I mercati aprono positivi in Asia, con il Giappone a guidare il rialzo. Protagonista è ancora il petrolio, che supera gli $80 al barile nel pieno della crisi energetica. Che succede oggi nelle Borse?
I mercati iniziano la settimana in territorio positivo: le azioni asiatiche guadagnano, aiutate dai rally in Giappone e dai titoli tech cinesi, mentre il petrolio greggio supera gli 80 dollari al barile nel pieno della crisi energetica globale.
Lo yen debole e i commenti del primo ministro giapponese Fumio Kishida secondo cui al momento non sta prendendo in considerazione modifiche alle tasse sulle plusvalenze spingono il Nikkei. Un indicatore di Hong Kong delle azioni tecnologiche cinesi è aumentato di oltre il 3%: si allentano i timori sulla repressione di Pechino verso le piattaforme Internet dopo che il gigante delle consegne di cibo Meituan ha ricevuto una multa antitrust inferiore al previsto.
In focus, inoltre, ci sono ancora gli USA e la corsa del greggio, con le preoccupazioni su inflazione e carenza energetica.
In questa cornice, vediamo cosa sta succedendo agli scambi nelle Borse oggi.
Mercati: Asia positiva, ma con incertezze
Alle ore 8.05 circa, il Nikkei guadagna l’1,55% e gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai scambiano rispettivamente a -0,01% e a +0,23%.
Hong Kong segna un rimbalzo del 2,01% mentre la piazza finanziaria della Corea del Sud è chiusa per festività.
I benchmark in Giappone e Cina sono aumentati dai primi scambi. Il nuovo primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha calmato le preoccupazioni interne, ritirando i commenti che suggerivano un aumento delle tasse sulle plusvalenze e sui dividendi. La possibilità di un tale manovra aveva spaventato gli investitori dopo il suo insediamento una settimana fa.
Il rally, comunque, potrebbe essere di breve durata secondo alcuni analisti poiché permangono diverse preoccupazioni. Come l’Europa, l’Asia sta assistendo a carenze di risorse energetiche che potrebbero ostacolare la ripresa dalla pandemia.
Secondo una nota di ANZ:
“I rendimenti obbligazionari continuano a spingersi più in alto, le aspettative di inflazione sono in aumento e l’inasprimento monetario in varie forme sta diventando più diffuso...La carenza globale di chip si estenderà anche al prossimo anno...Aggiungi la carenza di energia e il panorama economico è materialmente più sobrio dell’ottimismo che ha accompagnato le prime fasi della ripresa globale”
Anche negli USA il clima non è privo di ombre. La stagione degli utili statunitensi prende il via questa settimana e probabilmente metterà in evidenza problemi legati alle interruzioni dell’offerta e all’aumento dei costi.
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L’attenzione sarà anche sui dati sull’inflazione, sulle vendite al dettaglio e sui verbali dell’ultimo incontro della Federal Reserve che dovrebbero confermare che è stato discusso un tapering di novembre.
In più, gli economisti di Goldman Sachs Group hanno tagliato le loro previsioni per la crescita degli Stati Uniti quest’anno e il prossimo, accusando una ripresa ritardata della spesa dei consumatori.
Prezzi del petrolio in corsa
A brillare nei mercati di inizio settimana è ancora il prezzo del petrolio, che continua il suo rally.
Il greggio West Texas Intermediate è stato ai massimi dal 2014 ed entrambe le quotazioni scambiano oltre gli 80 dollari al barile.
Gli analisti di BofA hanno avvertito che l’impulso inflazionistico globale sarebbe aggravato dai costi energetici, con il petrolio potenzialmente superiore a $ 100 al barile a causa dell’offerta limitata e della forte riapertura della domanda.
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