L’Europa si prepara per entrare in guerra, ma nessuno ne parla.

Erasmo Venosi

28 Maggio 2024 - 13:44

Ai margini del dibattito politico e della informazione spiccano le nuove dichiarazioni dei leader politici intorno all’evoluzione del rischio di guerra. Sempre più concreto.

L’Europa si prepara per entrare in guerra, ma nessuno ne parla.

Il dibattito sulle elezioni europee è prevalentemente concentrato sul consenso che prenderanno i partiti e poco, molto poco, sui problemi europei, trattati al massimo nei programmi elettorali.

Ai margini del dibattito politico e della informazione spiccano le nuove dichiarazioni dei leader politici intorno all’evoluzione del rischio di guerra. Sempre più concreto.

Facciamo riferimento alle dichiarazioni di Orban, Macron, Stoltenberg e Meloni.

Orban denuncia la esistenza a Bruxelles presso la sede NATO di specialisti di strategie militari, che studiano come la NATO possa agire militarmente in Ucraina.

Secondo Orban, “Bruxelles e a Washington, ma più a Bruxelles che a Washington, è in corso una sorta di preparazione del sentimento per una guerra mondiale. Un sentimento che restituisce l’immagine di preparativi per l’entrata in guerra dell’Europa, avallata da media e politici europei”.

Stando alle parole dell’accademico e politologo norvegese Glenn Diesen, la NATO ha già colpito centri lontani dall’Ucraina, configurando un’escalation del confronto.

Preoccupante anche il discorso di Macron alla Sorbona, secondo cui:

“Con l’invasione russa dell’Ucraina è cambiato tutto. Le regole del gioco sono cambiate, la soluzione sta nella nostra capacità di prendere decisioni strategiche massicce e di assumere cambiamenti di paradigma. Il blocco di 27 paesi deve ripensare urgentemente i suoi modelli di difesa ed economici per non rimanere indietro rispetto ai suoi rivali”.

Secondo il presidente francese, l’Unione europea deve raggiungere la sua “autonomia strategica” e avere come obiettivo strategico, il diventare la “terza superpotenza, alternativa agli USA e alla Cina”.

Gli obiettivi di Macron sono la realizzazione di un’Unione europea protezionista, che sviluppa un’economia di guerra, in un’Unione coesa nella difesa attraverso il nucleare francese militare.
Il presidente francese, continuando il suo discorso alla Sorbona, ha detto:

“Il modello europeo rischia di essere ucciso dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina e il prossimo decennio sarà decisivo per la sua sopravvivenza. Gli Stati Uniti hanno due priorità: gli Usa in prima battuta (America dirsi) e in secondo luogo la Cina. La questione europea non è una priorità geopolitica per gli anni e i decenni a venire, a prescindere dalla forza della nostra alleanza”.

Ha continuato affermando che “il nostro attuale modello economico non è più sostenibile. Sono finiti i giorni in cui l’Europa acquistava energia e fertilizzanti dalla Russia, esternalizzava la produzione in Cina e delegava la sicurezza agli Stati Uniti d’America”. L’economia europea “non può funzionare se siamo gli unici al mondo che rispettano le regole dei commerci per come sono state scritte 15 anni fa, mentre i cinesi e gli americani hanno smesso di rispettarle e distribuiscono sussidi ai settori industriali più importanti”.

A “Mezz’ora” su La7, alla presidente del consiglio Meloni è stato chiesto cosa pensasse delle dichiarazioni del segretario generale della NATO Stoltenberg, che invitava a colpire obiettivi in Russia con le armi fornite dall’occidente.
Meloni si è dichiarata d’accordo, aggiungendo che deve continuare il sostegno della NATO all’Ucraina.

Le armi fornite dall’Occidente a cui si riferisce Stoltemberg sono i missili da crociera Storm Shadow e Scaplp EG forniti da Gran Bretagna, Francia e anche Italia (secondo quanto dichiarato dal ministro britannico Grant Shapps, e non smentito), oltre ai missili balistici tattici ATACMS forniti più recentemente dagli Stati Uniti.

Stoltemberg non è nuovo a dichiarazioni eclatanti e imbarazzanti, come quando affermò che la NATO addestrava e armava gli ucraini per combattere i russi dal 2014.
Altra dichiarazione eclatante riguardò l’Alleanza Atlantica, che aveva respinto nel dicembre 2021 la proposta russa per evitare la guerra in Ucraina basata su un trattato di sicurezza che stabilisse la neutralità di Kiev e lo stop all’ampliamento a est della NATO.

L’impressione degli esperti è che Stoltemberg rilasci queste dichiarazioni a giornali come l’Economist per consentire ad alcuni Stati di potersi inserire nel dibattito riguardante l’uso dei missili.

Infatti, gli USA stanno discutendo l’uso delle armi fornite per colpire il territorio russo.
La stessa discussione è viva in Gran Bretagna, dove si sostiene pubblicamente che le armi fornite dai Paesi occidentali devono essere usate per colpire il territorio russo.

Intanto la Germania fornirà all’Ucraina i missili da crociera Taurus, simili a Scalp EG e Storm Shadow.

A me sembra che le armi fornite dall’Occidente le stiano già usando gli ucraini.

In almeno due episodi: danneggiamento del sistema radar della rete di allarme precoce Voronezh, difesa aerea strategica nella regione di Krasnodar, e un apparato utilizzato per localizzare il lancio di missili balistici intercontinentali diretti contro la Russia.
Un secondo attacco contro un altro apparato della rete Voronozh è stato effettuato recentemente.

Sarebbero da valutare con molta ponderazione e lungimiranza le affermazioni del Prof. Glenn Dieser:

“Gli Stati Uniti prendono di mira i sistemi di allerta precoce nucleare della Russia attraverso i loro complici come sarà possibile per la Russia restare con le mani in mano e non reagire? Una guerra diretta sempre più probabile tra NATO e Russia porterà probabilmente all’uso di armi nucleari”.

Speriamo che prevalga la ragione. Come Erasmo da Rotterdam ha scritto in “Adagia. Sei saggi politici in forma di proverbi”:

“Ora se nel mondo c’è una cosa che conviene affrontare con esitazione – ma che dico, che bisogna in tutti i modi evitare, scongiurare, tenere lontana – di sicuro è la guerra: non c’è iniziativa più empia e dannosa, più largamente rovinosa, più persistente e tenace, più squallida e nell’insieme più indegna di un uomo, per non dire di un cristiano. Invece – chi lo crederebbe? – oggi si entra in guerra di qua, di là, dappertutto, con estrema leggerezza, per le ragioni più futili; e la condotta di guerra è caratterizzata da un’estrema crudeltà e barbarie”.

Argomenti

# Nato
# Guerra

Iscriviti a Money.it

Fai sapere la tua opinione e prendi parte al sondaggio di Money.it

Partecipa al sondaggio
icona-sondaggio-attivo