Obbligo presentazione 730/2024, attenzione al numero di CU

Patrizia Del Pidio

11/07/2024

Ci sono casi in cui un contribuente è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi e molti sono legati al numero delle CU. Vediamo come e perché.

Obbligo presentazione 730/2024, attenzione al numero di CU

Quando c’è l’obbligo di presentazione del 730/2024 e quando bisogna prestare attenzione al numero di CU? Con la stagione dichiarativa nel suo pieno svolgimento è tempo di comprendere quando, anche in presenza di redditi non troppo alti e derivanti solo da lavoro dipendente, un contribuente è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione dei contribuenti le dichiarazioni precompilate dallo scorso 30 aprile. Per la prima volta, nel 2024, non solo il 730 viene fornito in maniera precompilata, ma anche il modello Redditi. Anche le partite Iva, quindi, da quest’anno potranno contare su un certo numero di dati caricati in automatico dall’Agenzia delle Entrate. Dal 20 maggio, poi, i contribuenti possono procedere alla correzione, all’integrazione, alla modifica dei dati e all’invio della dichiarazione.

Quello che solleva molti dubbi e che, in più di un’occasione, porta i contribuenti a non presentare il 730 anche se obbligati, e una cattiva informazione che i media fanno sulla dichiarazione dei redditi. Si è portati a pensare, infatti, che avere solo redditi da lavoro dipendente non esponga all’obbligo di presentazione della dichiarazione perché le somme percepite sono già tassate alla fonte dal datore di lavoro.

Capita, invece, che dipendenti (precari o a tempo determinato) si trovino nella condizione di lavorare per parte dell’anno e per il restante tempo percepire la Naspi, oppure lavorare per qualche mese e per il resto dell’anno percepire la pensione o, ancora, di cambiare lavoro e di avere due datori di lavoro distinti.

In tutti questi casi il contribuente ha due o più CU e si trova esposto all’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Facciamo un pò di chiarezza.

Obbligo presentazione del 730 in presenza di più di una CU

Il contribuente è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi in ogni caso di doppia Certificazione Unica. In caso di lavoro dipendente e pensione o Naspi per una parte dell’anno si ha una CU dell’INPS per la Naspi (o la pensione) e del datore di lavoro.

Un esempio classico, per questo caso, è rappresentato dall’insegnante precario. I supplenti della scuola, infatti, non lavorano per l’intero anno e nei mesi estivi percepiscono la Naspi. In questo caso se anche si è avuto un solo rapporto di lavoro, alla CU della scuola si somma quella dell’Inps.

Lo stesso capita al lavoratore dipendente che raggiunge i requisiti per la pensione e lascia il lavoro per la quiescenza. Le CU in suo possesso sono due, una del datore di lavoro e una dell’Inps per la pensione.

In tutti i casi in cui il contribuente ha più di una Certificazione Unica è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi per conguagliare l’imposta dovuta. Si potrebbe obiettare che anche in questi casi le somme che si percepiscono sono già tassate dal sostituto di imposta che opera trattenute (il datore di lavoro sullo stipendio, l’Inps sulla pensione, per esempio). Ma siamo proprio certi che trattengano la giusta cifra?

Perché c’è l’obbligo di presentazione del 730 con due CU?

Nei casi di doppia CU vi è la possibilità che i sostituti di imposta, non sapendo gli altri redditi percepiti, possano aver applicato una tassazione inferiore a quella realmente dovuta e, quindi, è necessario un conguaglio dei redditi per il ricalcolo dell’Irpef che, nella maggior parte dei casi, comporta un debito derivante dal 730 per il contribuente.

Facciamo un esempio per capire cosa accade. Se da entrambe le CU deriva un reddito che rientra nella no tax area (8.500 euro per i dipendenti) è possibile che i sostituti di imposta non abbiano applicato tassazione Irpef. Ma se dalla sommatoria dei due redditi il reddito complessivo supera il limite della no tax area l’Irpef è dovuta e ci si troverebbe nella condizione di dover pagare quanto non versato in busta paga e nel cedolino della Naspi/pensione. Di contro il contribuente, in questo caso, avrebbe anche diritto alle detrazioni e alle deduzioni fiscali e, di fatto potrebbe anche non finire a debito.

Un’altra casistica che potrebbe presentarsi è quella di due redditi entrambi soggetti a tassazione: 18.000 euro per il lavoro dipendente e 12.000 euro per la Naspi/pensione, ad esempio.

In questo caso i sostituti di imposta applicherebbero la tassazione, ma la sommatoria delle due tassazione non darebbe la vera Irpef dovuta, vediamo perchè.

Il primo sostituto di imposta, non sapendo dell’altro reddito, applicherebbe l’aliquota del 23% sui 18.000 euro percepiti dal contribuente per un totale di 4.140 euro di Irpef. Lo stesso farebbe anche il secondo sostituto di imposta tassando i 12.000 euro al 23% per Irpef pari a 2.760 euro. Sommando i due importi il contribuente avrebbe avuto un’Irpef di 6.900 euro. Da considerare, inoltre, che entrambi i sostituti avrebbero applicato le detrazioni calcolate solo sull’importo da loro erogato (che il contribuente dovrebbe in parte restituire).

L’Irpef realmente dovuta va calcolata sul totale del reddito, ovvero su 30.000 e nel seguente modo:

  • 23% sui primi 28.000 euro per un’imposta pari a 6.440 euro;
  • 35% sui restanti 2.000 euro per un’imposta pari a 700 euro.

In questo secondo caso l’Irpef totale dovuta è pari a 7.140 euro con una differenza su quella versata di 240 euro (somma che il contribuente dovrebbe versare con il conguaglio della dichiarazione dei redditi). Proprio per questa motivo chi ha più di una CU deve presentare obbligatoriamente la dichiarazione dei redditi al fine di calcolare esattamente le imposte dovute.

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