Allarme Omicron 4 e 5: «In arrivo nuova ondata». A rischio anche guariti e vaccinati, i sintomi

Emiliana Costa

3 Maggio 2022 - 13:00

In Italia è stata isolata la sottovariante Omicron 4, mentre nel mondo si sta diffondendo velocemente anche BA.5. Gli esperti lanciano l’allarme: «Rischio nuova ondata». Ecco perché.

Allarme Omicron 4 e 5: «In arrivo nuova ondata». A rischio anche guariti e vaccinati, i sintomi

Allarme sottovarianti Omicron 4 e 5: «Possono provocare una nuova ondata». In Italia, dal 1° maggio le restrizioni sono state allentante con l’abolizione del green pass per l’accesso ai luoghi aperti al pubblico (fatta eccezione per ospedali e Rsa) e la proroga delle mascherine al chiuso solo per i contesti più a rischio.

Ma il virus continua a correre trainato da Omicron 2, la cui contagiosità è pari a quella del morbillo. Il tasso di positività nel nostro paese si attesta al 15,4%. Ed è in questo contesto che scatta l’allarme Omicron 4 e 5, due sottolignaggi di Omicron. Nei giorni scorsi, in Italia è stata isolata Omicron 4, mentre sia BA.4 che BA.5 sono responsabili di tre quarti delle infezioni in Sudafrica.

Gli esperti lanciano l’allarme: «Chi ha avuto Omicron 1 non è protetto da BA.4 e BA.5. Le due sottovarianti possono provocare una nuova ondata». Entriamo nel dettaglio.

Omicron 4 e Omicron 5: «Rischio nuova ondata di contagi»

Dal 1° maggio le restrizioni in Italia sono state allentate, nonostante il virus continui a circolare. Non solo. Negli ultimi giorni, la variante Omicron 4 è stata isolata e genotipizzata presso il laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza. Mentre nel mondo si diffonde anche Omicron 5. Soprattutto in Sudafrica dove rappresenta i tre quarti delle infezioni attuali.

Ma cosa emerge dagli studi sulle varianti? L’elemento positivo è che non sarebbero più contagiose di Omicron, ma chi si è ammalato di BA.1 avrebbe solo una piccola protezione contro i due nuovi sottolignaggi. Peggiora decisamente la situazione per chi non si era vaccinato prima dell’infezione.

È quanto emerge da una ricerca coordinata dall’Africa Health Research Institute di Durban in Sudafrica e pubblicata su medRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche prima della valutazione da parte della comunità scientifica.

Omicron 4 e Omicron 5 hanno avuto origine rispettivamente a metà dicembre e nei primi giorni di gennaio. Poi da aprile hanno iniziato a diffondersi velocemente in Sudafrica. Con la ricerca gli studiosi hanno verificato la capacità di neutralizzare le due varianti con il siero di 39 persone che si erano infettate con BA.1: 24 di loro non erano vaccinate, mentre 15 si erano ammalate nonostante avessero ricevuto i vaccini Pfizer-BioNTech o Johnson & Johnson.

Il siero è stato prelevato 23 giorni dopo i primi sintomi «corrispondente al momento in cui l’immunità neutralizzante contro Omicron BA.1 si sviluppa e raggiunge il massimo». Ma i risultati dello studio non lasciano dubbi: nei non vaccinati la capacità neutralizzante cala di 36 volte contro Omicron 4 e 37 volte contro Omicron 5.

Minore il calo di protezione nei vaccinati: 3,2 volte contro BA. 4 e 2,6 volte contro BA.5. In termini assoluti, tra immunizzati e non immunizzati, si è osservata una differenza protettiva di circa 5 volte. Per questa capacità di bucare l’immunità, i ricercatori ritengono che «BA. 4 e BA.5 abbiano il potenziale per provocare una nuova ondata di infezione». Al momento non è ancora chiaro se la stessa riduzione di protezione si verifichi anche nei pazienti che sono stati infettati dalla sotto-variante BA.2.

I sintomi di Omicron 4

In un’intervista al Messaggero, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, parlando dei sintomi di BA.4 ha spiegato: «Omicron 4 è una sottovariante e dobbiamo sempre preoccuparci quando ne emerge qualcuna. Hanno qualche mutazione di differenza rispetto alla principale e quindi potrebbero farci degli scherzi. In generale però, la sintomatologia dovrebbe essere quella della variante principale che non è particolarmente pesante. Ovviamente dobbiamo avere molta attenzione, studiarla e aspettare per capire che tipo di evoluzione avrà».

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