La Russia avrà seri problemi economici nel 2023, con un ostacolo più grande degli altri: l’avvertimento è della banca centrale. Mosca verso inflazione alta e produzione in calo: i motivi.
In questa settimana di banche centrali, anche quella russa si è riunita per le sue decisioni.
Nello specifico, la banca centrale della Russia ha mantenuto il suo tasso di interesse chiave al 7,5% nell’ultima riunione dell’anno del 16 dicembre.
Non è questa, però, la notizia importante dopo il vertice. Piuttosto, l’istituzione ha lanciato il suo più forte avvertimento che la chiamata di uomini del Cremlino a combattere in Ucraina sta lasciando l’economia priva di lavoratori e potrebbe esercitare pressioni sull’inflazione.
Il governatore Elvira Nabiullina ha archiviato un anno complesso per Mosca, caratterizzato da un ciclo di allentamento monetario ripido che ha più che invertito l’aumento di emergenza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino.
Incoraggiata da una forte decelerazione dei prezzi al consumo, la banca centrale si è affrettata a sciogliere le misure senza precedenti imposte a fine febbraio, mentre l’economia entrava in crisi sotto la pressione delle sanzioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Per la Russia di Putin, però, il 2023 si aprirà con una allerta cruciale per l’economia interna: i lavoratori non ci sono. Cosa aspettarsi?
Il problema della Russia è la carenza di manodopera
La mobilitazione di 300.000 uomini, combinata con un massiccio esodo di russi ha ridotto la manodopera in un momento in cui la disoccupazione è già vicina ai minimi storici e la popolazione sta diminuendo.
La banca centrale della Russia ha affermato che la “capacità di espandere la produzione è in gran parte limitata dalle condizioni del mercato del lavoro”.
Parlando dopo la decisione, il governatore ha affermato che la banca sta inviando un segnale neutrale su ciò che intende fare dopo e che le sue decisioni future “saranno dipendenti dai dati”.
Ciò che più è certo è che, a causa della crescente carenza di personale, il costo del lavoro delle aziende sta aumentando, ha sottolineato Nabiullina. Questo è evidente tra le imprese che operano nell’industria, nei trasporti, nella logistica e nelle costruzioni. “Se i salari crescono a un tasso superiore alla produttività del lavoro, ciò può portare a un ulteriore aumento dei prezzi attraverso i costi aziendali”.
Nodo inflazione anche in Russia: il bilancio di Putin scricchiola?
Dopo aver raggiunto un picco vicino al 18% annuo ad aprile, l’inflazione è rallentata a circa il 12%. Le aspettative sui prezzi, un fattore chiave per i politici, sono diminuite a novembre per la prima volta in quattro mesi. I politici della banca centrale russa hanno mantenuto le loro previsioni per la crescita dei prezzi nel 2023 al 5% -7%.
“Gli attuali prezzi al consumo stanno crescendo a un ritmo moderato e la domanda dei consumatori è contenuta”, hanno affermato in una nota. “Allo stesso tempo, i rischi pro-inflazione sono aumentati e prevalgono sui rischi disinflazionistici”.
Oltre all’aumento della spesa pubblica, la chiamata alle armi pone rischi per l’inflazione, mettendo a dura prova il mercato del lavoro. In seguito della mobilitazione e dell’ondata di emigrazione che ne è seguita, il bacino di manodopera maschile potrebbe diminuire del 2%.
Questo è uno dei motivi principali per cui Bloomberg Economics ora pone il potenziale tasso di crescita economica della Russia a solo lo 0,5%, ovvero la metà del suo livello prebellico.
La banca centrale è dunque stretta tra la necessità di affrontare l’elevata inflazione, che intacca il tenore di vita, e stimolare l’economia attraverso un credito più conveniente per contrastare gli effetti negativi delle sanzioni.
L’economia russa, gravata da una debole domanda dei consumatori, redditi disponibili in calo e carenza di manodopera, è su un terreno instabile, con la mobilitazione alle armi destinata a rappresentare un ostacolo significativo nel 2023.
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