Addio mascherine al chiuso? «Basta obbligo e multe. Ecco cosa serve contro Omicron». Intervista a Matteo Bassetti

Emiliana Costa

28/04/2022

Mascherine al chiuso e green pass: le nuove regole dal 1° maggio. Ne abbiamo parlato con l’infettivologo Matteo Bassetti: «Basta obblighi e multe, ecco cosa serve contro il Covid e le sue varianti».

Addio mascherine al chiuso? «Basta obbligo e multe. Ecco cosa serve contro Omicron». Intervista a Matteo Bassetti

Mascherine al chiuso e green pass, le nuove regole dal 1° maggio. Oggi la firma dell’ordinanza che fissa le nuove regole Covid a partire dal 1° maggio. Il 30 aprile cadranno infatti gran parte delle restrizioni, con alcune eccezioni (l’obbligo di certificato verde rimarrà per l’accesso in ospedale e le visite nelle Rsa e le mascherine al chiuso nei contesti più a rischio).

Ma i contagi, trainati dalla variante Omicron 2, continuano a correre e il numero delle vittime resta alto: una media di 140 morti al giorno. Siamo pronti dunque all’allentamento delle restrizioni? Ne abbiamo parlato con Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. «Bisogna uscire da questa logica vessatoria della costrizione e della multa. Basta obbligo di mascherina, contro il Covid serve un vaccino nuovo per la quarta dose orientato sulle varianti».

Prof. Bassetti, dal 1° maggio l’obbligo di mascherina al chiuso sarà abolito in alcuni contesti. Siamo pronti?

Io credo che sia ora di finirla di trattare gli italiani come una mandria di cretini. Gli italiani hanno dimostrato di essere responsabili con la propensione alla vaccinazione. Siamo ai primi posti in Europa, insieme a Spagna e Portogallo, per numero di vaccini. Gli italiani si sono vaccinati perché hanno capito che era l’unico modo di rispondere al virus, non per il green pass. L’atteggiamento del governo di continuare a mettere misure di restrittive è unico in Europa. E ci mette in imbarazzo dal punto di vista medico. Le mascherine dal 1° maggio? Diventino una raccomandazione per le persone fragili, ma basta multe. Io credo che bisogna uscire da questa logica vessatoria che ha svilito la mascherina. Dopo questi due anni di obbligo, è diventato un credo. E siamo uno dei paesi europei con la più alta circolazione di virus.

Il virus continua a correre. Che estate sarà?

Sarà un’estate migliore di quelle che abbiamo vissuto finora. Nonostante il virus circoli, la gente in ospedale non ci va. Cresce la percentuale dei positivi, ma diminuiscono le terapie intensive. Non bisogna guardare i numeri di chi va in ospedale per altri motivi. Finché faremo così tanti tamponi, troveremo tanti contagi. Ma è una minima parte che fa la polmonite. Affrontiamo a viso aperto questo virus.

Il numero delle vittime però resta alto.

Nel biennio 2020-2021 è stato registrato un eccesso di mortalità rispetto al periodo pre-pandemia causato dal virus. Quest’anno non c’è un eccesso di mortalità rispetto alla media, siamo tornati in linea pre-Covid. Di 100 persone positive che entrano in ospedale, 80 non hanno la polmonite. Ma se quelle muoiono, risultano morte di Covid anche se sono morte per altre cause.

Quarta dose a rilento, gioca il fatto dell’abolizione del green pass?

Ha giocato una campagna informativa ministeriale carente. Prima hanno detto che la dovevano fare tutti, poi i fragili. La comunicazione non ha aiutato, il green pass non c’entra. Chi doveva fare il secondo booster aveva già ricevuto le tre dosi, era fidelizzato al vaccino. Alla gente bisogna dire che bisogna vaccinarsi perché serve: con 70-80 mila contagi al giorno in ospedale non ci va nessuno, grazie ai vaccini.

I contagi infatti continuano a correre. Servirà una quarta dose per tutti?

Io la consiglierei a tutti la quarta dose in autunno. Chi ha fatto le tre dosi è comunque protetto dalle forme gravi, ma è giusto rinvigorire le difese. Se servirà reintrodurre il green pass in autunno? Si tratta di una decisione politica. Ma chi non ha fatto la terza dose è come non avesse fatto le prime due. Il ciclo vaccinale si completa con tre dosi di siero.

Occorre un nuovo vaccino?

Noi dobbiamo chiedere alle aziende farmaceutiche vaccini orientati sulle varianti, non è possibile che dopo due anni ci sia ancora un vaccino che copre il virus originario. Per la seconda dose di richiamo serve un vaccino nuovo. Capisco che hanno i depositi carichi. Ma nel prossimo autunno mi troverò in difficoltà a consigliare ai miei pazienti di fare un vaccino vecchio. Sia Moderna che Pfizer hanno annunciato che ci stanno lavorando. Mi auguro sia disponibile entro settembre.

Al momento, Omicron 2 è dominante. Ma sono state scoperte nuove varianti, come la Xf (mix di Omicron e Delta). Corriamo dei rischi?

Le varianti ci saranno sempre, fa parte dell’evoluzione naturale di un virus. Non dobbiamo sorprenderci e c’erano anche prima che arrivasse il Covid. L’importante è che la variante non diventi resistente ai vaccini o più letale. Al momento, sono tutte coperte dalle vaccinazioni, nessuna si è rivelata più grave. Sono più contagiose, ma si tratta della normale evoluzione dei virus.

Quando finirà la pandemia?

Io le parlo da medico. In reparto ho solo un signore di 90 anni col Covid vero. Nello stesso periodo dell’anno scorso nel mio reparto la situazione era totalmente diversa. Io sono tornato alla vita di prima. La conta dei tamponi e dei contagi ogni sera penso sia anacronistica. Il Covid non è più un problema, il 99,99% dei pazienti fanno il raffreddore grazie ai vaccini. In Cina la situazione è molto diversa perché il vaccino non funziona. E hanno vaccinato i giovani anziché gli anziani. Non hanno investito nei farmaci e stanno gestendo la situazione con gli stessi mezzi di due anni fa. Da noi non è così, bisogna tornare a parlare di altri temi, come l’epatite.

Iscriviti a Money.it