Mandato d’arresto Putin: una guerra nucleare ora è più vicina

Alessandro Cipolla

20 Marzo 2023 - 08:34

Il mandato d’arresto nei confronti di Vladimir Putin alimenta i rischi di una guerra nucleare: le poche speranze diplomatiche sono state spazzate via dalla decisione della Cpi, con Russia e Stati Uniti che adesso proveranno in ogni modo a uscire vittoriosi dal conflitto.

Mandato d’arresto Putin: una guerra nucleare ora è più vicina

L’incubo di una guerra nucleare sta diventando sempre più reale. Sia ben chiaro, la speranza è sempre quella che nessun leader sia così folle da premere il pulsante rosso, oppure che venga fermato prima che oltrepassi la drammatica linea dell’utilizzo delle armi atomiche.

Un’altra cosa deve essere subito chiarita: Vladimir Putin probabilmente è stato in qualche modo responsabile di crimini di guerra già da ben prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina, con le accuse mosse dalla Corte penale internazionale in merito alla deportazione dei bambini ucraini che appaiono essere fondate.

Detto questo, al tempo stesso sarebbe scellerato affermare che il mandato di arresto emesso nei confronti di Putin non ci stia facendo pericolosamente avvicinare a una guerra nucleare o mondiale, con le due sciagure che tragicamente potrebbero concretizzarsi anche in combo.

Una guerra nucleare infatti è stata descritta da sempre come l’extrema ratio per evitare una sconfitta sul campo: con Russia e Stati Uniti intenzionati ad andare fino in fondo e con le chance di una soluzione diplomatica ormai ridotte al lumicino, quello che nei prossimi mesi potrà accadere in Ucraina appare essere come un’autentica sciarada.

Putin e la guerra nucleare

Il ragionamento purtroppo è tristemente semplice: come ammesso anche dal nostro ministro alla Difesa Guido Crosetto, se la Russia dovesse essere vicina alla sconfitta allora potrebbe utilizzare le armi nucleari tattiche.

Da qui i fondati timori di una guerra nucleare, visto che la Nato - ovvero gli Stati Uniti - ormai ha gettato la maschera e fatto intendere come l’obiettivo sia quello di fare tutto il possibile per permettere una vittoria militare dell’Ucraina.

Al tempo stesso se l’esercito russo dovesse sfondare nel Donbass e puntare verso Kiev, a quel punto l’Occidente potrebbe scendere in campo direttamente pur di evitare una capitolazione della capitale ucraina.

Una situazione di conseguenza lose-lose: se l’Ucraina dovesse mettere in difficoltà la Russia allora potrebbe scoppiare una guerra nucleare, mentre se fosse Mosca ad avanzare a quel punto una terza guerra mondiale potrebbe essere inevitabile.

In questo scenario, il mandato d’arresto spiccato dalla Cpi ha le sembianze della pietra tombale su ogni tentativo di porre fine a questa guerra attraverso la via diplomatica, fermo restando che difficilmente vedremo Putin alla sbarra anche perché la corte non prevede dei processi in contumacia.

Gli Stati Uniti così che con Donald Trump hanno sanzionato la Corte penale internazionale rea di voler indagare sui crimini dei militari americani in Afghanistan, le sanzioni poi sono state tolte da Joe Biden nel 2021, pur non avendo riconosciuto la Cpi al pari di Russia e Ucraina adesso plaudono alla decisione presa all’Aja dal procuratore inglese Karim Khan.

Come detto Vladimir Putin probabilmente è colpevole dei reati a lui contestati, ma il mandato d’arresto in questo momento è utile solo a chi vuole che questa guerra - nonostante i rischi di una escalation nucleare o mondiale - vada avanti fino alla sconfitta totale della Russia, con tutte le conseguenze del caso e sempre a patto che questo possa avvenire.

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