A Bucarest il vertice dei ministri degli Esteri Nato potrebbe confermare la volontà di considerare un ingresso dell’Ucraina: a guerra in corso, sarebbe la pietra tombale della via diplomatica.
La guerra in Ucraina è in corso da oltre nove mesi e, le flebili speranze per un cessate il fuoco prima dell’arrivo dell’inverno, potrebbero definitivamente naufragare se a Bucarest troveranno conferma le indiscrezioni della vigilia.
Nella capitale rumena, un luogo non scelto a caso visto che fu la sede del vertice Nato del 2008 dove venne preso l’impegno per un ingresso di Ucraina e Georgia, è in corso la riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica.
Quattordici anni dopo la storica apertura occidentale ai due Paesi ex sovietici, la situazione è ben cambiata: poco dopo il vertice di Bucarest le cui conclusioni furono definite una “minaccia diretta” da Mosca, la Russia ha invaso la Georgia occupando le regioni dell’Ossezia del Sud e l’Abkhazia, territori dove una guerra silente si sta trascinando ormai da anni.
Lo scoppio della più recente guerra in Ucraina invece sembrava aver sbarrato le porte dell’Alleanza atlantica a Kiev, ma adesso il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato che “sull’Ucraina abbiamo dichiarato che diventerà un membro della Nato, mi aspetto che i ministri reiterino questa posizione”.
Ucraina nella Nato vuol dire guerra infinita
In questa guerra una delle poche certezze in merito alle difficili trattative diplomatiche tra Ucraina e Russia è che, se si vuole arrivare a un cessate il fuoco, l’unico punto fermo è la garanzia da parte della Nato che Kiev non entrerà mai a fare parte dell’Alleanza atlantica.
Dopo il disco verde alle adesioni di Svezia e Finlandia, anche se manca ancora il via libera da parte della Turchia che può bloccare tutto, la Nato ora deve considerare le richieste di ingresso di Ucraina, Georgia e Moldavia.
Se come augurato da Stoltenberg il vertice di Bucarest dovesse confermare una sostanziale apertura verso l’ingresso dei tre Paesi, tutti i piccoli passi in avanti diplomatici fatti dall’inizio della guerra diventerebbero vani.
Ma c’è dell’altro. I ministri degli Esteri della Nato dovranno discutere anche dei rapporti con la Cina: se dovesse prevalere la linea dura auspicata dagli Stati Uniti, si andrebbe a perdere la preziosa sponda di Pechino indispensabile per la sottoscrizione di un accordo di pace.
Nelle scorse ore poi jet russi e cinesi hanno sorvolato lo spazio di difesa aerea della Corea del Sud, con Seul che è stata costretta a far alzare in volo i propri caccia; un episodio che può essere inteso come una sorta di messaggio sino-russo da recapitare a Bucarest.
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