La Russia verso le elezioni (di Putin). Quanto è forte l’economia?

Violetta Silvestri

14/03/2024

Quanto è forte l’economia russa mentre la nazione si prepara alle elezioni presidenziali? Con la vittoria scontata di Putin, gli analisti si interrogano sul reale stato di salute economico di Mosca.

La Russia verso le elezioni (di Putin). Quanto è forte l’economia?

Dal 15 al 17 marzo la Russia terrà le elezioni presidenziali che Vladimir Putin vincerà sicuramente, salvo sviluppi inattesi. Il risultato scontato dovrebbe quindi consegnare al capo del Cremlino più longevo dai tempi di Josef Stalin un altro mandato di sei anni al potere.

Uno sguardo riassuntivo sulle dinamiche economiche della nazione in guerra da due anni in Ucraina offre un quadro piuttosto positivo sulle condizioni del Paese. Stando a diverse analisi di osservatori ed esperti, infatti, l’economia russa è in crescita.

I salari sono in forte aumento da quando è iniziato il conflitto, la disoccupazione è ai minimi storici e il rublo si è stabilizzato. Per i redditi più bassi del Paese – un collegio elettorale chiave per il Cremlino – negli ultimi tre trimestri gli stipendi sono saliti più velocemente che per qualsiasi altro segmento della società, registrando un tasso di crescita annuo di circa il 20%, come mostrano i dati ufficiali.

Non mancano segni di tensione. L’inflazione resta alta, la spesa militare e pubblica potrebbe esplodere nei prossimi mesi/anni e l’isolamento internazionale - occidentale - incide sul commercio. Inoltre, l’Ucraina sembra determinata a minare i festeggiamenti di Putin e ha recentemente lanciato attacchi di droni che hanno fermato la produzione in tre raffinerie di petrolio in territorio russo. Putin ha detto ieri che gli attacchi miravano a “generare frustrazione per le elezioni in Russia, per poi interferire con esse”.

In un clima di apparente stabilità economica, Mosca si prepara quindi al voto presidenziale con Putin pronto a trionfare.

La Russia di Putin è davvero così forte a livello economico?

In vista delle elezioni presidenziali russe del 15-17 marzo, con Putin quasi certo di vincere, il malcontento popolare sull’economia in gran parte non c’è.

La Russia si sta avvicinando alle elezioni “in buona forma”, ha detto Sofya Donets, economista di Renaissance Capital, sottolineando il sentimento dei consumatori “molto ottimista” e le valutazioni della situazione finanziaria attuale e futura nei sondaggi che non somigliano affatto a quelle di una crisi.

Il governo sta spendendo massicciamente per il sostegno sociale alle famiglie, l’aumento delle pensioni, i sussidi ipotecari e il risarcimento per i parenti di coloro che prestano servizio militare. Il prezzo da pagare per le promesse preelettorali di Putin potrebbe ammontare a decine di miliardi di dollari nei prossimi sei anni.

Alcuni rilevanti cambiamenti ci sono stati ovviamente. I russi stanno scoprendo che alcuni prodotti di base importati, come frutta, caffè e olio d’oliva, sono aumentati vertiginosamente. La maggior parte dei marchi globali sono scomparsi o si sono trasformati in brand equivalenti russi sotto una nuova proprietà favorevole al Cremlino. Molte più auto cinesi sfrecciano per le strade. Chi desidera un particolare cosmetico di lusso potrebbe essere sfortunato.

A parte questo, non è cambiato molto dal punto di vista economico secondo alcuni dati.

I dati pubblicati da Rosstat a febbraio hanno mostrato che il prodotto interno lordo (PIL) reale della Russia è cresciuto del 3,6% lo scorso anno. Questa crescita è in gran parte attribuita all’aumento record della spesa pubblica (soprattutto per le attrezzature militari) e ai generosi pagamenti ai soldati volontari.

Il Fondo monetario internazionale (FMI), in un rapporto sulle prospettive future pubblicato a fine gennaio, ha alzato le sue previsioni per il ritmo di crescita economica del Paese per il 2024 dall’1,1% al 2,6%.

Sebbene le sanzioni imposte dall’Occidente abbiano portato Mosca a perdere il suo redditizio mercato del gas naturale in Europa, non è passato molto tempo prima che nuovi acquirenti riempissero parzialmente quel vuoto. A seguito dei boicottaggi, le esportazioni di petrolio della Russia si sono spostate dai paesi europei ai giganti asiatici ad alto consumo di carburante: Cina e India.

