L’inflazione annuale scende al 2,5% ad agosto, ma su base core mensile i prezzi crescono più del previsto. A rischio il prossimo taglio dei tassi Fed? Ecco tutti i dettagli.
L’inflazione CPI è uno dei dati più importanti per definire la politica sui tassi di interesse della Federal Reserve. Vediamo di seguito la lettura di agosto:
- L’indice dei prezzi al consumo CPI di agosto mostra un’inflazione del 2,5% anno su anno, in rallentamento dal 2,9% rilevato a luglio.
- Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2%, in linea con l’aumento mensile di luglio.
- Su base “core”, che esclude i costi più volatili di cibo e gas, i prezzi di agosto sono aumentati del 3,2% rispetto all’anno scorso, con un aumento mensile dei prezzi core dello 0,3%, a fronte di un rialzo atteso dello 0,2%.
Nonostante i segnali di stabilizzazione, l’inflazione si mantiene ancora al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Fed su base annua. Con il rallentamento del mercato del lavoro, il dato sull’inflazione ha un impatto rilevante sulle decisioni future della Fed, ormai pronta a tagliare i tassi di interesse nel corso della prossima riunione di politica monetaria del 18 settembre.
Il dato CPI Core superiore al consensus potrebbe però costringere la Fed a mantenere un approccio più cauto e a ridurre i tassi di soli 25 punti base, invece dei 50 punti previsti.
Dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione, il cambio EUR/USD è crollato da 1,1040 a 1,1020. Il Dollar index Spot è invece salito sui massimi di ieri pomeriggio a 101,30.
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