Passata la risoluzione di maggioranza sul meccanismo europeo di stabilità. Alleanza di governo più forte
La maggioranza si ricompatta sul Mes. Nelle scorse settimane, l’alleanza fra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Leu ha litigato praticamente su tutto. Dopo aver appianato - seppur temporaneamente - le divergenze sulla manovra finanziaria, è stata la volta del Fondo salva-Stati.
In Parlamento sono state discusse le risoluzioni sul meccanismo europeo di stabilità che punta ad escludere delle single limb. Quest’ultime sono le clausole che facilitano la ristrutturazione del debito con l’intervento del Fondo salva-Stati.
Dopo un agevole passaggio alla Camera in mattinata, nel pomeriggio di mercoledì c’è stato un dibattito piuttosto acceso in Senato. Il risultato del voto non era per nulla scontato, dato che molti senatori pentastellati avevano manifestato l’intenzione di votare in dissenso con il proprio gruppo. La maggioranza, tuttavia, si è rivelata più compatta del previsto.
Governo a rischio su Mes
Un mancato consenso nella maggioranza avrebbe potuto impattare sulla stabilità del governo. Ma alla fine sono state solo 4 le votazioni contrarie dei 5 Stelle, con Gianluigi Paragone in testa.
La risoluzione di maggioranza è passata con 164 voti favorevoli e 122 contrari.
L’Italia porterà dunque le proposte di riforma al Consiglio Ue del 12 e del 13 Dicembre.
La risoluzione vuole “assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria”. In questo pacchetto sono compresi quindi, oltre a Mes, anche Bicc e Unione bancaria.
Il governo si è assunto l’impegno a negoziare con l’Unione l’introduzione di uno schema di garanzia comune dei depositi e l’istituzione di un’obbligazione europea.
Mes, cosa potrebbe cambiare
La richiesta più importante è senz’altro il blocco alla ristrutturazione automatica del debito pubblico. Poi ci sono anche la piena partecipazione del Parlamento per un’eventuale attivazione del Fondo salva-Stati e blocco alle restrizioni alle banche sulla dotazione di titoli di Stato. In ogni caso dovrà essere esclusa “la ponderazione dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”.
Per Paolo Gentiloni, commissario europeo agli affari economici, i tempi sono ormai maturi per una riforma. L’ex premier ha intenzione di muoversi velocemente: “Nella seconda metà del 2020 potremmo presentare proposte”.
“In Italia non abbiamo bisogno di una fiammata di autolesionismo, di cui il nostro Paese è ogni tanto protagonista e per la quale paghiamo prezzi politici rilevanti. Abbiamo invece bisogno di un rilancio di crescita e sostenibilità”, ha detto il commissario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA