Nel giorno dei verbali della riunione Fed e mentre si osserva l’evoluzione Covid cinese, i mercati tentano la ripresa. Le finanze mondiali sono appese al doppio filo dei tassi e della crisi in Cina.
I mercati asiatici tentano la ripresa, così come il petrolio, mentre il dollaro scende a causa dell’aumento dei casi di Covid in Cina, che hanno sollevato timori di nuovi blocchi che potrebbero rallentare la riapertura della seconda economia mondiale.
Intanto, la banca centrale della Nuova Zelanda ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base - la sua mossa più grande mai vista - a un massimo di quasi 14 anni del 4,25% e ha segnalato che sono in arrivo altri aumenti mentre lotta per contenere l’inflazione ostinatamente alta.
Le borse mondiali guardano attentamente alla strategia delle banche centrali e attendono con interesse il rilascio dei verbali Fed della scorsa riunione, che saranno pubblicati stasera. Ci saranno altri indizi sui prossimi rialzi dei tassi? Si scommette sulla probabilità di un allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve in futuro.
In questo complesso scenario, i mercati oggi azzardano una risalita.
Covid in Cina e verbali Fed: cosa spaventa di più i mercati?
Alle ore 8.30 circa, l’Asia sta per archiviare una seduta in generale positiva. Solo l’indice Shenzhen cinese ha chiuso in rosso, con gli altri (Nikkei chiuso) in rialzo.
I guadagni nei titoli tecnologici quotati a Hong Kong hanno dato la spinta, tra le speculazioni secondo cui il giro di vite normativo cinese sul settore potrebbe essere vicino alla fine.
Intanto, la Cina ha riportato 29.157 nuovi casi Covid per il 22 novembre, rispetto ai 28.127 del giorno prima. I numeri dei contagi a Pechino e Shanghai sono in costante aumento e rimangono elevati in diversi importanti centri di produzione ed esportazione, spingendo le autorità a chiudere alcune strutture.
“La storia più importante per gli investitori in Asia è ancora la riapertura della Cina”, ha affermato Suresh Tantia, senior investment strategist di Credit Suisse a Singapore. E ha aggiunto: “Avevamo assistito a un rally dei mercati cinesi fino al 20%, ma queste aspettative sono state ridimensionate, riteniamo che una riapertura sarà un processo più lento e non avverrà in fretta. Ciò significa che molti investitori stanno riducendo la loro esposizione, tagliando la loro perdite o contabilizzando eventuali profitti che avrebbero potuto realizzare sulla Cina.”
Nel frattempo, la pubblicazione dei verbali della Federal Reserve dalla sua riunione politica di novembre è attesa con impazienza dai trader, mentre cercano qualsiasi segno di discussioni sulla moderazione del ritmo degli aumenti dei tassi di interesse.
Clara Cheong, stratega degli investimenti di JPMorgan Asset Management ha sottolineato: “La Fed sarà molto guidata dai dati e avrà bisogno di vedere più di un risultato di inflazione debole, perché un mese più debole in ottobre non è una tendenza. Se novembre mostra un raffreddamento dell’inflazione, continuiamo a pensare che la Fed alzerà di 50 punti base ....o mostrerà segni che stanno iniziando un perno.”
L’indice del dollaro sta scendendo a 106 punti nella prospettiva di una Fed meno falco e il rendimento dei Treasury decennale segna un 3,7%.
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