Trump ha bisogno di allargare la sua base, oltre i fedelissimi che sono pronti a votarlo: la media RCP degli ultimi tre mesi gli assegna un tasso di favore del 43,1%, contro il 53,5% che lo boccia.
Trump ha un termine obbligato per il lancio politico ufficiale del suo vicepresidente, la Convention del GOP che si terrà a Milwaukee, in Wisconsin, tra il 15 e il 18 luglio. In quella sede, il candidato Repubblicano avrà la possibilità di mandare un messaggio alla percentuale di elettorato ancora indeciso, non tanto sul partito da scegliere, quanto sulla alternativa tra andare a votare o astenersi. E quale sarà il bacino al quale cercare di attingere nel 2024?
Interessante è ricordare che nel 2020, per la vittoria di Biden, si erano recati alle urne (o avevano votato da casa) 154,6 milioni di cittadini, mentre nel 2016, quando aveva vinto Trump, erano stati 137,5 milioni). Come dire che 17,1 milioni di americani avevano contribuito a portare al massimo storico dell’ultimo secolo, pari al 67%, la percentuale di partecipanti alle ultime elezioni . A Biden andarono 81,28 milioni (il 51,3% del voto popolare), e a Trump 74,23 milioni (il 46,8%), con il residuo 1,8%, pari a 2,92 milioni, finito disperso tra altri candidati.
Nel 2016, la partecipazione al voto era stata del 60,1%, ben 7 punti percentuali in meno, e il voto popolare aveva premiato Hillary Clinton, a cui erano andati 65,8 milioni, 2,87 milioni in più dei 62,98 milioni andati a Trump.
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