Le criptovalute e le materie prime hanno trascorso un 2022 turbolento per varie motivazioni. Quali i possibili scenari di questi due mercati per il 2023?
Il mercato delle materie prime e quello delle criptovalute hanno vissuto un anno turbolento: il mondo crypto è stato lo scenario di vari scandali, mentre le commodities sono state duramente colpite da conflitti e politiche restrittive. Quali scenari si prospettano nel 2023?
Materie prime tra conflitti e restrizioni
Il 2023 potrebbe prospettarsi impegnativo per le materie prime, specialmente quelle del settore energetico. Per quanto riguarda il mercato del petrolio, stiamo assistendo a due forze contrapposte. Da un lato, l’OPEC+ sta lottando per riportare la produzione ai livelli pre-pandemici, anche con la riduzione degli obiettivi di produzione. È importante ricordare che l’OPEC+ detiene oltre il 40% del mercato petrolifero. Inoltre, l’introduzione di un tetto massimo di prezzo per il petrolio russo a 60 dollari a barile potrebbe causare ulteriori problemi di approvvigionamento. D’altra parte, la recente politica di zero-Covid della Cina e il rallentamento generale a livello industriale stanno pesando sul tasso di crescita della domanda. Gli investitori sono dubbiosi sull’adeguatezza delle scorte per la prossima stagione di riscaldamento.
Gli Stati Uniti, il più grande esportatore di GNL al mondo - nonostante Australia e Qatar abbiano una maggiore capacità di esportazione - alla luce di alcuni impegni strategici in Europa e Asia dovranno colmare il divario causato da questi rallentamenti ed è probabile che ciò aumenti le esportazioni e limiti ulteriormente l’offerta sul mercato interno. Le scorte statunitensi rispetto all’anno precedente indicano che il massimo del prezzo potrebbe essere già stato raggiunto. Nel caso in cui le scorte scendano al livello dell’anno scorso, il prezzo potrebbe muoversi verso i massimi del 2022 o addirittura verso il picco del 2008.
Persiste l’interesse sulle criptovalute
Il cambiamento radicale della politica monetaria globale e l’aumento dell’inflazione hanno messo sotto dura pressione gli asset rischiosi nel 2022. Il mercato delle criptovalute, uno dei maggiori beneficiari della politica fiscale e dei bassi tassi d’interesse durante la pandemia, ha subito un duro colpo. Inoltre, il settore ha dovuto affrontare problemi interni causati da un’ondata di fallimenti e crolli d’importanti progetti legati al mondo crypto.
Ma nonostante i massicci cali e gli scandali, l’interesse per le criptovalute persiste. A oggi, ogni situazione di mercato ribassista delle crypto ha creato grandi opportunità d’investimento e ha preannunciato un periodo di maggiore volatilità. Nonostante il calo dei prezzi e l’incertezza, l’adozione della tecnologia blockchain ha subito un’accelerazione. Con il calo dell’inflazione e un graduale allentamento della politica monetaria, le criptovalute potrebbero tornare a godere del favore degli investitori nel 2023.
In base ai cosiddetti cicli di dimezzamento quadriennali (processo noto come Halving), storicamente il prezzo di Bitcoin sale circa 1 anno e 3 mesi prima del dimezzamento. Il prossimo dimezzamento è previsto per l’aprile 2024, il che fa sperare i “tori” per il 2023. Anche i progetti legati agli smart contracts (Ethereum, Chainlink), ai token NFT (Polygon, Algorand), all’archiviazione decentralizzata dei dati (Filecoin) e al trend del Metaverso (Decentraland, Sandbox) potrebbero beneficiare del cambiamento del sentimento di mercato.
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