Miniere in Italia, la MAPPA. Ecco dove sono le materie prime critiche (e non solo)

Claudia Cervi

26 Luglio 2024 - 07:45

Rame, litio, cobalto, barite, berillio, nichel, tungsteno e zinco: materie prime presenti in Italia, necessarie per la transizione energetica e digitale, ma non sfruttate. Ecco la mappa.

Miniere in Italia, la MAPPA. Ecco dove sono le materie prime critiche (e non solo)

Le miniere in Italia rivestono un ruolo cruciale nella fornitura di materie prime critiche, indispensabili per l’industria moderna. Questi materiali sono essenziali per la produzione di acciaio, alluminio, elettronica e tecnologie avanzate per la transizione energetica e digitale.

Attualmente, nel nostro Paese sono operative 76 miniere, di cui 22 dedicate all’estrazione di materie prime critiche secondo l’elenco dell’Unione Europea. Tra queste, il feldspato è fondamentale per l’industria ceramica, mentre la fluorite è utilizzata ampiamente nell’acciaio, alluminio e refrigerazione.

Materie prime critiche in Italia Materie prime critiche in Italia Fonte Ispra

Tuttavia, il potenziale minerario italiano resta in gran parte inesplorato, con possibili giacimenti di litio, rame, tungsteno e altre materie prime strategiche che potrebbero ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la sicurezza economica nazionale.

Questo articolo offre una mappa completa delle miniere italiane e un’analisi delle risorse disponibili e delle implicazioni per il mercato globale.

Materie prime critiche fondamentali per l’industria italiana

Le materie prime critiche sono fondamentali per diverse industrie strategiche. In Italia, vengono estratti feldspato e fluorite. Il feldspato, con 20 siti estrattivi, è essenziale per l’industria ceramica, utilizzato nella produzione di piastrelle, stoviglie e altri prodotti ceramici. La fluorite, estratta in due siti nei comuni di Bracciano e Silius, ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione, grazie alle sue proprietà chimiche e fisiche.

Materie prime Sardegna: Fluorite, Barite, Celestina, Piombo, Zinco, Argento, Ferro, Mn, Ni, Co, Cr, Ti Materie prime Sardegna: Fluorite, Barite, Celestina, Piombo, Zinco, Argento, Ferro, Mn, Ni, Co, Cr, Ti Fonte Ispra

La miniera di fluorite di Genna Tres Montis, nel Sud della Sardegna, è destinata a diventare una delle più importanti d’Europa una volta terminati i lavori di ristrutturazione e rappresenta un asset strategico per il Paese.

Mappa materie prime critiche (Feldspato e Fluorite) Mappa materie prime critiche (Feldspato e Fluorite) Fonte ISPRA

Inoltre, la presenza di altre materie prime critiche come il litio, scoperto in quantitativi importanti nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani, sottolinea il potenziale inespresso del sottosuolo italiano. Il litio è cruciale per la produzione di batterie, auto elettriche e altre tecnologie legate alla transizione energetica e digitale. Tuttavia, dopo un boom nel novembre 2022, ora i prezzi del litio sono in caduta libera, rendendo meno economica la sua estrazione.
Anche i prezzi futures sul rame hanno perso circa il 22% dai massimi di maggio, come si osserva dal seguente grafico.

Prezzi futures rame Prezzi futures rame Fonte Tradingview

Grandi aziende minerarie globali, come Altamin , Vulcan Energy e altre società australiane, hanno però manifestato un forte interesse per l’estrazione in Italia, puntando sui potenziali giacimenti di litio e altre materie prime strategiche. Questi sviluppi potrebbero ridurre significativamente la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la sicurezza economica nazionale, contribuendo al contempo alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica.

Miniere inattive e potenzialità

Oltre alle miniere attive, l’Italia possiede numerosi giacimenti storici che potrebbero essere rivalutati alla luce delle nuove tecniche di esplorazione e dell’andamento dei prezzi di mercato.

Depositi di rame sono già noti nelle colline metallifere, nell’Appennino ligure-emiliano, nelle Alpi occidentali, Trentino, Carnia e Sardegna.

Pirite, Rame, Zolfo in Piemonte - Fluorite, Piombo, Zinco, e altri metalli nelle Alpi orientali Pirite, Rame, Zolfo in Piemonte - Fluorite, Piombo, Zinco, e altri metalli nelle Alpi orientali Fonte Ispra

Il manganese, estratto soprattutto in Liguria e Toscana, e il tungsteno, documentato in Calabria, Sardegna e nelle Alpi centro-orientali, rappresentano ulteriori risorse di valore.

Il cobalto, presente in Sardegna e Piemonte, e la magnesite in Toscana, evidenziano la diversità mineraria del Paese. Giacimenti di titanio, bauxiti e terre rare completano il quadro delle potenzialità minerarie italiane. Le recenti scoperte di litio nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani, con sette permessi di ricerca già rilasciati, evidenziano una promettente opportunità di estrazione a basso impatto ambientale.

Ripercussioni sul mercato mondiale

La riscoperta e valorizzazione delle risorse minerarie italiane può avere significative ripercussioni sul mercato mondiale. L’aumento della produzione nazionale di materie prime critiche ridurrebbe la dipendenza dalle importazioni, stabilizzando i prezzi e migliorando la sicurezza delle forniture.

In un contesto globale in cui la Cina domina il mercato delle materie prime critiche, l’Italia, con una politica mineraria efficiente, potrebbe diventare un attore chiave in Europa, contribuendo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Il Critical Raw Materials Act dell’UE impone obiettivi ambiziosi, tra cui l’estrazione del 10% delle materie prime critiche dai territori europei entro il 2030.

L’Italia, con le sue risorse minerarie e un adeguato sostegno politico e normativo, può giocare un ruolo strategico nel raggiungimento di questi obiettivi, promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzato.

Per rilanciare le miniere, il governo ha stabilito un piano per il rilascio delle autorizzazioni, con tempi di risposta di massimo 18 mesi per le estrazioni e 10 per il riciclo. È previsto anche un regime di royalty per le concessioni minerarie strategiche dal 5% al 7%, senza alcun diritto di prelazione per aziende italiane.

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