Ben 12 persone indagate sul Metodo Montante sono state rimandate a giuziodio da Graziella Ruparello.
Nuovi sviluppi sul Metodo Montante, Graziella Ruparello, Gup di Caltanissetta, ha rinviato a giudizio 12 dei 22 indagati sulla cosiddetta inchiesta Double Face.
Ecco chi è stato predisposto per il processo penale:
- Antonello Montante, l’ex leader di Confindustria Sicilia accusato di aver creato una sorta di rete di spionaggio per ottenere informazioni sulle indagini in a suo carico;
- il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata;
- il sindacalista Maurizio Bernava;
- gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì;
- tre dipendenti di Montante: Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta;
- il sottufficiale della polizia di Stato Salvatore Graceffa;
- il dirigente nazionale di Confindustria Carlo La Rotonda;
- il maggiore della guardia di finanza Ettore Orfanello;
- il luogotenente Mario Sanfilippo;
- il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo, accusato di aver distrutto una relazione di servizio su Montante.
Il Metodo Montante: cosa è successo?
Antonello Montante, ex presidente di Sicindustria e paladino dell’antimafia, è stato arrestato il 14 maggio 2018 per aver creato una rete di informatori col fine spiare quei magistrati che da tre anni lo indagavano per concorso esterno a Cosa nostra. In sostanza le accuse sono di aver messo su un sistema di corruzione contro la pubblica amministrazione e accesso abusivo a sistema informatico.
L’inchiesta - condotta dal procuratore Amedeo Bertone, dall’aggiunto Gabriele Paci e dai sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso - ha preso nome di «Double Face» o «Metodo Montante» e ha visto coinvolti fino a 22 indagati.
Una rete ben strutturata che implica anche personaggi apicali delle istituzioni col fine di sviare le indagini in corso su Montante. Al tempo il gip aveva detto:
Può senz’altro dirsi come ci si sia trovati innanzi ad una tentacolare rete di rapporti che dimostra la pervasività del contesto investigativo e sta a testimoniare il sistema di protezione che si è alzato attorno agli odierni indagati da parte di soggetti inseriti ai più alti livelli della Polizia, dei Servizi di informazione e sicurezza e dell’ambiente politico italiano
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