L’Ecdc ha incrementato la sorveglianza delle sottovarianti Omicron 4 e 5. In particolare BA.5 colpirebbe anche i guariti da poco tempo. «Rischio sesta ondata». Entriamo nel dettaglio.
Allerta Omicron 4 e 5, rischio sesta ondata? Dal 12 maggio, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha incrementato la sorveglianza delle nuove sottovarianti Omicron. L’agenzia dell’Unione europea ha invitato gli stati membri a rimanere vigili di fronte a possibili campanelli d’allarme.
«BA.4 e BA.5 - fanno sapere dall’Ecdc - sono varianti che incutono preoccupazione e saranno presto dominanti». Nonostante non sia stata rilevata ancora una maggiore gravità delle nuove versioni del Covid-19, gli esperti dell’agenzia temono che i nuovi ceppi possano essere causa di un «aumento significativo di casi nell’Unione europea». Potrebbero perfino causare una sesta ondata nel vecchio continente. Entriamo nel dettaglio.
Omicron 5, rischio sesta ondata in Europa
«Le nuove varianti incutono timore e saranno presto dominanti. Nelle settimane e nei mesi a venire potrebbero delinearsi i contorni di una sesta ondata pandemica». È l’allarme lanciato dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che dal 12 maggio ha messo «sotto sorveglianza» le varianti BA.4 e BA.5.
Al momento, gli occhi sono puntati sul Portogallo, stato in cui Omicron 5 sta guadagnando velocemente terreno. L’8 maggio scorso, questa versione del virus rappresentava il 37% dei casi positivi. Ma in brevissimo tempo, è diventata la variante dominante nel paese: il 15 maggio, i contagi da BA.5 rappresentavano già il 63,5% del totale.
Gli analisti pensavano che il ceppo non sarebbe diventato dominante prima del 22 maggio. La previsione però si è rivelata errata. Omicron 5 ha dimostrato di possedere un grado di contagiosità e propagazione ancora superiore.
BA.4 e BA.5, allarme immunoevasione
Le sottovarianti BA.4 e BA.5 sono state isolate per la prima volta in Sudafrica rispettivamente a gennaio e febbraio. Entrambe hanno un alto tasso di immunoevasione, ovvero la capacità di eludere la protezione immunitaria indotta da una precedente infezione o da un ciclo vaccinale completo. Non solo. BA.5 avrebbe un’elevata capacità di reinfettare le persone contagiate nei mesi precedenti. A rischio contagio dunque anche i guariti da poco tempo.
Al momento, ad eccezione del Portogallo, la presenza delle nuove sottovarianti rimane bassa. Ma le autorità sanitarie si stanno già preparando a un eventuale rimbalzo dell’epidemia, in particolare in Francia. Oltralpe, BA.4 e BA.5 vengono rilevati nell’1.8% dei campioni, ma secondo gli esperti del Public Health France «la frequenza di rilevamento delle mutazioni BA.4 e BA.5 è in aumento da metà- aprile».
Massima allerta dunque. Dal momento che la copertura vaccinale in Francia non è la stessa del Portogallo ed è difficile capire se gli effetti saranno contenuti come a Lisbona. Il 19 maggio, in Francia il 78,3% delle persone aveva completato il ciclo vaccinale, rispetto all’85,9% portoghese.
Sintomi BA.4 e BA.5
In un’intervista a Money.it, parlando delle nuove sottovarianti, il primario di Infettivologia di Tor Vergata Massimo Andreoni ha spiegato: «Omicron è stata caratterizzata da numerose mutazioni e questo ci fa capire che avremo ulteriori subvarianti. Si è cercato di definire i sintomi di ognuna, ma non c’è una differenziazione così netta. Sicuramente ci sono stati sintomi più presenti e meno presenti. All’inizio della pandemia prevaleva la perdita di gusto e olfatto, mentre Omicron interessa soprattutto le altissime vie respiratorie. Dunque i sintomi più frequenti sono mal di gola e raffreddore. C’è un minor interessamento delle basse vie respiratorie».
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