d’imposta.
Per quanto riguarda il secondo criterio, che esclude i contribuenti che hanno aperto la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019, l’allegato tecnico specifica che si tratta dello stesso metodo utilizzato per l’erogazione del contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Ristori 1.
Questa seconda causa di esclusione è complementare alla prima: consente di superare la difficoltà legata al calcolo della diminuzione dei ricavi del 2020 rispetto all’anno precedente, per chi ha iniziato l’attività nel 2019.
Infine, in relazione al terzo criterio, che esclude i soggetti che esercitano in modo prevalente le attività individuate nell’apposito elenco, la causa di esclusione è direttamente correlata a precedenti disposizioni che hanno imposto la sospensione delle attività economiche.
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