Nuovo BTP a 15 anni, è boom di acquisti. Ma c’è chi fugge dal debito italiano

Laura Naka Antonelli

13 Febbraio 2025 - 17:18

Identikit di chi ha comprato il nuovo BTP a 15 anni emesso dal Tesoro: corsa allo shopping dei titoli di Stato italiano. Ma c’è chi parla di deflussi significativi.

Nuovo BTP a 15 anni, è boom di acquisti. Ma c’è chi fugge dal debito italiano

Tutti pazzi per i BTP: gli investitori continuano a fare incetta dei titoli di Stato italiani, che si tratti di investitori stranieri o italiani, di investitori istituzionali o, spera il governo Meloni, retail, ovvero di piccoli risparmiatori.

Su quest’ultimo punto, la grande prova del nove sarà rappresentata dall’esito dell’emissione, ormai alle porte, del nuovo BTP dedicato alla platea degli investitori retail, ovvero del BTP Più, nuovo titolo di Stato rivolto ai BTP People partorito dal governo Meloni, con la trovata del rimborso anticipato, che fa parte della famiglia del BTP Valore.

In attesa di conoscere in primis i tassi minimi garantiti e il codice ISIN del BTP Più, che saranno annunciati dal MEF nella giornata di domani, occhio alla nuova sorpresa annunciata qualche giorno fa dal Tesoro, che ha apportato qualche modifica al calendario delle aste dei titoli di Stato italiani previsti per il mese.

Tutti pazzi anche per questo nuovo BTP, ordini per oltre 130 miliardi di euro

Si tratta del nuovo BTP a 15 anni, il cui collocamento è avvenuto non attraverso il meccanismo dell’asta, ma tramite il sindacato costituito da cinque lead manager, Barclays Bank Ireland PLC, Deutsche Bank A.G., Intesa Sanpaolo S.p.A., Morgan Stanley Europe SE e Nomura Financial Products Europe GmbH e dai restanti Specialisti in titoli di Stato italiani in qualità di co-lead manager.

Anche questo titolo di Stato ha ricevuto un’accoglienza decisamente positiva, con un boom di ordini che ha superato quota 130 miliardi di euro.

Nuovo BTP a 15 anni, le due cedole semestrali

Il Tesoro ha poi fornito i dettagli di chi ha deciso di fare incetta di questo bond sovrano, con scadenza al 01/10/2040, la cui emissione è regolata al prossimo 18 febbraio 2025.

Si tratta di un nuovo benchmark BTP a 15 anni, che garantisce una cedola annua pari al 3,85%, pagata in due cedole semestrali.

La febbre per questo nuovo titolo di Stato italiano è scattata subito, se si considera l’importo delle richieste, a fronte di una emissione lanciata per un valore di 13 miliardi.

Sono stati più di 300, ha comunicato inoltre il Tesoro, gli investitori che si sono lanciati alla conquista di questo bond, con il 34,1% dell’ammontare complessivo che è stato emesso che è stato assegnato a fund manager e il 39% alle banche.

In evidenza la quota degli investitori che hanno deciso di inserire nei loro portafogli il titolo in un’ottica di investimento di lungo periodo, pari al 22,7% (di cui il 17,4% è stato assegnato a banche centrali e istituzioni governative e il 5,3% a fondi pensione e assicurazioni).

Hanno partecipato all’emissione anche gli hedge fund, che si sono visti assegnare il 3,8% dell’emissione, mentre una quota residuale è stata sottoscritta da altre tipologie di investitori.

Boom di richieste soprattutto da parte degli investitori esteri

Quali investitori di qualche parte del mondo hanno acquistato questo nuovo BTP? Il ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti ha parlato di una distribuzione geografica del titolo “estremamente diversificata, con una partecipazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 30 paesi”.

Boom di richieste soprattutto da parte degli investitori esteri, che sono stati quelli che si sono aggiudicati la fetta più grande della torta, pari a ben il 76,3% offerto, mentre gli investitori domestici ne hanno sottoscritto il 23,7%.

