Non puoi sapere quante armi abbiamo inviato all’Ucraina, ti spiego perché

Giorgia Bonamoneta

8 Giugno 2024 - 22:55

Guido Crosetto conferma che il governo sta prendendo in considerazione l’idea di desecretare la lista delle armi inviate all’Ucraina. Ma perché non l’abbiamo mai saputa prima?

Non puoi sapere quante armi abbiamo inviato all’Ucraina, ti spiego perché

Dall’inizio del supporto italiano all’Ucraina, il governo non ha dato molte informazioni in merito al tipo di “aiuto”. Ci sono state supposizioni, fughe di liste di armi e altri mezzi e poco altro. Il motivo è semplice: alcune informazioni sono secretate.

Dopo uno scambio tra il Movimento 5 Stelle e il ministro della Difesa Guido Crosetto, scopriamo che il governo Meloni potrebbe considerare la possibilità di desecretare una parte della lista delle armi inviate.

Cosa ha detto Crosetto al M5S: desecretare una parte della lista

Il governo italiano sta considerando la possibilità di desecretare, almeno in parte, la lista delle armi inviate all’Ucraina. Questo è quanto ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo a una domanda del Movimento 5 Stelle durante un question time.

Crosetto ha spiegato che sta pensando di adottare un approccio simile ad altre nazioni, che hanno reso pubblica solo una parte delle informazioni sulle forniture militari: “Sto pensando di fare come fanno alcune nazioni, che non hanno secretato il tutto ma parte. Sto pensando di arrivare a questo punto, così da cambiare quelle regole che, forse sbagliando, voi avete fissato e alle quali mi sono rigorosamente attenuto” .

L’Italia, a differenza di altri Paesi alleati, mantiene il segreto di Stato sulle forniture militari a Kiev. Crosetto ha sottolineato che tutte le informazioni richieste sono state fornite al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), ma sono vincolate dal segreto. “Tutte le cose che lei mi ha chiesto le sa perché le ho risposto al Copasir. Ha l’elenco dei materiali, i caveat e tutto ma lei, come me, è vincolato dal segreto e non può parlare”, ha chiuso l’intervento.

Cosa dicono i decreti legislativi sulla crisi in Ucraina

L’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Italia sono regolate da decreti legislativi approvati all’inizio della crisi. Il decreto legge n. 16 del 2022, approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022, introduce per esempio le misure urgenti sulla crisi in Ucraina e autorizza la partecipazione di personale militare italiano alle iniziative della NATO e la cessione di mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali di protezione.

Successivamente, ulteriori decreti hanno prorogato e ampliato queste misure. In particolare, i decreti legislativi 14 e 16 del 2022 hanno autorizzato per la prima volta la cessione di materiale bellico all’Ucraina, una disposizione che è stata prorogata dai decreti legge 185 e 200 del 2022 e 2023.

Perché la lista è rimasta segreta così a lungo?

La segretezza delle forniture militari all’Ucraina è stata mantenuta per ragioni di sicurezza nazionale. I decreti ministeriali che autorizzano la cessione di armi specificano che la lista degli armamenti è un “documento classificato”, senza fornire ulteriori spiegazioni nel testo stesso.

La decisione di mantenere segreta la lista è stata giustificata come necessaria per evitare che informazioni sensibili possano essere utilizzate da potenziali avversari. Adolfo Urso, presidente del Copasir, ha chiarito che la segretezza è stata adottata “per non mettere innanzitutto a rischio il nostro Paese” e “per non informare colui che sta aggredendo il popolo ucraino su quello che gli stiamo fornendo”. Questa posizione è stata confermata dal Copasir dopo un’audizione con il ministro Guerini, sottolineando la necessità di mantenere riservate le informazioni sulle forniture militari.

La decisione di non rendere pubblica la lista delle armi inviate all’Ucraina è dettata da considerazioni di sicurezza e riservatezza. Mentre il governo valuta la possibilità di maggiore trasparenza, per ora la linea adottata è quella di mantenere la segretezza per proteggere sia gli interessi nazionali sia l’efficacia degli aiuti forniti all’Ucraina.

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