«Lockdown tra 10 giorni se non cala la pressione sugli ospedali». L’allarme

Emiliana Costa

12 Gennaio 2022 - 17:56

L’impennata di contagi non accenna a placarsi e scatta l’allarme lockdown: «Se la pressione ospedaliera sale oltre il limite di guardia, entro 10 giorni tutto chiuso e tutti a casa».

«Lockdown tra 10 giorni se non cala la pressione sugli ospedali». L’allarme

«Se la situazione diventa critica e la pressione ospedaliera sale oltre il limite di guardia non è escluso un lockdown vecchio stile». A lanciare l’allarme è Giovanni Leoni, vice presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), che in un’intervista a Fanpage ha spiegato quale è la situazione negli ospedali italiani. In piena nuova ondata ondata Covid.

L’allarme dei medici: «Serve un nuovo lockdown»

«Se la situazione diventa critica e la pressione ospedaliera sale oltre il limite di guardia non è escluso un lockdown vecchio stile. Il distanziamento sociale drastico è una delle poche misure che alla fine interrompono il contagio». Non ha dubbi Giovanni Leoni, vice presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO). La situazione nelle strutture ospedaliere italiane è critica e vanno a rilento anche le cure per i pazienti non Covid.

«In Veneto - spiega il medico - è già arrivata la disposizione per l’interruzione delle attività non urgenti analogamente a quello che è già successo mesi fa. Per quanto riguarda l’attività chirurgica sempre nel Veneto vanno avanti ancora quelle oncologiche, poi tutte le altre patologie devono essere specificate come ’urgenze’ relative o prioritarie. Questo perché bisogna preservare i letti di rianimazione per quanto riguarda la patologia Covid».

E continua: «Purtroppo noi sappiamo che già prima della pandemia i letti in terapia intensiva in Italia erano molto risicati, circa 5mila. Poi sono stati portati a circa ottomila ma il numero degli anestesisti dipendenti, nonostante i vari concorsi, è stato aumentato solo del 5%. Ciò vuol dire che ci sono sempre gli stessi medici che però seguono più posti letto. Stesso discorso per gli infermieri, aumentano i letti ma il personale è sempre lo stesso».

La situazione di forte criticità si regge dunque sulla buona volontà del personale sanitario. «È assurdo. Noi stavamo cercando di recuperare le prestazioni e gli screening della seconda ondata e ci siamo ritrovati in questa situazione, di nuovo».

Poi, Leoni lancia l’allarme: «Se la situazione diventa critica e la pressione ospedaliera sale oltre il limite di guardia, e lo vedremo credo nei prossimi 10/15 giorni, non è escluso fare un lockdown vecchio stile, mirato in certe situazioni più critiche. Tutti a casa e tutto chiuso. Come ci ha insegnato la Cina ma anche il caso di Vo’ Euganeo. Alla fine il distanziamento sociale drastico è l’unica misura che interrompe il contagio».

La situazione epidemiologica in Italia

Nel bollettino di ieri, martedì 11 gennaio, sono stati registrati 220.532 i nuovi casi di Covid-19. Si tratta del dato più alto dall’inizio della pandemia. Secondo i dati del ministero della Salute, le vittime sono salite a 294.

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