Cosa significa IVA esposta e perché si usa

Emanuele Di Baldo

2 Dicembre 2024 - 17:44

Spesso quando si vuole acquistare un’auto usata (e non solo) ci si imbatte nella dicitura IVA esposta - o IVA inclusa - ma cosa vuol dire? Ecco il significato.

Cosa significa IVA esposta e perché si usa

Ogni giorno in Italia, migliaia di transazioni commerciali coinvolgono l’IVA, ma quando si parla di «IVA esposta», molti si trovano di fronte a un concetto non sempre chiaro. Questo termine, particolarmente rilevante negli acquisti importanti come quello di un’auto, può fare la differenza nella gestione fiscale di un’operazione commerciale.

L’IVA esposta rappresenta, quindi, un elemento fondamentale nella fatturazione e nella contabilità aziendale, influenzando direttamente i costi e le possibilità di deduzione fiscale. Capiamo meglio cosa vuol dire, le sue implicazioni negli acquisti di prodotti (auto, ma non solo) e come gestirla correttamente nelle fatture. Senza dimenticare i vantaggi fiscali e le normative vigenti.

IVA esposta: cosa vuol dire e aliquota prevista

Parliamo innanzitutto del significato base dell’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto), un’imposta indiretta che si applica su tutti i beni e servizi nel territorio italiano. Nel nostro paese, l’aliquota standard dell’IVA è fissata al 22%.

Quando parliamo di IVA esposta, ci riferiamo semplicemente al fatto che il prezzo mostrato include già l’imposta sul valore aggiunto. È importante notare che non c’è alcuna differenza tra «IVA esposta» e «IVA inclusa» - sono esattamente la stessa cosa, anche se la prima espressione viene utilizzata più frequentemente nel contesto commerciale.

Per comprendere meglio il concetto, facciamo un esempio pratico.

  • Prezzo con IVA esposta: 12.200 euro
  • Prezzo base (senza IVA): 10.000 euro
  • IVA (22%): 2.200 euro

Per calcolare rapidamente il prezzo base di un prodotto con IVA esposta, possiamo utilizzare una formula semplice: basta dividere il prezzo totale per 1,22. Questo ci permette di identificare immediatamente sia la base imponibile che l’importo dell’IVA.

La dicitura «IVA esposta» è particolarmente rilevante per i soggetti titolari di partita IVA, poiché permette loro di identificare chiaramente l’importo dell’imposta che potranno successivamente gestire nella loro contabilità.

Cosa significa acquistare (o vendere) un’auto con IVA esposta

Quando ci troviamo di fronte all’acquisto di un’auto con IVA esposta, è fondamentale comprendere le implicazioni pratiche per diverse categorie di acquirenti.

Titolari di partita IVA: possono detrarre l’IVA secondo le percentuali previste dalla legge.
Beneficiari Legge 104: godono di un’aliquota agevolata al 4% invece del 22%.
Privati: non hanno particolari vantaggi fiscali, ma hanno la certezza del prezzo finale.

Prendiamo un esempio pratico: un’auto usata viene proposta a 24.400 euro con IVA esposta. Questo prezzo è composto da 20.000 euro di base imponibile più 4.400 euro di IVA al 22%. Per i titolari di Partita IVA, questo significa poter detrarre l’importo dell’IVA secondo le percentuali consentite dalla normativa.

Nel caso di vendita di un veicolo usato con IVA esposta, il venditore deve emettere una fattura che evidenzi distintamente sia il prezzo del veicolo che l’IVA applicata. Questo documento è particolarmente importante per le aziende e i professionisti che potranno utilizzarlo per le proprie detrazioni fiscali.

È importante sottolineare che l’acquisto di un’auto con IVA esposta non comporta costi aggiuntivi nascosti, poiché il prezzo indicato è già comprensivo dell’imposta. Questa trasparenza nella presentazione del prezzo finale rappresenta un vantaggio significativo per tutti gli acquirenti, indipendentemente dalla loro posizione fiscale.

IVA esposta e non esposta: cosa dice la legge

La legislazione italiana stabilisce precise regole riguardo l’IVA esposta nelle fatture. Secondo la normativa vigente, nel momento in cui si espone l’IVA in una fattura, si diventa automaticamente debitori dell’imposta, indipendentemente dall’obbligo effettivo di versamento.

Ecco i principali punti che la legge stabilisce in materia di IVA esposta:

  • l’IVA indicata in fattura deve essere versata anche se non dovuta per l’operazione;
  • il luogo di prestazione dei servizi non influisce sull’obbligo di versamento;
  • l’imposta è dovuta nello Stato membro a cui corrisponde l’IVA esposta in fattura;
  • la normativa mira a eliminare il rischio di perdita del gettito fiscale.

Per quanto riguarda gli acquisti da fornitori esteri, la situazione richiede particolare attenzione. Normalmente, ci si aspetta una fattura senza IVA esposta, ma quando viene addebitata l’IVA italiana, è necessario verificare se il fornitore è stabilito in Italia attraverso una stabile organizzazione.

Nel caso di soggetti esteri identificati in Italia o con rappresentante fiscale, l’addebito dell’IVA in fattura non è corretto se l’acquisto viene effettuato da un titolare di partita IVA. In questi casi, la legge prevede che si debba richiedere lo storno della fattura e la riemissione del documento senza IVA esposta.

La normativa stabilisce inoltre che il diritto alla detrazione dell’IVA è limitato alle imposte che corrispondono a operazioni effettivamente soggette a IVA, garantendo così la corretta applicazione del sistema fiscale.

Vantaggi fiscali e deducibilità

I vantaggi fiscali legati all’IVA esposta rappresentano un aspetto cruciale per professionisti e aziende titolari di partita IVA. Nel caso degli autocarri superiori a 35 quintali, la detraibilità dell’IVA raggiunge il 100%, offrendo un significativo beneficio fiscale per le imprese che necessitano di questi veicoli.

Per quanto riguarda i veicoli ad uso promiscuo, la normativa prevede diverse percentuali di detraibilità:

  • 40% per veicoli aziendali non assegnate ai dipendenti;
  • 100% per gli agenti e rappresentanti di commercio.

È importante sottolineare che per i professionisti e le ditte individuali, la deducibilità dei costi è limitata al 20% su un importo massimo fiscalmente ammortizzabile di 18.075,99 euro. Questo limite si applica sia ai costi di acquisto che alle spese di gestione del veicolo.

Per gli agenti di commercio, il legislatore ha previsto condizioni particolarmente vantaggiose: possono dedurre dal proprio reddito i costi di acquisizione di autovetture fino a un limite massimo di 25.822,84 euro, una soglia del 43% più alta rispetto a quella standard di 18.075,99 euro riconosciuta agli altri professionisti.

Nel caso di veicoli in leasing, l’IVA agevolata al 4% è applicabile sia sui canoni che sul prezzo di riscatto, purché il contratto sia di tipo traslativo e rispetti le condizioni previste dalla normativa vigente.

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