Nell’ultimo anno è aumentata la quota delle famiglie italiane che ha finito o sta per finire i propri risparmi. L’allarme in un rapporto. Entriamo nel dettaglio.
Nell’ultimo anno è aumentata in Italia la quota di persone che hanno esaurito o si rendono conto che stanno per esaurire i propri risparmi. La percentuale è salita al 49% contro il 47% rilevato nel 2020. È quanto emerge dall’indagine «Gli italiani e il risparmio», condotta dall’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio (Acri) in collaborazione con Ipsos, presentata in occasione della 97esima Giornata Mondiale del Risparmio, che ricorre oggi giovedì 21 ottobre.
Il rapporto Acri-Ipsos evidenzia la dicotomia tra le famiglie italiane che negli ultimi due anni di pandemia hanno mantenuto il loro stile di vita (38%), quelle che lo hanno perfino migliorato (13%), chi lo ha preservato a costo di grandi rinunce (39%) o chi ha dovuto prendere atto di un peggioramento (10%).
Francesco Profumo, presidente di Acri, lancia l’allarme: «La pandemia ha aumentato le diseguaglianze. 2 milioni di famiglie vivono in assoluta povertà, è il tasso più alto dal 2005». Ma entriamo nel dettaglio.
Giornata del risparmio, come stanno le famiglie italiane
Secondo il rapporto Acri, più di un quarto degli italiani (il 27%) non è soddisfatto dell’andamento delle proprie finanze familiari e ben l’11% si dice molto preoccupato. Il 62% resta appagato della propria situazione economica attuale.
Dalla ricerca emerge che un quinto delle famiglie italiane dichiara di essere stato colpito direttamente dalla crisi dell’ultimo anno, generata dalla pandemia. Il 12% si è trovato a fronteggiare la perdita del posto di lavoro o condizioni retributive peggiori (10%).
Per quanto riguarda l’ambito «risparmio», rimane sempre alta la quota di italiani (45%) che nonostante la crisi economica è riuscita a mettere da parte risorse. Ma rispetto al 2020 è aumentata la quota di famiglie che ha fatto ricorso a risorse proprie o a prestiti (il 19% contro il 16% del 2020). Il risparmio è stato associato, dunque, a un senso di sacrificio.
Non è tutto. Scende la percentuale di italiani che dichiara di riuscire a mettere denaro da parte senza troppe rinunce, dal 58 al 53%. Con la fine del lockdown e la ripresa dei consumi, il ritorno a uno stile di vita più simile al passato induce il 33% delle persone a vivere il risparmio con meno serenità.
Risparmio, cosa succede alle famiglie italiane in caso di imprevisti
Dal rapporto Acri emerge che il 79% delle famiglie è in grado di sostenere un imprevisto da mille euro, per il 42% anche da 10mila. Lo studio evidenzia una certa polarizzazione. Le famiglie in difficoltà rimangono stabili al 18%, ma si riducono quelle che sono riuscite a risparmiare o prevedono di risparmiare nei prossimi dodici mesi (35% contro il 41% del 2020). Aumentano dunque le famiglie che «galleggiano».
Covid, per gli italiani il peggio è alle spalle
La ricerca ha indagato anche il senso di pericolo scaturito negli italiani dalla diffusione del Covid-19. Dallo studio emerge che il 54% degli italiani pensa che ormai il peggio sia passato e che l’emergenza sanitaria sia agli sgoccioli. Il successo della campagna vaccinale induce le famiglie ad essere ottimiste e a sperare nel futuro, privilegiando gli investimenti (62% contro il 53% del 2020).
Infine, gli aiuti europei e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da una parte e la fiducia nel governo Draghi dall’altra spingono il 40% degli italiani a prevedere un miglioramento delle condizioni per l’Italia e l’Europa. Il 50% degli intervistati dichiara però di non sapere cosa sia esattamente il Pnrr.
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