L’allarmante previsione di un ingegnere, specialista in energia e clima, per ridurre le emissioni di CO2.
L’aereo è uno dei mezzi di trasporto più inquinanti al mondo ed è una delle principali cause del riscaldamento climatico. L’aviazione è responsabile di circa il 7% delle emissioni di gas serra a livello mondiale. Il primo paese al mondo per quantità di emissioni per voli nazionali ed internazionali sono gli Stati Uniti, seguiti da Cina e Regno Unito. L’Italia è al 17° posto.
La cosa allarmante è che dal 1990 il traffico aereo si è quasi triplicato e il settore dell’aviazione non contribuisce alla protezione del clima ed è addirittura esente da imposte: secondo il WWF, le compagnie non pagano le imposte sugli oli minerali per il cherosene e i passeggeri non versano l’IVA. In un mondo che non può più girarsi dall’altra parte dinnanzi all’inquinamento e al riscaldamento globale, con tutte le conseguenze disastrose che sta portando, ridurre le emissioni di CO2 per gli aerei è fondamentale.
Nel 2015, precisamente il 12 dicembre, i 197 Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, hanno firmato un accordo passato alla storia come l’accordo di Parigi. In quel giorno i grandi della Terra arrivarono ad un’intesa universale e giuridicamente vincolante sul climate change. Tra gli obiettivi più importanti dell’accordo, vi è l’impegno a contenere nel lungo periodo l’aumento della temperatura globale al di sotto della soglia di 2 °C oltre i livelli pre-industriali e di limitare tale incremento a 1.5 °C entro il 2100. In questo modo si ridurrebbero i rischi e gli effetti del riscaldamento.
Per poter rispettare tale parametro è importante che le nazioni adottino numerose iniziative volte ad abbassare le emissioni. E se non cambiano le cose ad essere colpita potrebbe essere anche l’aviazione, tanto che un essere umano nel 2050 potrebbe ritrovarsi a poter viaggiare soltanto 4 volte nella vita. A dirlo Jean-Marc Jancovici, ingegnere francese esperto di clima e energia.
Massimo 4 voli nella vita: la previsione dell’ingegnere
Jean-Marc Jancovici, intervistato, ha fatto una previsione basandosi su un rapido calcolo. Ha spiegato che se l’aereo dovesse contribuire a ridurre le emissioni per far rispettare l’accordo di Parigi e mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi, significa ridurre le emissioni del 5% all’anno. In questo modo, scalando il 5% di emissioni ogni anno, nel 2050, praticamente ogni persona potrebbe volare soltanto 4 volte nella propria vita.
Un commento che ha suscitato forti reazioni. Da un lato c’è chi ritiene questa previsione molto repressiva, se effettivamente succederà, altri invece credono sia necessario prendere coscienza della problematica climatica e del fatto che tutti dovrebbero fare uno sforzo per contribuire a mantenere in salute il pianeta. Una cosa è certa: così non si può andare avanti: anche l’aviazione dovrà adattarsi ai cambiamenti, magari testando nuovi carburanti meno inquinanti.
La soluzione potrebbe arrivare dal Saf, acronimo di Sustainable Aviation Fuel. Si tratta di un carburante alternativo al cherosene prodotto da rifiuti industriali, vegetali e domestici. Il Saf contribuisce a ridurre fino all’80% le emissioni di CO2 e il grande vantaggio è che può essere usato sui motori degli aerei già esistenti.
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