Sottoscritto il protocollo d’intesa per fronteggiare le commissioni delle transazioni per i pagamenti con il Pos. Vediamo cosa prevede e perché è ottimo per i commercianti.
Dopo che l’Unione Europea aveva bocciato l’ipotesi di eliminare l’obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici, mai effettivamente attuata, il governo era alla ricerca dalla fine del 2022, di una soluzione per venire incontro agli esercenti nel fronteggiare il problema delle commissioni Pos troppo alte.
La Legge di Bilancio 2023 prevedeva 90 giorni di tempo per trovare un’intesa con le banche per risolvere la situazione. In mancanza di una intesa doveva scattare una sanzione per le banche pari al 50% dell’utile derivante dalle commissioni per le transazioni di importo inferiore a 30 euro.
L’intesa, di fatto, doveva essere raggiunta entro marzo, dopo ritardi e intoppi il protocollo di intesa è stato finalmente sottoscritto quattro mesi dopo il termine fissato. Ma nessun obbligo è stato previsto per le banche per abbassare le commissioni. Cosa prevede, quindi, il protocollo?
Il protocollo di intesa per le commissioni Pos
Il protocollo doveva, in qualche modo ridurre l’impatto che l’obbligo di accettare i pagamenti con il Pos ha sui commercianti soprattutto nelle transazioni di importo basso (al di sotto dei 30 euro). Anche se non è stato previsto un obbligo per le banche di abbassare le commissioni, c’è un invito a ridurle.
Si tratta solo di un primo passo e sicuramente poteva essere fatto di più. Il protocollo è stato sottoscritto da:
- Abi (Associazione bancaria italiana);
- Asp (Associazione italiana prestatori servizi di pagamento);
- Cna;
- Confartigianato;
- Confcommercio;
- Confesercenti;
- Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi).
Cosa contiene? Nella durata transitoria di 12 mesi è rivolto a tutti i negozianti che hanno avuto ricavi e compensi inferiori a 400.000 euro nell’ultimo anno per i quali si chiede di adottare iniziative che abbassino le commissioni del Pos per transazioni di importo inferiore a 30 euro. Non un obbligo, quindi, ma solo un invito a intraprendere delle iniziative competitive soprattutto per le transazioni fino a 10 euro.
Cosa significa nel concreto?
Confesercenti aveva chiesto l’azzeramento delle commissioni per le transazioni sotto i 30 euro, ma l’intesa richiede trasparenza per i costi dei pagamenti con la carta di credito o il bancomat. Questo permetterà ai negozianti di comparare i costi dei diversi istituti di credito e sarà, quindi, ora compito delle banche garantirsi i contratti con i singoli esercenti offrendo percentuali di commissioni più basse.
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