La Bce ha davvero finito di aumentare i tassi di interesse in Eurozona? Analisti ed esperti hanno dato una loro risposta, con previsioni che vedono una pausa nei rialzi a ottobre.
Si avvicina la riunione Bce del 26 ottobre e iniziano a palesarsi anche le prime previsioni di analisti ed esperti.
A settembre i tassi di interesse di riferimento sono ancora aumentati di 25 punti base, con il tasso sui depositi arrivato al 4,00% e il tasso di rifinanziamento al 4,50%, ma Lagarde ha anche segnalato che il decimo aumento, in una serie di 14 mesi, poteva anche essere l’ultimo.
L’inflazione nell’unione monetaria ha seguito una traiettoria discendente ma, attestandosi al 4,3% a settembre, era ancora più del doppio dell’obiettivo del 2,0% della Bce e questo ha lasciato spazio a valutazioni ancora piuttosto aggressive tra i vari funzionari.
Intanto, il contesto finanziario ed economico globale si è aggravato, con la disfatta dei bond e il conflitto Israele-Hamas, i cui effetti a catena rappresentano un ulteriore pericolo per le prospettive già in peggioramento dei 20 paesi dell’area euro.
Cosa sta per decidere la Bce a ottobre secondo gli analisti.
Tassi Bce, rialzi in pausa? Cosa dicono gli esperti
La prossima settimana la Banca Centrale Europea diffonderà il messaggio che i costi di finanziamento sono destinati a rimanere elevati per un periodo prolungato, nonostante i rischi per la crescita economica, questo è emerso da un sondaggio condotto dagli analisti di Bloomberg.
Gli intervistati non vedono ulteriori aumenti dei tassi d’interesse e prevedono che il Consiglio direttivo confermerà entro gennaio che è stato raggiunto il picco. Si aspettano il primo taglio a settembre, dopo le precedenti mosse volte a ridurre il bilancio più rapidamente.
“Gli sviluppi successivi alla riunione di settembre hanno peggiorato le prospettive di crescita della zona euro, ma hanno aumentato i rischi inflazionistici con l’impennata dei prezzi del petrolio”, ha affermato Carsten Brzeski, responsabile macro di ING. “In un contesto di rendimenti obbligazionari più alti e di tensioni geopolitiche, una pausa alla riunione della prossima settimana sembra certa”.
Su questa scia anche l’opinione di analisti intervistati da Reuters. Il ciclo di rialzi dei tassi della Banca centrale europea è terminato, secondo tutti gli 85 economisti ascoltati, ma bisognerà attendere almeno luglio 2024 prima che inizi ad allentarsi mentre la battaglia contro l’inflazione elevata continua a farsi sentire.
Dopo le cupe riunioni del Fondo monetario internazionale a Marrakech questo mese, Lagarde ha detto ai suoi colleghi globali che la Bce non può ancora dichiarare la vittoria sull’inflazione, esortando alla pazienza e alla cautela di fronte a potenziali nuovi shock dall’offerta. Infatti, anche se l’aumento dei prezzi ha subito un netto rallentamento lo scorso mese e le pressioni salariali potrebbero iniziare ad attenuarsi, le aspettative di inflazione rimangono elevate.
In focus, però, c’è anche lo scenario della crescita. David Powell, analista di Bloomberg, ha sottolineato che proprio la debolezza dell’economia probabilmente impedirà alla Bce di aumentare ulteriormente i tassi di interesse. “Ci aspettiamo che il Consiglio direttivo mantenga costanti gli oneri finanziari fino a giugno del prossimo anno, quando potrebbe ridurli”.
“Il calo delle pressioni inflazionistiche, accompagnato dall’ampliamento e dall’approfondimento della debolezza economica, suggerisce che ’più in alto per più tempo’ non durerà a lungo”, ha affermato Nerijus Maciulis, capo economista di Swedbank. Prevede il primo taglio dei tassi per aprile e che il tasso sui depositi scenda al 2% entro marzo 2025.
Previsioni cupe per l’Eurozona
Con la guerra in Ucraina ancora irrisolta, la crisi in Medio Oriente sempre più drammatica e imprevedibile, i prezzi energetici di nuovo in primo piano, la Bce avrà molte riflessioni da fare sul futuro economico dell’Eurozona.
Gli economisti non sono ottimisti sulla ripresa europea. Mentre i 20 Paesi della zona euro schiveranno per un pelo la recessione, ci si aspettava che l’economia si fosse appiattita solo nell’ultimo trimestre, ma probabilmente farà lo stesso in quello attuale poiché l’aumento dei prestiti e del costo della vita costringono i consumatori a frenare la spesa.
“Al momento le cose stanno peggiorando, quindi è molto probabile che tutti noi rivedremo al ribasso le nostre previsioni. Non c’è davvero molto da fare per la zona euro ora”, ha detto Melanie Debono al Pantheon Macroeconomics.
La Germania, la più grande economia europea, probabilmente ha registrato una contrazione nell’ultimo trimestre e continuerà a farlo anche in questo e nel prossimo, superando facilmente la definizione tecnica di recessione. Si prevede che la crescita in Francia, la seconda economia più grande del blocco, sarà relativamente robusta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA