La Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, promette che «non ci saranno vuoti di potere» dopo la morte del presidente Raisi. Intervista a Mauro Indelicato
Una morte che ha sconvolto una nazione intera e il mondo. Ebrahim Raisi, presidente iraniano e uno dei principali candidati alla successione della Guida suprema del Paese, è morto domenica 19 maggio in un incidente in elicottero. Aveva 63 anni. Chierico sciita conservatore, Raisi era un protetto della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, e un devoto sostenitore del sistema politico-religioso della Repubblica Islamica.
Khamenei, ha annunciato cinque giorni di lutto nazionale. L’elicottero su cui viaggiava il leader iraniano è precipitato nella regione montuosa di Varzeghan, vicino al villaggio di Uzi, nella provincia iraniana dell’Azerbaigian orientale, ed è avvenuto mentre Raisi e il ministro degli Esteri Amir-Abdollahian stavano tornando da una cerimonia per l’apertura di una diga al confine tra Iran e Azerbaigian. Abbiamo parlato dei possibili scenari con il giornalista e analista geopolitico di InsideOver, Mauro Indelicato.
Il mondo intero è sotto shock per la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi in un incidente in elicottero avvenuto nel nord-ovest del paese. Raisi è morto insieme alla delegazione che lo accompagnava, compreso il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian. Al momento tutto fa pensare a un tragico incidente, che ne pensi?
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