La proposta di far tornare in corsia, in seguito all’aumento dei contagi, i medici e gli infermieri no vax non è stata accolta con favore: difficile pensare che i non vaccinati rientrino in ospedale.
I reparti del pronto soccorso in Italia sono in sofferenza. Il nuovo aumento dei contagi da Covid-19 (ma non solo) ha scoperchiato nuovamente un problema che da tempo riguarda la sanità italiana: i pochi medici e infermieri a disposizione.
Così c’è chi ipotizza di far tornare negli ospedali anche il personale sanitario che non si è vaccinato ed è stato quindi assegnato ad altre mansioni o sospeso dal lavoro in seguito alla mancato rispetto dell’obbligo vaccinale contro il Covid. Proposta, però, che non sembra poter ricevere risposte positive.
La sofferenza negli ospedali
Beniamino Susi, responsabile regionale dei rapporti con le Regioni della Simeu (Società italiana di medicina di emergenza-urgenza), lancia l’allarme: “Basta, non ce la facciamo più”. Susi sottolinea: “Ci sono ospedali in cui si fatica a ricoverare i pazienti entro le 24-36 ore”.
Il responsabile della Simeu sottolinea che la situazione in Italia è preoccupante in vari territori, da Pescara alla Sardegna. Sono in sofferenza tante Regioni, anche quelle che solitamente hanno sofferto meno la carenza di personale sanitario: Puglia, Campania, Lazio, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna. Ancora più complicata la situazione nelle Regioni con più contagi Covid, come Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Marche.
La proposta per far tornare i medici no vax in corsia
Giampiero Avruscio, primario di Angiologia a Padova e segretario veneto del sindacato primari ospedalieri (Anpo), lancia la proposta di far tornare in corsia anche il personale sanitario non vaccinato: “Facciamo rientrare i colleghi no vax, tamponiamoli come lo scorso anno quando non c’erano i vaccini”.
La sua idea è quella di far rientrare medici e infermieri effettuando tamponi salivari ogni 24-48 ore. “Siamo in guerra e in trincea abbiamo bisogno delle persone per combattere il Covid. La situazione sta peggiorando, con un aumento costante dei positivi e dei ricoveri”, è la sua spiegazione.
Perché i medici no vax non torneranno negli ospedali
La risposta arrivata da più parti sembra escludere questa ipotesi. Ciò che viene sottolineato è che la soluzione proposta da Avruscio riguarderebbe solo pochi sanitari mentre il problema è molto più grosso e radicato: non basta far rientrare qualche decina di persone per risolverlo.
Inoltre ci sarebbe anche un rischio maggiore per i pazienti. Ciò che viene sottolineato dalle associazioni e dai sindacati è che negli ultimi anni mancano i medici in prima linea, a partire da quelli d’urgenza, dagli anestesisti e dagli internisti.
Vaia contro medici no vax: sarebbero bomba in corsia
Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto Spallanzani di Roma, intervistato da Repubblica boccia la proposta per far tornare in ospedale i medici non vaccinati: “Ma scherziamo. Io sono per estendere l’obbligo a molte altre categorie di lavoratori. Figuriamoci se posso pensare a sanitari non vaccinati. È impensabile, sarebbero una bomba in corsia e dobbiamo proteggere i nostri ospedali”.
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