Nel solo mese di gennaio, la Russia ha guadagnato circa 15,6 miliardi di dollari (o 500 milioni di dollari al giorno) in entrate dalle esportazioni di petrolio, ha riferito AP citando il tracker petrolifero russo della Kyiv School of Economics.

Non a caso, Putin si vanta del fatto che le sanzioni internazionali senza precedenti non siano riuscite a far deragliare l’economia russa, che invece si è espansa, in gran parte grazie a massicce iniezioni di denaro dal bilancio, alla produzione militare e al commercio record con la Cina. Putin ha citato i dati che mostrano che la Russia è entrata nelle prime cinque economie del mondo in termini di parità di potere d’acquisto, dopo aver superato la Germania.

Cosa non torna nell’economia di Putin?

Una grande e persistente fonte di preoccupazione economica per il Cremlino rimane la rapida crescita dei prezzi che intacca i redditi dei russi. L’inflazione è più alta di quanto la maggior parte delle persone vorrebbe, pari a oltre il 7%, al di sopra dell’obiettivo della banca centrale del 4%.

Alex Isakov, economista russo, ha scritto su Bloomberg:

“La spesa militare sfrenata del governo non è gratuita: ha il costo di ridurre le entrate derivanti dalle esportazioni di energia e di diminuire le riserve di valuta estera che la Russia aveva accumulato prima dell’inizio della guerra. Nel breve termine, l’ampiezza fiscale continuerà a sostenere l’elevata fiducia dei consumatori, ma mentre la Russia esaurisce i resti del suo Fondo patrimoniale nazionale, il governo si troverà ad affrontare difficili scelte fiscali tra accettare un’inflazione più elevata, tagliare la spesa o aumentare le tasse

Il rovescio della medaglia è che l’elevata spesa sociale e bellica ha comportato un enorme divario di bilancio e la minaccia che un’economia già surriscaldata possa continuare a far salire i prezzi. Inoltre, il gap del bilancio federale di quest’anno ammontava a 1,5 trilioni di rubli alla fine di febbraio, mentre il Ministero delle Finanze ha pianificato un deficit di 1,6 trilioni di rubli per l’intero 2024, e le riserve disponibili dei fondi patrimoniali della Russia sono già state dimezzate.

Il governo, considerando l’inizio di un nuovo mandato presidenziale come una finestra di opportunità per riforme impopolari, sta valutando la possibilità di aumentare le tasse sui redditi più alti.

Quale futuro per la Russia?

Andrei Kolesnikov su Foreign Policy ha espresso un tono scettico sul futuro russo. Pur mantenendo i fondamentali del mercato, l’economia russa dipende sempre più dagli investimenti pubblici secondo l’autore dell’analisi.

Il complesso militare-industriale è diventato il principale motore di questa economia malsana e improduttiva, come chiarisce il bilancio 2024: le spese militari saranno 1,7 volte superiori anche rispetto alle cifre gonfiate dello scorso anno, raggiungendo il 25% di tutta la spesa. Nel frattempo, le esportazioni russe, principalmente di risorse di petrolio e gas, stanno fornendo rendimenti decrescenti a causa della chiusura dei mercati occidentali e delle vendite scontate. Tuttavia, queste fonti non rinnovabili non sono ancora esaurite e Putin, almeno, sembra sperare che siano sufficienti per tutta la sua vita.

La storia di successo del 2023 è una storia di ripresa e crescita che sarà difficile da ripetere secondo l’ecnomista Donets, aggiungendo che quest’anno gli stimoli fiscali dovrebbero iniziare a ridursi visto che le riserve che ne costituivano la fonte principale sono già state ampiamente utilizzate.

“Gli aumenti delle tasse sono inevitabili, e piuttosto consistenti”, ha affermato. L’incertezza rimane la sfida più grande per l’economia russa e “potrebbe causare molti più grattacapi di quanto si possa pensare.

A lungo termine, le prospettive dell’economia sono meno certe. La mancanza di investimenti esteri limiterà le nuove tecnologie e la produttività. La generosità del governo potrebbe un giorno superare la capacità della banca centrale di gestire l’inflazione. Spetta a Putin decidere fino a che punto le politiche generose continueranno dopo le elezioni.

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