49 sono le vittime della strage delle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. Ma per Trump gli attentatori sono «persone con problemi seri»
Appena entrato in aula di tribunale, il giorno dopo l’attentato che ha causato la strage di 49 persone, il terrorista Brenton Tarrant, ghignando, ha fatto “OK” con la mano, gesto utilizzato dai suprematisti bianchi, troll su internet e supporter dell’alt-right. Ma per Donald Trump si tratta - ancora - di poche mele marce, non di un’emergenza.
Chi ha ispirato la strage in Nuova Zelanda
Tarrant, 28enne australiano, ha ripreso le proprie efferate azioni in un video di 17 minuti grazie a una telecamera Go Pro, che imita la visione in soggettiva di un videogioco in prima persona. Il terrorista ha reso palesi gli ispiratori dell’attacco alle due moschee scrivendo sulle proprie armi, fra gli altri, i nomi di Luca Traini e Alexandre Bissonette.
Il primo è stato condannato a 12 anni di carcere per aver sparato su 6 immigrati a Macerata, il secondo sta scontando una pena di 40 anni per aver ucciso 6 musulmani in Quebec. Ma non si tratta di singoli “pazzi”: per numerosi osservatori i movimenti razzisti per la supremazia bianca stanno emergendo in tutto il mondo. Stati Uniti compresi.
Le parole di Trump sugli attentati
Gli accadimenti di Christchurch, però, mettono in difficoltà il Presidente, spesso protagonista di dichiarazioni al limite. Parlando dallo studio ovale, Donald Trump ha detto di aver espresso le condoglianze dell’intera nazione a seguito dei “mostruosi attacchi terroristici”. Su Twitter li ha condannati come “orribili massacri”. Alla domanda se fosse preoccupato dal sorgere dei vari movimenti, Trump ha risposto ai giornalisti affermando di non essere preoccupato, che la colpa è di piccoli gruppi di persone con “problemi molto seri”. Una dichiarazione piuttosto lontana da quelle di altri leader mondiali come Theresa May e Scott Morrison, che invece accusano “l’ideologia dell’odio” e dell’estrema destra. Per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si tratta di un “segnale d’allarme gravissimo”.
Le parole di Trump, insomma, non solo non ascrivono la strage a un problema più ampio ma all’esclusiva responsabilità di poche labili menti, ma non fa nulla per rassicurare le comunità islamiche d’America. Già in campagna elettorale, Trump aveva fatto uso di una retorica anti-musulmana, annunciando la chiusura completa dei confini ai fedeli di Allah. Come presidente è poi riuscito a impedire ai cittadini di 7 Paesi, 5 dei quali musulmani, di viaggiare verso gli USA. Anche questi ultimi sono stati teatro di almeno un omicidio di matrice suprematista o razzista, quello di Charlottesville, Virginia. Senza contare le 286 persone di colore uccise dalla polizia americana in un anno (2017).
Nuova Zelanda, gli sviluppi delle indagini sugli attentati
Nel frattempo, scrive il New Zealand Hereald, il 28enne Tarrant, presentatosi in tribunale ammanettato e a piedi nudi, è stato rinviato in custodia cauterale al 5 aprile. Una delle quattro persone arrestate dopo gli attentati, invece, è stata rilasciata.
La prima ministra Jacinda Ardern ha dichiarato che le leggi sulla detenzione di armi, in Nuova Zelanda, cambieranno al più presto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA