Il 30 ottobre dovrebbe scattare l’ora solare, ma c’è chi chiede di rinviare (o cancellare) il passaggio a causa della crisi energetica: vediamo perché si vorrebbe lasciare l’ora legale per il 2023.
L’ora legale lascia il posto all’ora solare. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre le lancette dovranno essere spostate indietro di un’ora. Il passaggio avverrà portando gli orologi dalle 3 alle 2, come avviene tutti gli anni. Ma siamo sicuri che la crisi energetica non cambi nulla?
L’aumento dei prezzi di gas e luce e la carenza di gas hanno portato diversi esperti a formulare una proposta, per chiedere di abolire il passaggio al nuovo orario per l’anno 2022/2023. In realtà, secondo quanto viene chiesto, potrebbe essere sufficiente decidere di rinviare questo termine di almeno un mese. Ipotesi al momento complicata visto che mancano pochi giorni alla transizione.
In particolare la richiesta di portare in avanti questo termine arriva dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima) e da Consumerismo no profit attraverso un appello al governo pubblicato sulla rivista Lancet regional heatlh Europe: gli esperti vorrebbero che si spostasse il passaggio all’ora solare rinviandolo al 30 novembre, ovvero un mese più avanti.
L’idea alla base di questa proposta è che con l’ora legale tutto l’anno si potrebbe consumare meno gas ed elettricità, con un conseguente guadagno anche per i conti delle famiglie e dello Stato. Proprio per questo motivo, con la crisi energetica in atto, il passaggio dall’ora legale a quella solare potrebbe anche essere rinviato o cancellato per quest’anno. Anche se, in realtà, sembra molto difficile che questo avvenga quando siamo ormai a ridosso della scadenza.
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Ora legale, l’appello al governo
L’appello al governo, pubblicato sulla rivista Lancet, nasce da una petizione su change.org che ha raccolto quasi 60mila firme, chiedendo di prorogare l’ora legale di un mese in Italia. Si ricorda come un caso del genere si sia già registrato negli Stati Uniti nel 2007, con una proroga di quattro settimane e un conseguente risparmio energetico.
Secondo i calcoli fatti dai proponenti, l’abolizione dell’ora solare potrebbe portare a un risparmio da 500 milioni di euro l’anno per il minor utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’appello è stato firmato anche da esponenti istituzionali come il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Quanto si risparmierebbe senza ora solare
Secondo un’analisi del Centro studi di Conflavoro Pmi, se si mantenesse l’ora legale tutto l’anno si avrebbe un risparmio da 2,7 miliardi di euro per il 2023 sui consumi elettrici. Un diverso calcolo è stato effettuato da Terna, secondo cui nei primi sette mesi del 2022 con l’ora legale in vigore sono stati risparmiati 420 milioni di kilowattora e sono state più di 200mila le tonnellate di Co2 non immesse.
Come cambiano gli orari tra ora legale e solare
Per capire cosa cambierebbe con la conferma dell’ora legale Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro Pmi, fa un esempio pratico prendendo come riferimento la città di Roma e il 21 dicembre, il giorno più corto dell’anno: il sole normalmente tramonta alle 16:42, con l’abolizione dell’ora solare tramonterebbe alle 17:42.
Il problema opposto si presenterebbe all’alba, che non sarebbe più alle 7:34 ma alle 8:34. Il risparmio sarebbe comunque maggiore considerando che la maggior parte delle attività lavorative viene condotta nel pomeriggio e l’ora di luce in più porterebbe quindi vantaggi per il consumo di luce e gas.
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