Il metodo agile italiano che piace ai tedeschi (e crea lavoro)

Dario Colombo

26 Maggio 2023 - 11:50

WebScience, società italiana specializzata in sviluppo agile e modernizzazione applicativa, acquistata dal colosso tedesco adesso SE, quest’anno farà crescere del 40% il personale.

Il metodo agile italiano che piace ai tedeschi (e crea lavoro)

Forse non sono tanti a conoscere WebScience. Meno, scommettiamo, sono coloro che conoscono adesso SE (non è un errore, si scrive con la a minuscola), dato che è entrata nel mercato italiano solamente lo scorso anno.

WebScience è un’azienda italiana che oggi ha circa 100 dipendenti (in crescita) e che lo scorso anno ha fatturato 10 milioni di euro (+36%).

All’inizio di quest’anno è stata acquistata da adesso SE, una società tedesca, quotata alla borsa di Dortmund, che fa servizi IT, in particolare al mondo dei servizi finanziari, il cui fatturato invece è superiore a 800 milioni di euro e di dipendenti ne ha 8.300.

Sarà proprio attraverso questa acquisizione che il grande operatore tedesco si farà conoscere sul mercato italiano e dal gennaio del 2024 WebScience diventerà adesso Italy.

Per il metodo agile servono le persone

La software factory WebScience è stata fondata nel 2000 da Stefano Mainetti (professore del Politecnico di Milano) e si è specializzata nello sviluppo di software con metodo agile, nella modernizzazione applicativa e nella realizzazione di applicazioni digitali su misura, nell’evoluzione dell’architettura applicativa verso paradigmi cloud native, nel progettare percorsi di migrazione al cloud e nella realizzazione di applicazioni di tipo low code.

Tutte cose che servono alle aziende, soprattutto in questo momento storico, tanto che WebScience lo scorso anno ha registrato una crescita dell’organico del 32% rispetto al 2021 e prevede una crescita anche maggiore nel 2023: il piano di aumento dell’organico è stimato nel 40% e servirà a sostenere la crescita in Italia.

Metodo di sviluppo agile e cultura di sviluppo delle persone vanno di pari passo: WebScience ha deciso di rafforzare le iniziative dedicate ai propri dipendenti, curando la loro crescita in termini di competenze e professionalità con un team dedicato, chiamato “People Care”, il cui obiettivo è valorizzare i talenti e di attrarne di nuovi.

Il team, diretto da Sonia Maccioni, serve a creare valore sia per il business, sia per le persone, con valorizzazione delle relazioni, sviluppo formativo e professionale, leadership collaborativa, feedback e apprendimento continuo.

Un’attenzione alle persone che, secondo il ceo di WebScience, Francesco Micotti, ha determinato proprio la scelta del gruppo tedesco: “adesso SE ha cercato noi in Italia per l’affinità culturale e l’attenzione alle persone”.

Già lo scorso anno il personale di WebScience è cresciuto del 30%, ma quest’anno intende assumere tante persone, il 40% in più.
Chi e perché? “Per dar seguito alle opportunità di business, prevalentemente assumeremo sviluppatori, product owner, business developer, per portare l’approccio agile sulla modernizzazione applicativa e consentire di scegliere la soluzione migliore”.

Cosa significa fare sviluppo agile

Ma per venire al tema, cosa significa fare sviluppo agile? “Vuol dire lavorare sulla qualità, sulle relazioni con i clienti - dice Micotti -. Costruire il prodotto e applicazione con iterazioni. Con adesso SE possiamo partecipare a progetti più importanti, su grandi clienti, facendo modernizzazione applicativa”.

Modernizzazione che si aspettano, secondo Micotti, le aziende dei settori travel e transportation (come Grandi Navi Veloci, cliente di WebScience), retail fashion e food (Benetton, Pam) e fintech.

Adesso SE è forte nel settore banking e insurance - spiega Micotti - Noi abbiamo lavorato nel fintech, come con Fabrick. E con Tinaba, che aveva adottato un approccio IT monolitico derivato da una impostazione bancaria, abbiamo introdotto i microservizi. Quello che conta dal punto di vista agile è lo abbiamo fatto insieme alle loro persone della loro IT, che hanno acquisito capacità di sviluppo autonomo. Abbiamo fatto il refactoring della piattaforma e consentito una modernizzazione applicativa che apre un nuovo modello di business verso il B2B”.

Usare il metodo agile vuol dire creare codice di qualità: “una vera svolta rispetto al classico modello waterfall, ossia quello in cui si sviluppano i requisiti, poi si fa una gara per i fornitori, si produce il blueprint, ma da cui nascono progetti troppo lunghi. Il metodo agile, invece, fa a fette il problema e lavora per iterazioni, ridiscutendo e rivedendo sempre. E il cliente partecipa al progetto. Fare un progetto insieme vuol dire fare co-design”.

In questo scenario il cloud è l’approdo di base “il cloud accelera l’esigenza di modernizzazione delle applicazioni legacy, che hanno ancora i vecchi linguaggi, dove si deve intervenire con refactoring completo, dove si lavora con opensource e microservizi”.

Come fatto da WebScience per Benetton: “siamo partiti con l’esigenza di dare agli store manager un’applicazione per collegare i negozi con il magazzino e abbiamo creato una app mobile. Poi è nata una reference architecture per tutte le nuove soluzioni da sviluppare, perché l’esigenza andava oltre e abbiamo creato la Benetton Digital Platform”.

Francesco Micotti Francesco Micotti Ceo di WebScience, società di adesso SE

Metodo agile e intelligenza artificiale

E sullo sfondo si staglia l’intelligenza artificiale. “Stiamo studiando come portarla nel ciclo di sviluppo del software, per il lavoro operativo degli sviluppatori - dice Micotti -. La stiamo utilizzando nella parte consulenziale. Per lo studio, la documentazione, le prime versioni dei report. Vediamo tante opportunità di applicazione: nella RPA, dove ci sono attività ripetitive; algoritmi di generazione del pricing, di lettura del comportamento dei clienti, di reccomendation; nell’education a supporto dell’attività di helpdesk”.

Ma l’intelligenza artificiale cambia anche il modo di fare progetti? “Non è chiaro, ma che avrà un impatto importante è certo. Vediamo un cambiamento profondo sul modo di lavorare. Dandola in pasto ai dataset potebbe aprire scenari importanti. Per chi fa i servizi il potenziale è importante. Abbiamo dato mandato a tutti i consulenti di studiare l’IA e di usarla. E dato che anche il cliente la usa non si accontenterà di un servizio fatto senza intelligenza artificiale. Deve diventare uno standard”.

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