Il Viminale cambia le regole in materia di immigrazione e accoglienza: Ecco quali son i nuovi criteri di redistribuzione. Ecco cosa cambierà in Italia.
Cambiano le regole in fatto di migrazione e accoglienza in Italia, per via di un nuovo piano del Viminale. Una correzione in corsa che potrebbe avere conseguenze importanti sulla distribuzione dei migranti nelle regioni.
L’iter è contenuto in una circolare che il ministero dell’Interno ha inviato ai prefetti, delegati a indire i bandi per reperire nuove strutture d’accoglienza.
Ma non solo. Se è questa la novità più incisiva il pano previsto dal Viminale ve ne sono anche altre che riguardano i Centri d’accoglienza e le leggi in fatto di rimpatrio o meno dei migranti.
La nuova circolare giunge in un momento delicato per l’Italia che ha registrato il doppio degli sbarchi rispetto all’anno scorso, tanto da mettere sotto pressione l’intero sistema dell’accoglienza. Ecco quali sono le nuove regole e cosa cambierà in Italia per i migranti. Di seguito tutto quello che c’è da sapere.
Migranti, nuove regole per l’assegnazione: quali regioni ne riceveranno di più
La regola che cambierà l’accoglienza in Italia riguarda la distribuzione dei migranti nelle regioni italiane, che non avverrà più in via esclusiva in proporzione rispetto alla popolazione residente, ma d’ora in poi solo in una quota del 70%, perché il restante 30% sarà calcolato anche in relazione alla superficie del territorio. La ridistribuzione sarà coordinata dal Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione.
Se a oggi la Lombardia è in cima alla classifica dell’accoglienza con il 13% del totale di migranti (circa 16.232 dei 128.902 già accolti) seguita dall’ Emilia-Romagna (10% ovvero 12.458) e Lazio (9% ovvero 11.217), con l’adozione del nuovo criterio ciò potrebbe cambiare.
Nelle prossime settimane un aumento di trasferimenti in regioni con minore densità abitativa, come Sardegna e Basilicata, che potrebbero ricevere più migranti rispetto a prima.
Migranti, nuove regole: più ricambio nei centri d’accoglienza
Nuove regole anche per i Cas (Centri di accoglienza straordinaria). Per diminuire la pressione sui territori e assicurare un turn over nei Centri, i quali dispongono di 12mila posti in più con le nuove aperture, il Viminale prevede un censimento delle posizioni degli ospiti - al momento circa 110mila.
In questo modo ci si potrà accertare che gli ospiti posseggano ancora i requisiti necessari per essere assistiti dai Centri. Molti migranti che vivono nei Cas da due anni e mezzo, hanno alle spalle attività lavorative di vario genere e relazioni sul territorio.
La circolare del Viminale ribadisce la massima assistenza a chi è “privo di mezzi sufficienti a garantire una qualità di vita adeguata”, ma anche di cessare ogni aiuto a chi è in possesso del permesso di soggiorno e a chi possiede reddito minimo garantito, benché non venga spiegato cosa si intenda per “reddito minimo”.
Migranti, cambiano le regole d’accoglienza per i migranti provenienti da Paesi sicuri
Sulla base degli accordi europei sull’accoglienza cambieranno, anche le regole per i migranti che provengono da “Paesi sicuri”, nazioni dove non si ritiene che ci siano conflitti armati e persecuzioni di carattere politico, sessuale, religioso.
Eppure, in questo modo non si tiene conto dei migranti climatici ed economici. Basti pensare che tra i paesi “sicuri” figurano Costa d’Avorio e la Tunisia, che sta affrontando una grave crisi economico-sociale. Paesi questi due che si trovano al vertice della graduatoria di arrivi nel 2023 al secondo e terzo posto con 12.290 e 8.097 migranti (dopo la Guinea con 12.631), ma con appena il 10% di riconoscimento delle domande di protezione internazionale.
L’Italia avrà circa un mese per stabilire se i migranti abbiano i requisiti per rimanere nel nostro Paese o debbano essere rimpatriati, pena la procedura di infrazione Ue. Come spiega un articolo de Il Corriere della Sera, mentre i migranti attendono la decisione delle commissioni del Dipartimento per le Libertà civili e dei giudici, potranno sostare negli hotspot, dove verranno create strutture di trattenimento vigilate, diverse dai Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr).
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