Decine di miliardari russi hanno rinunciato alla cittadinanza, facendo perdere a Mosca oltre 100 miliardi di dollari. Perché questa fuga di capitali? Quali saranno le conseguenze per la Russia?
La Russia dice addio a 100 miliardi di dollari, abbandonata da alcuni suoi preziosi (e ricchissimi) oligarchi.
Negli ultimi anni, e in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, infatti, molti miliardari russi hanno scelto di rinunciare alla propria cittadinanza russa.
Il fenomeno, sempre più evidente, ha portato alla perdita complessiva di oltre 100 miliardi di dollari in termini di patrimonio che, formalmente, non appartiene più alla Federazione Russa.
Secondo Forbes, sarebbero almeno 24 gli imprenditori, un tempo considerati russi, che ora sono ora associati a Paesi diversi, tra cui Francia, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Lettonia. La ragione principale dietro questa fuga di capitali e imprenditori è l’intensificarsi delle sanzioni internazionali, che rendono sempre più difficile per gli oligarchi russi operare nel mercato occidentale.
Questo “esodo” di ricchezza non solo ha un impatto economico, ma rappresenta anche un segnale della crescente instabilità della Russia nel contesto globale. Il fenomeno non sembra destinato a fermarsi e potrebbe avere conseguenze ancora più gravi nel lungo periodo, con ulteriori fughe di capitali e talenti. Scopriamo quali sono i rischi per Mosca e e ragioni dietro questa “migrazione”: ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
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Russia, oligarchi in fuga: chi ha rinunciato alla cittadinanza e perché
Tra i nomi più noti che hanno deciso di rinunciare alla cittadinanza russa troviamo il co-fondatore di Alfa Group, Alexei Kuzmicev, che oggi è ufficialmente cittadino francese, e Petr Aven, ex presidente di Alfa Bank, ora miliardario lettone.
Anche Yelena Baturina, fondatrice di Inteko, ha scelto di stabilirsi nel Regno Unito. A questi si aggiungono altre figure di spicco come Mikhail Prokhorov (10,7 miliardi di dollari), Yegor Kulkov (4,1 miliardi di dollari) e Andrei Melnichenko (17,4 miliardi di dollari), che ora rappresenta gli Emirati Arabi Uniti. Alisher Usmanov, con un patrimonio di 16,7 miliardi di dollari, ha scelto invece l’Uzbekistan, mentre Dmitry Rybolovlev si è stabilito a Monaco.
Le ragioni di questa fuga sono principalmente economiche: le sanzioni imposte dall’Occidente hanno reso il passaporto russo un ostacolo per gli affari, complicando transazioni bancarie, investimenti e operazioni aziendali. Inoltre, la crescente instabilità interna della Russia, con il rischio di ulteriori misure restrittive e un controllo sempre più rigido del governo sulle imprese, ha spinto molti miliardari a cercare protezione altrove.
Rinunciare alla cittadinanza russa rappresenta quindi una strategia per garantire una maggiore libertà economica e preservare i propri patrimoni. Questo trend potrebbe accentuarsi ulteriormente nei prossimi anni, spingendo sempre più oligarchi a rifugiarsi in Paesi con regimi fiscali e normativi più favorevoli.
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La perdita economica russa: un paradosso tra ricchezza record e instabilità
Nonostante l’esodo , la ricchezza complessiva dei miliardari russi ha raggiunto un nuovo record di 625,5 miliardi di dollari, superando il precedente massimo di 606,2 miliardi stabilito nel 2021.
Questo dato sembra contraddittorio, ma può essere spiegato con l’aumento del valore di alcune materie prime e la crescita di settori strategici, come quello energetico, che ha beneficiato delle tensioni geopolitiche e delle nuove dinamiche di mercato. Tuttavia, l’apparente prosperità della classe miliardaria russa nasconde profondi rischi per l’economia del Paese.
La fuga di capitali e di imprenditori sta privando la Russia di importanti investimenti, riducendo le prospettive di crescita a lungo termine. Inoltre, il Paese sta diventando sempre più dipendente da una ristretta cerchia di settori economici, come quello delle risorse naturali, senza una vera diversificazione. A tutto ciò si aggiunge il rischio che ulteriori sanzioni possano colpire anche coloro che sono rimasti, limitando ulteriormente la capacità della Russia di attrarre investimenti esteri.
In un contesto di crescente isolamento internazionale, la perdita di miliardari e capitali potrebbe trasformarsi in un problema strutturale per l’economia russa, riducendone la competitività e accelerando il declino del Paese sullo scenario globale. Se il governo russo non adotterà misure per contrastare questa emorragia di risorse, il futuro economico della nazione potrebbe essere seriamente compromesso.
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