Presto per i negozi potrebbe esserci il divieto di apertura domenicale. Sei d’accordo oppure no? Esprimi il tuo parere rispondendo al nostro sondaggio.
Presto i negozi potrebbero restare chiusi di domenica e nei giorni festivi; è una proposta di legge con prima firmataria la leghista Barbara Saltamartini a prevederlo.
Questa proposta è stata incardinata dalla Lega in commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, quindi ci sono molte probabilità che diventi legge vietando così l’apertura domenicale degli esercizi commerciali. D’altronde anche il Movimento 5 Stelle ha manifestato pubblicamente la propria intenzione di chiudere i negozi di domenica, tant’è che anche i pentastellati hanno depositato una loro proposta di legge (a prima firma di Davide Crippa).
La proposta leghista è però quella più rigida dal momento che punta ad eliminare la possibilità di aperture domenicali degli esercizi commerciali così da tutelare i piccoli negozi e i dipendenti. L’obiettivo quindi è quello di cancellare la liberalizzazione introdotta dal Governo Monti, permettendo agli esercenti di derogare al divieto solamente per 8 domeniche l’anno: le 4 di dicembre più altre 4 domeniche (o festività) durante l’anno.
Non tutti però sono d’accordo con questa decisione del Governo; alcuni italiani infatti sono favorevoli, mentre altri ritengono che i contro di questo provvedimento siano di più rispetto ai pro. A tal proposito abbiamo deciso di lanciare un sondaggio e chiedere direttamente a voi se siete favorevoli o contrari a questa proposta di legge. Cosa ne pensate della possibile introduzione del divieto di apertura domenicale per gli esercizio commerciali? Rispondete al sondaggio per esprimere un vostro parere; per maggiori dettagli sulla proposta di legge, invece, vi invitiamo a continuare a leggere l’articolo.
Il sondaggio chiuderà mercoledì alle 20:00.
Vietare l’apertura domenicale dei negozi sarà un errore?
La proposta di legge a prima firma della leghista Barbara Saltamartini andrà ad abrogare l’articolo 31 del decreto conosciuto come Salva Italia del 2011, con il quale il Governo Monti decise di liberalizzare le aperture domenicali e nei giorni festivi a discrezione dei negozianti.
Adesso, secondo Lega e Movimento 5 Stelle, è arrivato il momento di fare un passo indietro togliendo la discrezionalità ai negozianti e affidando a Comuni e Regioni il compito di determinare le nuove regole per l’apertura degli esercizi commerciali. Come anticipato il decreto potrà essere derogato ma per un massimo di 8 aperture straordinarie (tra le quali sono comprese le 4 domeniche di dicembre).
Giorgia Andreuzza, capogruppo della Lega in commissione Attività produttive della Camera - dove la proposta di legge è stata incardinata - ha assicurato che ci sarà un fitto calendario di audizioni così da consentire il più ampio dialogo possibile; l’obiettivo infatti è di dare al provvedimento tutta la flessibilità necessaria così da non danneggiare nessuno. A tal proposito si prevedono deroghe per le città d’arte e le località turistiche, nelle quali l’apertura domenicale degli esercizi commerciali spesso è necessaria.
Così come accade generalmente anche per questa proposta di legge l’opinione pubblica si divide tra favorevoli e contrari; ad esempio il presidente del Comitato nazionale italiano della Camera di Commercio Internazionale - Ettore Pietribassa - non è entusiasta di questa eventuale decisione dal momento che “è necessario sostenere e agevolare le aziende e le imprese che investono”.
D’altronde, come ci ricorda Pietribassa, il Governo Monti decise di liberalizzare le aperture domenicali proprio per incentivare i consumi; una necessità attuale ancora oggi, visto che lo sviluppo dei consumi è fondamentale per incrementare la ricchezza del Paese.
Da parte di Confesercenti - che ha deciso di commentare questa novità tramite una nota - invece, c’è la massima soddisfazione per la proposta di legge suddetta. Secondo l’associazione imprenditoriale, infatti, era “tempo di dare un segnale a migliaia di italiani, imprenditori e lavoratori, che aspettano un intervento correttivo sulla deregulation totale oggi in vigore”.
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