Un segnale infallibile dai mercati indica un crollo in arrivo: azioni o obbligazioni, cosa sta per affondare? L’analisi degli esperti.
Si prevede un crollo di uno dei mercati tra azionario e obbligazionario e il segnale è proprio nella curva dei rendimenti del Tesoro.
La curva dei rendimenti dei Treasury è stata uno strumento di previsione della recessione straordinariamente accurato per oltre cinque decenni. I bond degli Stati Uniti sono titoli di debito che pagano un tasso di interesse fisso (o rendimento) in base alla loro scadenza.
I Treasury con scadenze lunghe solitamente offrono una remunerazione maggiore di quelli a scadenze brevi perché gli investitori si aspettano di essere pagati di più quando impegnano denaro per periodi più lunghi. Ad esempio, i Treasury a 10 anni solitamente hanno un rendimento più alto dei Treasury a tre mesi.
Tuttavia, la curva dei rendimenti si inverte quando le obbligazioni a breve scadenza pagano di più di quelle a lunga scadenza. Le inversioni si verificano frequentemente quando l’incertezza economica spinge gli investitori ad acquistare obbligazioni con scadenze lunghe. Proprio questo sarebbe il segnale che il mercato obbligazionario sta lanciando: la recessione colpirà gli Usa e farà affondare le azioni? L’analisi.
Crollo azionario in vista, ecco perché e cosa c’entrano le obbligazioni
Gli esperti hanno dibattuto a lungo in questi ultimi mesi se l’economia statunitense fosse destinata a finire nei guai. Nell’ottobre 2022, gli economisti hanno stimato la probabilità di una recessione entro 12 mesi al 63%. L’inflazione superava l’8% all’epoca e la Federal Reserve stava aumentando i tassi di interesse al ritmo più veloce degli ultimi decenni. Ma da allora la situazione è cambiata radicalmente.
L’inflazione adesso si è raffreddata al punto che si prevede che i decisori politici taglieranno i tassi a settembre e l’economia ha continuato a espandersi. Il Pil degli Stati Uniti è aumentato a un 2,8% su base annua nel secondo trimestre, mentre gli esperti prevedono solo una crescita del 2%. Gli economisti ora stimano la probabilità di una recessione entro 12 mesi al 28%.
Tuttavia, gli investitori non sono fuori pericolo. Dudley, ex presidente della Federal Reserve Bank di New York ritiene per esempio che l’economia stia già scivolando verso una recessione e che ritardare i tagli dei tassi fino a settembre aumenti inutilmente il rischio.
Uno strumento di previsione del mercato obbligazionario supporta questa conclusione. La curva dei rendimenti del Tesoro ha previsto ogni recessione dal 1969 e adesso sta lanciando l’allarme da ben 21 mesi, il periodo più lungo mai registrato. Se tale avvertimento dovesse rivelarsi accurato, una recessione porterebbe quasi certamente a un crollo del mercato azionario.
Gli analisti sottolineano che le inversioni tra i titoli Treasury a 10 anni e a tre mesi sono particolarmente affidabile per prevedere le recessioni. La curva dei rendimenti le ha previste dal 1950 con un solo segnale ’falso’, che ha preceduto la crisi del credito e il rallentamento della produzione nel 1967, secondo la Federal Reserve Bank di New York.
C’è un altro dato importante da valutare secondo gli esperti. La differenza tra i rendimenti dei Treasury a 10 anni e a tre mesi, ha superato l’1% negativo a giugno 2024. L’ultima volta che è successo (esclusa l’attuale inversione) è stato nell’agosto 1981. In altre parole, il mercato obbligazionario sta lanciando l’ allarme di recessione più grave degli ultimi decenni.
Azioni verso il tonfo? Cosa c’è da sapere
Le recessioni economiche sono state storicamente una cattiva notizia per il mercato azionario. Sapere come investire e quali opportunità cogliere in questi contesti è quindi fondamentale. Può esserti utile il corso sull’Analisi Tecnica di Money.it.
L’S&P 500 è sceso di una media del 35% durante le recessioni dal 1969. L’indice attualmente è scambiato al 4% al di sotto del suo massimo storico, quindi il ribasso implicito sarebbe del 31% se una recessione iniziasse domani, stando ai calcoli degli analisti.
Sembra allarmante, ma la cosa peggiore che gli investitori possano fare è tentare di cronometrare il mercato vendendo azioni ora e riacquistando prima del rimbalzo secondo i suggerimenti degli esperti. Nessuno strumento di previsione è davvero infallibile, quindi l’attuale inversione della curva dei rendimenti non garantisce una recessione, né garantisce un crollo del mercato azionario.
Inoltre, anche se il mercato azionario crolla, l’S&P 500 ha storicamente ripreso quota prima della fine delle recessioni. “In ogni recessione degli ultimi 50 anni, fatta eccezione per il crollo tecnologico nei primi anni 2000, l’S&P 500 ha iniziato la sua risalita verso i massimi prima che l’attività economica toccasse il fondo”, secondo la stratega di JP Morgan Elyse Ausenbaugh.
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