Joe Biden ha raggiunto il quorum ed è ufficialmente lo sfidante di Trump: le probabilità che diventi il nuovo presidente USA sono molto alte
Joe Biden potrebbe essere il prossimo Presidente degli Stati Uniti. Una prospettiva che si è fatta sempre più concreta nelle ultime ore, quando il candidato democratico ha raggiunto la soglia dei 1.991 delegati, aggiudicandosi il ruolo ufficiale di sfidante dell’attuale numero uno della Casa Bianca, Donald Trump.
Il 3 novembre del 2020, Joe Biden sfiderà Trump alle urne, al termine di una campagna elettorale che, almeno fino a questo momento, l’ha visto evidenziare un disaccordo pressoché totale con ogni politica e opinione del tycoon.
Da diversi mesi Biden è in testa nei sondaggi, in una forchetta che va dai 4 ai 6 punti in più rispetto all’attuale Presidente. Per quanto non si tratti di un distacco schiacciante, il persistere della sua condizione di vantaggio nel tempo lascia spazio a diverse ipotesi di un imminente nuova presidenza per gli USA.
Al fattore prettamente numerico vanno infatti aggiunti tutti i recenti passi falsi di Trump, aggravati dalla pandemia di coronavirus e sottolineati da una lunga serie di gaffe che ne hanno guastato non poco l’immagine pubblica. Non ultima quella sul possibile ingerimento (o punture) di prodotti disinfettanti.
Joe Biden: il cammino verso le urne
A 78 anni da compiere il prossimo 20 novembre, Biden potrebbe diventare il presidente più anziano della storia americana.
L’ex spalla di Barack Obama non viene da un cammino facile alle primarie, e va evidenziato come solo fino a qualche mese fa una sua vittoria era praticamente considerata impossibile.
Ma a partire dal successo in Carolina del Sud dello scorso marzo la marcia si è fatta più sostenuta e l’opinione pubblica ha gradualmente seguito il trend.
Nel frattempo, l’emergenza coronavirus ha portato scompiglio e dissensi in un’amministrazione Trump sempre più in difficoltà.
Con un ritmo di 20mila nuovi casi al giorno e almeno 109 mila decessi accertati, gli Stati Uniti continuano a subire l’impatto sanitario ed economico della pandemia come pochi altri Paesi al Mondo.
A uno scenario simile va aggiunto il clima di proteste che imperversa da Minneapolis a New York passando per Los Angeles e Houston, innescato dalla morte di George Floyd durante un fermo della polizia.
Trump sempre più in difficoltà
Per tutte queste tragiche circostanze il copione delle risposte di Trump è quasi sempre identico: si parte dall’incolpare qualcun’altro, solitamente la Cina, per poi passare a letture di dati e notizie tanto distorte da essere persino oscurate o etichettate come dubbie da Twitter.
Si conclude con soluzioni bizzarre e gaffe sulle possibili contromisure, si pensi all’ipotesi di ingerire parte dei disinfettanti contro il coronavirus.
Negli ultimi giorni la sua spinta alla polizia ad agire in maniera risoluta contro i manifestanti ha scatenato ancora un nuovo ciclone di polemiche, e secondo molti spinto un gradino più in basso la popolarità del tycoon.
Tanto che 7 americani su 10 lo ritengono responsabile dell’incremento delle tensioni razziali in tutto il Paese.
Secondo RealClearPolitics, il sostegno dell’attuale presidente è calato al 42,8% a inizio giugno, vale a dire la percentuale più bassa da novembre.
L’opinione pubblica resta al momento spaccata, ma lo scenario attuale sembra suggerire un vantaggio di Joe Biden che non si connota solo sul fronte numerico.
Il candidato democratico potrebbe infatti sfruttare in primis le divisioni interne allo stesso partito repubblicano e diventare cosi il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
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