I mercati europei si trovano al test di resistenze importanti in via di conferma.
Le ultime settimane sui mercati sono state molto importanti soprattutto per quanto riguarda il lato tecnico con il test di aree fondamentali per il lungo periodo. In scia alla credenza sul rally di Natale, secondo cui nelle ultime settimane a ridosso del Natale ci dovrebbe essere un movimento rialzista, i mercati hanno accelerato al rialzo, ma si sono ritrovati allo stesso tempo a dover affrontare dei livelli di resistenza molto importanti nel lungo periodo.
I mercati europei sembrano quelli più propensi a fare i test di questi livelli, pertanto vedremo oggi come si stanno comportando il Dax tedesco e l’indice italiano Ftse Mib. In questo contesto è doveroso contestualizzare l’attuale situazione del mercato azionario con ciò che sta succedendo anche sul mercato valutario, che in questo momento vede un forte scarico di dollari americani.
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La situazione attuale sui mercati
Il prossimo evento market mover molto atteso dal mercato è sicuramente quello relativo all’aumento dei tassi d’interesse della Fed che, come anticipato dal numero uno Jerome Powell, potrebbe essere minore rispetto ai precedenti. Sarà quindi molto alta la probabilità di vedere un aumento dei tassi dello 0,5% contro i precedenti aumenti dello 0,75% dovuti all’aumento dell’inflazione che già da luglio ha iniziato a scendere, almeno negli Usa.
Ricordiamo inoltre come i mercati azionari hanno visto dei forti rialzi proprio dopo l’intervento in cui Jerome Powell ha dichiarato che il ritmo di crescita dei tassi sarà sicuramente minore rispetto a quelli precedenti. Possiamo tranquillamente ipotizzare che il movimento rialzista in quell’occasione potrebbe essere un’accelerazione “anomala”, in quanto la maggior parte degli operatori del Cme si aspetta un rialzo dei tassi minore rispetto a quelli precedenti già da molto tempo, dall’uscita dei dati sull’inflazione Usa di ottobre.
Il mercato ha fatto quindi un’accelerazione al rialzo su un evento relativamente scontato dagli operatori, o per lo meno già atteso dagli stessi. Sul valutario gli scarichi di dollari sono stati molto forti, in scia con l’idea che vede un dollaro avere uno spazio di salita dei tassi minore rispetto alle altre majors, pertanto le altre valute come euro, sterlina e yen risultano essere più convenienti in vista del possibile aumento futuro del costo del denaro. Tutto ciò avviene in corrispondenza di livelli assolutamente rilevanti nel lungo periodo, su tutti i mercati, sia valutario che azionario. Tutti i fattori fanno pensare a un possibile ritracciamento dei mercati.
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La situazione Tecnica
Sia su Dax che su Ftse Mib, i prezzi stanno affrontando dei livelli importantissimi nel lungo periodo. Osservando i grafici su base settimanale, dove ogni candela rappresenta una settimana di negoziazione, possiamo notare come ci troviamo a ridosso dei massimi che sono stati battuti dal mercato tra marzo e giugno di quest’anno, e che ora vengono toccati da questi indici dopo aver conseguito performance a doppia cifra dai minimi assoluti toccati circa due mesi fa. Facendo un breve recap della situazione, la Fed ha spinto per abbassare il ritmo dei tassi perché l’inflazione sta rientrando, nel frattempo gli operatori già aspettavano questo evento e sul valutario abbiamo visto accelerazioni di prezzo assolutamente rilevanti contro il dollaro. Tutto questo è avvenuto a ridosso di livelli tecnici rilevanti nel lungo periodo e soprattutto su un rimbalzo in controtendenza con performance a doppia cifra, sia sull’azionario che sul valutario. Ma cosa vuol dire tutto questo? Probabilmente potremmo vedere un momentaneo arresto di questo trend.
I livelli su Dax e Ftse Mib
Stiamo di fatto monitorando un’area che abbiamo già posto alla nostra attenzione qualche settimana fa, ossia l’area 14350-14700 di Dax e l’area 24300-25200 di Ftse Mib. Entrambe fanno riferimento al periodo tra marzo e giugno e hanno portato a dei movimenti molto forti al ribasso verso i minimi annuali. Siamo arrivati al punto in cui dovremmo vedere un ritracciamento su base settimanale, probabilmente dell’ordine tra il 5-7% e che, in ogni caso, non stravolge momentaneamente questo trend di ripresa che avevamo già messo in cantiere in vista di un possibile nuovo movimento ribassista per il 2023.
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