Metodo Montante, il Gup di Caltanissetta rinvia a giudizio 12 indagati

Ludovica Ranaldi

10 Novembre 2018 - 16:07

Ben 12 persone indagate sul Metodo Montante sono state rimandate a giuziodio da Graziella Ruparello.

Metodo Montante, il Gup di Caltanissetta rinvia a giudizio 12 indagati

Nuovi sviluppi sul Metodo Montante, Graziella Ruparello, Gup di Caltanissetta, ha rinviato a giudizio 12 dei 22 indagati sulla cosiddetta inchiesta Double Face.

Ecco chi è stato predisposto per il processo penale:

  • Antonello Montante, l’ex leader di Confindustria Sicilia accusato di aver creato una sorta di rete di spionaggio per ottenere informazioni sulle indagini in a suo carico;
  • il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata;
  • il sindacalista Maurizio Bernava;
  • gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì;
  • tre dipendenti di Montante: Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta;
  • il sottufficiale della polizia di Stato Salvatore Graceffa;
  • il dirigente nazionale di Confindustria Carlo La Rotonda;
  • il maggiore della guardia di finanza Ettore Orfanello;
  • il luogotenente Mario Sanfilippo;
  • il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo, accusato di aver distrutto una relazione di servizio su Montante.

Il Metodo Montante: cosa è successo?

Antonello Montante, ex presidente di Sicindustria e paladino dell’antimafia, è stato arrestato il 14 maggio 2018 per aver creato una rete di informatori col fine spiare quei magistrati che da tre anni lo indagavano per concorso esterno a Cosa nostra. In sostanza le accuse sono di aver messo su un sistema di corruzione contro la pubblica amministrazione e accesso abusivo a sistema informatico.

L’inchiesta - condotta dal procuratore Amedeo Bertone, dall’aggiunto Gabriele Paci e dai sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso - ha preso nome di «Double Face» o «Metodo Montante» e ha visto coinvolti fino a 22 indagati.

Una rete ben strutturata che implica anche personaggi apicali delle istituzioni col fine di sviare le indagini in corso su Montante. Al tempo il gip aveva detto:

Può senz’altro dirsi come ci si sia trovati innanzi ad una tentacolare rete di rapporti che dimostra la pervasività del contesto investigativo e sta a testimoniare il sistema di protezione che si è alzato attorno agli odierni indagati da parte di soggetti inseriti ai più alti livelli della Polizia, dei Servizi di informazione e sicurezza e dell’ambiente politico italiano

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