La Nato vuole addestrare i cittadini per la guerra contro la Russia?

Luna Luciano

28 Gennaio 2024 - 12:05

I Paesi Nato sembrano intenzionati ad addestrare un esercito di cittadini in vista di un’ipotetica guerra contro Mosca, ritenuta possibile dall’intelligence. Ecco quali sono e cosa può accadere.

La Nato vuole addestrare i cittadini per la guerra contro la Russia?

Alcuni Paesi membri della Nato si starebbero preparando al rischio di una guerra con Mosca.

Lo testimonia la decisione di alcuni Stati, tra cui la Polonia, la prima linea difensiva dell’Europa in caso di attacco da parte della Russia, di implementare i programmi di militarizzazione della popolazione civile, prendendo in seria considerazione la reintroduzione della leva obbligatoria.

Se c’è qualcosa che gli ultimi due anni hanno dimostrato con la guerra tra Russia e Ucraina e il genocidio palestinese è il fallimento di un modello della diplomazia internazionale che non ha cercato mai un serio dialogo con le parti in causa.

L’invasione dell’Ucraina è stata paragonata più volte all’invasione nazista della Polonia, andando ad alimentare le tensioni sotterranee - mai del tutto estinte - tra la Nato e la Russia, che ha più volte minacciato un’escalation militare e nucleare nella regione europea.

Con il risultato, a oggi, di rapporti dell’intelligence che non escludono un’eventuale guerra con Mosca nei prossimi anni, con il risultato che alcuni Paesi Nato sembrano essere decisi a preparare i civili ad una guerra contro la Russia.

Ma chi sono i paesi che vorrebbero reintrodurre la leva militare obbligatoria? E quali sono i rischi? DI seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Allarme Nato, rischio di guerra con la Russia entro 20 anni

In un clima generale di tensioni, con un mondo dilaniato da conflitti che rischiano di peggiorare nel 2024, secondo gli esperti non è da escludere in futuro una guerra tra la Nato e Mosca.

Secondo i rapporti di intelligence e militari di diverse nazioni europee, infatti, non è da escludere la possibilità che entro i prossimi 20 anni possa verificarsi una guerra contro la Russia.

Bisogna rendersi conto che stiamo passando da un mondo post bellico a uno pre-guerra” ha spiegato il chief of the general staff inglese Sir Patrick Sanders alla conferenza “International armoured vehicles” di Londra.

Il capo dell’esercito britannico ha dichiarato che il Regno Unito deve reclutare e addestrare un “esercito di cittadini pronti alla battaglia” in caso di conflitto con Mosca, sottolineando che:

l’aeronautica non basta. Dobbiamo essere credibili anche riguardo alla nostra forza via terra. Nei prossimi tre anni, dobbiamo arrivare a un esercito britannico di almeno 120mila unità. E comunque non basta

Per Sanders, infatti, l’invasione russa dell’Ucraina è paragonabile a quella nazista del 1937 della Polonia, ed è per questo che invita il suo Paese a non commettere lo stesso errore degli anni ’30. Per adesso, almeno, la reintroduzione della leva obbligatoria in Inghilterra sembrerebbe improbabile, ma secondo il capo britannico dell’esercito non bisognerebbe ignorare questa eventualità.

Quali Paesi Nato addestreranno i cittadini per una guerra contro Mosca?

L’Inghilterra, però, non è stato il primo Paese Nato a parlare di addestramento dei civili in vista di un’ipotetica guerra contro la Russia. Tra i Paesi convinti della necessità di riarmare i cittadini, per nutrire le proprie schiere militari, in caso di guerra troviamo:

  • Polonia. Il primo Paese ad aver discusso della possibilità di armare i propri cittadini è stata la Polonia, il Paese che si troverebbe in prima linea in caso di guerra con la Russia, data la sua posizione. Non a caso il governo polacco - guidato da Donald Tusk - ha già pubblicato a inizio gennaio 2024 le linee guida in caso di mobilitazione per lo scoppio di una guerra. In linea con il precedente esecutivo, in tema di difesa, la Polonia ha l’obiettivo di dotarsi del più grande esercito di terra in Europa con un totale di 300mila soldati - di cui 250mila professionisti e 50mila volontari - e ha stretto accordi con Stati Uniti e Corea del Sud per l’acquisto di mezzi militari come carri armati, aerei e artiglieria e sistemi di difesa aerea.
  • Germania. Ad aprile 2024 in parlamento si discuterà della possibilità di ripristinare la leva militare. Boris Pistorius, ministro della Difesa, infatti, ha dichiarato che la Germania deve essere “kriegstuechtig”, ovvero capace e “abile a condurre un conflitto”, ipotizzando anche la possibilità di reclutare tra gli stranieri. Eppure, bisogna ricordare che, pur essendo trascorsi due anni, dalla decisione del cancelliere Olaf Scholz di aumentare le spese per l’esercito al 2% del Pil, con investimenti da 100 miliardi di dollari per sostenere le truppe tedesche, ancora non se ne intravedono i risultati.
  • Svezia. Ma Polonia e Germania non solo le uniche, anche la Svezia guarda alla Russia con preoccupazione. Il ministro della Difesa, Carl-Oskar Bohlin, ha presentato un piano per rafforzare l’esercito attraverso il reclutamento di coscritti e professionisti, ma non solo. Nei piani del ministro rientrano anche quello per implementare un sistema duraturo per il rifornimento di munizioni e quello per garantire la superiorità tecnologica militare in caso di guerra. Stoccolma ha invitato i propri cittadini a prepararsi a un eventuale conflitto, provocando un’impennata dei volontari della protezione civile.

I toni e l’atteggiamento dei Paesi membri della Nato, sembrano appunto anticipare un’ipotetica stagione di conflitti, che non fanno altro che aumentare le tensioni nell’est Europa, dimenticando del tutto il ruolo che la diplomazia ha sempre svolto per evitare conflitti, sedendosi a un tavolo.

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