Omicron 5, il nuovo sintomo che spaventa: «Doloroso, se non curato può essere letale»

Emiliana Costa

10/06/2022

In Italia, torna a crescere la curva dei contagi trainata da Omicron 5. Intanto, è stato scoperto un nuovo sintomo post infezione che se sottovalutato «può causare danni permanenti». Ecco quale.

Omicron 5, il nuovo sintomo che spaventa: «Doloroso, se non curato può essere letale»

Allarme Omicron 5, un nuovo sintomo preoccupa gli esperti. In Italia, la curva dei contagi torna a crescere trainata dalla nuova sottovariante BA.5 (già al 13% nel nostro paese). Nel bollettino di ieri, giovedì 9 giugno, i nuovi positivi nelle 24 ore sono stati 23.042 su 179.127 tamponi eseguiti e un tasso di positività che sale al 12,9%. Le vittime sono 84, 4 in più del giorno precedente.

Intanto, prosegue la ricerca sugli effetti collaterali post infezione, i segnali del cosiddetto Long Covid. E ci sarebbe un sintomo particolarmente preoccupante: «Se sottovalutato può creare danni permanenti». Entriamo nel dettaglio.

Allarme Omicron 5, il nuovo sintomo post infezione

Cuore e cervello sono le «vittime» preferite del Long Covid, quell’insieme di sintomi che possono manifestarsi anche a distanza di settimane. E che nei casi più gravi possono causare danni permanenti.

In un’intervista al Messaggero, Giuseppe Rebuzzi, professore di cardiologia all’Università Cattolica di Roma, ha spiegato in quale organo si concentrano i maggiori danni del Long Covid e quali sono i sintomi da non sottovalutare. «Certamente il cuore - dice Rebuzzi - è uno degli organi che possono essere bersaglio del Covid e del Long Covid, in maniera sia diretta che indiretta. Direttamente perché il virus può provocare infiammazione del muscolo e del pericardio provocando miocardite o pericardite. Indirettamente perché i cardiopatici, essendo fragili, più facilmente hanno complicanze».

Ma qual è il sintomo da non sottovalutare? «Il dolore in regione retrosternale che simula una crisi anginosa, ma più persistente, è sicuramente un segnale importante perché spia d’infiammazione». E continua: «Se si aggiungono altri sintomi quali l’affanno e le palpitazioni che possono essere dovuti ad aritmie cardiache importanti o essere segno di scompenso. Una condizione, in cui il cuore non riesce a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell’organismo».

L’esperto spiega l’importanza di una diagnosi precoce: «In gran parte dei casi sia la miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) che la pericardite (infiammazione del pericardio, una struttura a forma di sacco che contiene e protegge il cuore), specie se diagnosticati nelle fasi iniziali della patologia, possono essere curati e guariscono senza lasciare danni importanti. Purtroppo, se si sottovalutano i segnali e si lascia progredire la malattia senza fare la giusta terapia, è possibile che si sviluppino nell’organo dei danni molto gravi e anche permanenti».

Il Long Covid può presentarsi anche tra i pazienti più giovani e tra i bambini che hanno superato la malattia. «Ovviamente - continua Rebuzzi - i giovani rispondono meglio degli anziani ai danni dell’infezione da Covid. Anche loro possono però andare soggetti al Long Covid, sia pure con danni di minore gravità. Anche nei bambini e negli adolescenti il Long Covid può determinare la comparsa di una sintomatologia tardiva e persistente per diversi mesi».

Omicron, quali esami fare dopo l’infezione

Rebuzzi consiglia una visita cardiologica per controllare lo stato del cuore dopo un’infezione da Covid. «Chiunque venga infettato dal Covid deve sottoporsi a una visita cardiologica per accertare se il virus ha compromesso la funzionalità del cuore. Oltre alla visita e all’elettrocardiogramma ritengo importante fare un ecocardiogramma che valuta meglio la contrattilità cardiaca e la situazione del pericardio».

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