L’Italia si avvicina al voto, programmato per il 25 settembre e, soprattutto, a un nuovo Governo dopo quello presieduto da Draghi. Cosa si aspettano i mercati?
L’Italia al voto il 25 settembre: manca poco alle elezioni politiche del Belpaese e i leader dei vari partiti sono impegnati nell’ultimo tour de force di campagna elettorale prima di attendere l’esito della chiamata alle urne.
Il centrodestra di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia è dato per vincente, con la probabilità di maggioranza nei due rami del Parlamento. Cosa ne pensano i mercati finanziari? Debito, obbligazioni, rapporto con le linee-guida economiche dell’Ue, fisco e Pnrr sono i temi al centro delle osservazioni di analisti, investitori ed esperti, anche all’estero.
C’è molta attenzione su quanto e in che modo peserà il risultato del voto sul bilancio e sulle finanze dell’Italia, osservate speciali in Europa, soprattutto per la questione del debito elevato. I dubbi sul prossimo futuro del nostro Paese sono almeno 5.
Come reagiranno i mercati?
Un’analisi di Reuters fa notare come lo spread Btp-Bund sia rimasto pressoché invariato sui 225-230 punti in questi frenetici giorni prima delle elezioni e con gli ultimi sondaggi ad affermare una vittoria del centrodestra.
Secondo gli analisti, la pressione sulle obbligazioni potrebbe aumentare man mano che l’attenzione si sposta sulla politica fiscale nel 2023. Mentre Giorgia Meloni ha parlato di rispetto delle regole di bilancio dell’Ue, le preoccupazioni per un potenziale scontro potrebbero crescere se i partiti di destra spingessero per abbassare le tasse e aumentare la spesa pensionistica.
E se la coalizione ottiene la maggioranza dei due terzi in entrambe le camere del Parlamento, la Costituzione potrebbe essere modificata senza referendum. Ciò susciterebbe qualche preoccupazione in quanto il testo protegge le questioni relative all’adesione dell’Italia all’Ue.
Gli esperti di ING sottolineando che comunque il programma del centrodestra afferma il pieno sostegno all’Ucraina, l’adesione all’Alleanza Atlantica e l’appoggio al processo di integrazione europea, suggerendo, su questo punto, un’Ue più politica e meno burocratica, con poteri degli Stati membri da rafforzare a difesa dell’interesse nazionale. Cosa significa in concreto? Poche certezze al riguardo. Per ING: “non c’è un rischio rilevante a breve termine, ma riconosciamo che nel 2023, quando si discuterà della riforma del patto di stabilità, non si può escludere del tutto un approccio conflittuale da parte di Meloni.”
A vantaggio dei mercati, ci sarebbe, inoltre, la stabilità di un Governo di centrodestra, considerato più compatto rispetto a coalizioni non ancora definite del tutto in termini di possibilità di governare nel centro-sinistra.
Pnrr: verrà modificato?
Il dibattito sul Pnrr c’è stato ed è cruciale per l’Italia. Fratelli d’Italia non ha nascosto l’opportunità di modificare il programma del fondo di recupero italiano sostenuto dall’Ue per far fronte allo shock energetico e all’impennata dei prezzi.
Per ricevere la prossima tranche di fondi a dicembre, Roma deve raggiungere 55 nuovi obiettivi nella seconda metà del 2022, che secondo un funzionario del partito di Giorgia Meloni, però, dovrebbero essere adeguati. Bruxelles ha affermato che è possibile solo perfezionare il piano di risanamento già concordato.
Il partito afferma che non metterà a repentaglio l’accesso al programma, ma il cambiamento dei piani potrebbe minacciare fondi per un valore di 19 miliardi di euro o l’1% del PIL, ha affermato l’economista di Rabobank Maartje Wijffelaars.
Nuovo Governo e debito: cosa accadrà?
L’Italia è uno dei Paesi più indebitati al mondo, con una quota del debito sul prodotto interno lordo del 151%.
Il rapporto debito/PIL, destinato a diminuire quest’anno, potrebbe ricevere una scossa da nuove decisioni del Governo, con un nodo relativo alla politica fiscale. Il programma di coalizione mira ad estendere l’applicabilità della flat tax e a una riduzione del cuneo fiscale, senza fornire dettagli sul relativo costo o sulla provenienza del finanziamento.
Ancora una volta, sul fronte fiscale, ricordano gli analisti ING, Meloni sembra più prudente di Salvini, che avrebbe già optato per aumentare il deficit per finanziare una nuova serie di misure in aiuto a famiglie e imprese per lo shock dei prezzi dell’energia.
Intanto, la preoccupazione per il debito italiano ha spinto il rendimento delle obbligazioni a 10 anni al 4%. Moody’s e S&P hanno declassato le loro prospettive per il rating dell’Italia dopo che Mario Draghi si è dimesso dalla carica di Primo Ministro a luglio.
Bce in soccorso dell’Italia?
L’aumento degli oneri finanziari nell’Italia fortemente indebitata sta mettendo a dura prova la determinazione della Bce a contenere le tensioni sul mercato obbligazionario.
Le elezioni in Italia sono state viste come un ostacolo a breve termine al lancio da parte del Transmission Protection Instrument (TPI), il nuovo - e non ancora ben definito - strumento per evitare che i costi di finanziamento dei Paesi più deboli subiscano balzi insistenibili.
La Bce non dovrebbe utilizzare TPI nel prossimo futuro, ma la sua presenza dovrebbe supportare le obbligazioni italiane. “Non dobbiamo sottovalutare la volontà della BCE di evitare la frammentazione”, ha affermato Vincent Mortier, chief investment officer di Amundi, aggiungendo che uno spostamento dello spread obbligazionario verso 300 pb sarebbe un “segnale di acquisto” per l’Italia.
Elezioni e banche
Il settore bancario è in una forma migliore rispetto alle elezioni del 2018, quando l’euroscetticismo dei partiti populisti ha scosso gli investitori.
Le banche italiane hanno una base patrimoniale più solida e sono meno esposte allo stress statale rispetto a dieci anni fa. Anche le valutazioni economiche, i tassi di interesse in aumento e i rassicuranti commenti favorevoli all’Ue di Meloni fanno sembrare attraenti gli istituti di credito italiani.
Tuttavia, con le prospettive economiche che slittano verso il timore di una recessione, scommettere sulle banche è rischioso, affermano gli analisti.
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