I due indici azionari hanno fatto delle conformazioni annuali veramente preoccupanti, vediamole insieme.
Si è ufficialmente chiuso il 2022 con delle performance pessime per quanto riguarda i mercati azionari di tutto il mondo, in primis quelli americani che hanno visto un Nasdaq, l’indice delle big tech Usa, chiudere al di sotto di una performance del -30%}. Questo forte ribasso deve far riflettere sulla forza di questo trend, ma soprattutto sulla futura dinamica che potremmo vedere nel corso del 2023, una dinamica tecnica che fa presagire di nuovo un crollo, o per lo meno la generazione di nuovi minimi.
Questa dinamica quindi è ancora in atto e gli ipotetici rimbalzi che potrebbero manifestarsi nel breve, non servirebbero nient’altro che a vendere i mercati di rischio nel corso del secondo trimestre di quest’anno. Liquidità in calo, aumento del costo del denaro e inflazione ancora in via di contenimento, sono gli ingredienti perfetti per vedere ulteriori scivoloni sui minimi dei mercati azionari. Attenzione però al Nikkei, l’indice nipponico che ha chiuso l’anno registrando una performance negativa di “solo” il -12% ma che a livello tecnico presenta una dinamica molto forte al ribasso così come il Nasdaq. Vediamo insieme cosa sta succedendo a livello tecnico.
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Nasdaq e Nikkei, le dinamiche su base annuale
Abbiamo parlato finora dell’indice Nasdaq e dell’indice Nikkei. Questi due, a differenza degli altri mercati azionari presi in esame, presentano delle dinamiche molto particolari, e hanno creato un pattern tecnico di inversione al ribasso molto forte su un timeframe importante come quello a 12 mesi (annuale).
Questo timeframe è molto utile nel capire quali sono i livelli più importanti per l’anno in corso ed è fondamentale per sua natura, affinché si possano individuare dei pattern che confermano o negano una determinata tendenza. In questo caso, la chiusura dell’anno appena passato ha confermato una dinamica ribassista, quindi di inversione, rispetto al trend originario che era quello rialzista che abbiamo visto sostanzialmente dal post-crisi di Lehman Brothers. In pratica quello che vediamo sui grafici è una possibile conferma del fatto che molto probabilmente potremmo vedere dei nuovi minimi sui mercati azionari nel corso dei prossimi mesi del 2023.
Come possiamo vedere sui grafici, l’ultima candela rossa, ossia quella del 2022, rompe di netto i minimi dell’anno precedente e inoltre chiude al di sotto di esso. Questo, se consideriamo il breve termine, sarebbe un segnale ribassista molto forte. In effetti, considerando la situazione macro, troviamo una componente fondamentale per i mercati, come la liquidità, divenire molto più costosa e in netta diminuzione in termini di quantità rispetto agli anni precedenti.
In sostanza, la liquidità diventerà un bene prezioso per il mercato che pur di raccoglierla sarà disposto a vedere deprezzamenti su tutti i comparti, azionario e obbligazionario compresi. In questo contesto dobbiamo considerare anche il fatto che il Nasdaq rappresenta il settore tech Usa, molto sensibile ai cambiamenti positivi di un contesto economico, quanto quelli negativi. Il Nikkei invece, passato inosservato nel corso di questi ultimi anni, è un indice interessante soprattutto perché il suo andamento è fortemente legato all’operatività di una banca centrale che sta per affrontare delle difficoltà sul fronte della politica monetaria, parliamo ovviamente della BoJ. Il Nikkei, così come il Giappone in generale, potrebbe regalarci più di qualche sorpresa per quest’anno.
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Cosa potrebbe succedere quest’anno?
Osservando i grafici a timeframe annuale, potremmo dire che i prossimi livelli tecnici importanti per il Nasdaq sono quelli relativi ai massimi del 2018 e del 2019, rispettivamente in area 7700 e 8800. Per quanto riguarda il Nikkei, i massimi del 2015 e del 2017 rispettivamente in area 20900 e 23400 punti.
Ovviamente questi livelli sarebbero validi per un forte scenario ribassista di lungo periodo, cosa alquanto probabile considerando gli attuali mercati e la loro struttura ribassista molto forte e ben consolidata nel tempo. Staremo a vedere, ma guardando ai grafici ci dovremmo aspettare probabilmente un anno molto turbolento sui mercati con diversi cambi di fronte e soprattutto molte incertezze su diversi ambiti, da quello geopolitico a quello macroeconomico.
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