Nello specifico, tra gli investitori esteri, le sottoscrizioni del nuovo BTP a 15 anni sono avvenute soprattutto in Europa, in particolare dal Regno Unito (12,8%), dalla Penisola iberica (11,8%), dai Paesi scandinavi (10,4%), dalla Germania, Austria e Svizzera (7,2%), dalla Grecia (5,8%), dalla Francia (4,5%) e da altri Paesi europei (2,3%).

A partecipare in modo rilevante anche gli investitori statunitensi (12%), mentre il resto dell’emissione è stato allocato presso investitori asiatici (6%), in Medio Oriente (2,7%) ed in altri Paesi americani (0,8%).

In un momento in cui la presentazione del nuovo BTP appartenente alla famiglia del BTP Valore, ovvero del BTP Più, ha confermato la strategia del governo Meloni tesa a far convogliare il più possibile i risparmi degli italiani verso il debito pubblico, occhio alla partecipazione degli investitori esteri, che hanno manifestato per l’ennesima volta un grande interesse per i titoli di Stato italiani.

2025 partito con il botto per i BTP

La febbre per i BTP è ormai da un bel po’ più la regola che l’eccezione, se si considera che il 2025 è partito con il botto, con un boom di richieste che ha interessato già nei primi giorni di gennaio i nuovi BTP a 10 anni e i nuovi BTP green, con richieste record per oltre 270 miliardi di euro, superiori anche all’esito dell’asta della fine di ottobre del 2024, che si era conclusa con domande ai livelli massimi della storia, sulla scia del premio che era stato riconosciuto all’Italia dall’agenzia di rating Fitch.

L’Italia, insomma, continua a piacere, e anche molto, come emerge dagli annunci vari che periodicamente arrivano dal Tesoro.

Tra l’altro oggi è andata bene anche l’asta lanciata dal MEF, che ha collocato BTP a 3 anni offerti per un valore di 3,25 miliardi di euro, a un rendimento che ha segnato un forte calo, scendendo di ben 33 punti base rispetto al collocamento precedente, ovvero al 2,52%, a fronte di una domanda che ha superato la soglia di 5,1 miliardi.

Febbre BTP smontata da numeri State Street: deflussi significativi da titoli di Stato Italia e Spagna

Eppure, non tutti sono poi così ottimisti sulla carta italiana, così come non tutti sbandierano la presunta febbre che da un bel po’ sarebbe scattata sui BTP.

Non lo fa per esempio Noel Dixon, Senior Macro Strategist di State Street Global Markets che, nel commentare il comportamento degli investitori istituzionali nel mese di gennaio 2025, ha messo in evidenza, tra gli altri aspetti da considerare, che “il pessimismo nei confronti di alcuni titoli di Stato europei resta diffuso”. E che di certo non ha tessuto le lodi dei BTP, tutt’altro, visto che ha scritto che “ i Bonos spagnoli e i BTP italiani continuano a registrare significativi deflussi ”, a fronte degli OAT francesi che “hanno iniziato a vedere qualche acquisto e i Bund tedeschi che sono rimasti sostanzialmente stabili”.

Il pessimismo sulla duration è evidente ”, ha aggiunto Dixon, andando a mettere il dito proprio nella piaga dei conti pubblici di alcuni Paesi (nel caso dell’Italia, la piaga nota a tutto il mondo è ovviamente quella del debito pubblico).

I profili fiscali di molti paesi europei continuano a rappresentare una fonte di preoccupazione per gli investitori a lungo termine ”, ha confermato il Senior Macro Strategist di State Street Global Markets, commentando la pubblicazione degli Institutional Investor Indicators di State Street, che monitorano su base mensile la propensione al rischio (Institutional Investor Risk Appetite Indicator) e le partecipazioni in azioni, obbligazioni e liquidità (Institutional Investor Holdings Indicator) degli investitori istituzionali, ricavati dai 44 trilioni di dollari di asset in custodia e amministrazione di State Street.

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