Offerte di lavoro anonime: quando possono essere legali?

Caterina Gastaldi

26 Ottobre 2022 - 15:40

Le offerte di lavoro anonime sono legali? Ecco in quali situazioni la legge lo permette e tutto quello che bisogna sapere.

Offerte di lavoro anonime: quando possono essere legali?

La pubblicazione di un’offerta di lavoro non è, come si potrebbe erroneamente pensare, un’operazione priva di regole da seguire. Anzi, questi annunci in particolare prevedono il rispetto di leggi precise, atte a proteggere sia gli interessati, che possono in questo modo entrare in possesso delle informazioni fondamentali relative alla tipologia di professionalità richiesta, sia chi è alla ricerca di professionisti.

Nello specifico a occuparsi di questi obblighi è quello conosciuto con il nome di “decreto Biagi”, ovvero il decreto legislativo numero 276 del 2003 “Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro”. Tra le varie regole previste al suo interno c’è anche il divieto di pubblicazioni di annunci di lavoro anonimi. Tuttavia, come è facile notare nel momento in cui si vanno a inviare dei curricula, esistono offerte di lavoro per cui non è presente l’azienda interessata. Quand’è che è quindi possibile una situazione del genere?

Annunci di lavoro anonimi

Come previsto dal decreto Biagi, le offerte di lavoro devono avere al loro interno alcune informazioni fondamentali, tra cui il nome dell’agenzia interessata. Il motivo non è solo a protezione del lavoratore interessato, che non si trova così a dover inviare i propri dati a chicchessia, ma anche per evitare che le realtà coinvolte non ricevano curricula da persone che poi potrebbero non essere interessata a lavorare per quella specifica realtà, per esempio.

La pubblicazione di offerte anonime è illegale su qualsiasi mezzo di comunicazione, ovvero per mezzo stampa, internet, tv o altri mezzi di informazione. Un annuncio senza il nome dell’azienda interessata quindi non è legale né online, né offline, in quasi nessuna situazione. In generale quindi quando ci si trova di fronte a un’offerta anonima, non bisogna rispondere, poiché si tratterà facilmente di una truffa.

Quando gli annunci di lavoro anonimi sono legali

Un annuncio anonimo, quindi senza il nome dell’azienda alla ricerca di dipendenti, può essere legale nel momento in cui viene pubblicato da un’agenzia del lavoro in possesso di tutti i permessi necessari, oppure da un sito o un giornale o per mezzo del centro per l’impiego, purché siano rispettate le regole relative la comunicazione dei dati a chi di dovere.

Le offerte di lavoro devono avvenire tramite soggetti, pubblici o privati, autorizzati o accreditati all’incontro tra domanda e offerta e quando il potenziale datore di lavoro vuole mantenere l’anonimato dovranno essere il titolare del sito o il direttore responsabile della testata giornalistica interessata a mandare i dati di chi ha pubblicato l’annuncio al centro per l’impiego entro il termine massimo previsto.

Le informazioni da comunicare

Nel caso in cui ci si trovasse nella situazione precedente, per poter rimanere anonimo, il potenziale datore di lavoro deve comunque consegnare determinate informazioni che non saranno fornite ai futuri possibili dipendenti, ma devono rimanere in possesso di chi si occupa di pubblicare l’offerta, che dovrà gestirle a norma di legge.

Nello specifico, i dati in questione dovranno venire inviati al centro per l’impiego entro un massimo di 10 giorni dal momento di pubblicazione dell’annuncio, da chi si è occupato della pubblicazione stessa.

La testata, o il sito, si fanno così carico dell’osservanza delle norme sulla privacy, anche nel caso di concessionaria di pubblicità, inviando a chi di dovere i seguenti dati relativi all’azienda:

  • nome di chi ha commissionato l’annuncio;
  • codice fiscale o partita Iva (a seconda che si tratti di persona fisica o giuridica);
  • testo dell’annuncio;
  • posizione di lavoro ricercata.

Normalmente quando ci si appoggia a testate o portali internet, la pubblicazione può avvenire dietro pagamento, mentre è anche possibile richiedere gratuitamente l’intervento del centro per l’impiego.

Le sanzioni previste per le offerte anonime

Nel caso in cui le informazioni richieste non vengano inviate, l’offerta verrà ritenuta anonima. Questo significa che gli editori, i direttori responsabili e i gestori di siti su cui è stata pubblicata si troveranno a dover pagare una sanzione amministrativa pecuniaria piuttosto onerosa.

Questa parte infatti da un minimo di 4.000 euro a un massimo di 12.000 euro. È quindi dovere dell’editore e responsabili assicurarsi l’invio dei dati richiesti, evitando altrimenti la pubblicazione dell’annuncio in questione.

Regole generali degli annunci di lavoro

Gli annunci di lavoro devono rispettare diverse altre regole oltre quelle relative all’anonimato. Infatti è previsto che sia messa in chiaro la posizione offerta, e non siano presenti discriminazioni di genere, età, religione, o di altra tipologia. L’offerta prevista per il compito richiesto deve essere considerata congrua, rispetto alle capacità del candidato, e deve essere sempre presente, in modo chiaro, la posizione richiesta.

A identificare la mancata correttezza dell’annuncio non è quindi semplicemente l’anonimato dell’azienda, ma questo può avvenire anche nel caso del mancato rispetto di diverse altre regole, atte particolarmente a proteggere coloro in fase di ricerca.

Nel momento in cui si cerca un lavoro bisognerà quindi l’offerta diventa già un buon modo per capire con che tipologia di azienda si avrà a che fare. Diventa così preferibile, quando possibile, evitare annunci vaghi, e che richiedono per esempio una quantità di abilità e competenze troppo ampia per un solo candidato.

Cercare un impiego è di per sé un’operazione complessa, e saper riconoscere le offerte valide permette di evitare di perdere più tempo del dovuto.

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