Dal prossimo sabato diremo addio all’ora legale per passare a quella solare che significa un’ora di luce in meno. Questo inciderà anche sul costo della bolletta. Vediamo di quanto.
Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, alle 3 di notte, le lancette dovranno essere messe indietro di un’ora per accogliere l’ora solare. In questo modo dormiremo sabato un’ora in più è vero, ma al tempo stesso diremo addio per i prossimi 5 mesi ad un’ora di luce. E questo, guardando soprattutto il periodo che stiamo vivendo con rincari record delle bollette energetiche, non è visto di buon gusto.
Il dibattito sulla convenienza o meno dell’alternanza tra ora solare e legale va avanti da mesi, ancor prima che il problema energetico diventasse così di primaria importanza. Lo stesso Parlamento europeo tempo fa ha deciso di rimuovere l’obbligatorietà per gli Stati dell’alternanza richiamando ogni singolo paese a decidere autonomamente.
Lo ha fatto dopo una consultazione pubblica avvenuta tra luglio e agosto 2018 dove l’84% dei votanti espresse voto favorevole approvando l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno. Entro la fine del 2021 ogni Stato avrebbe dovuto decidere se passare per sempre all’ora solare o legale. Ma al momento nessuno dei paesi dell’unione ha legiferato in merito e in pochi hanno dichiarato le loro intenzioni.
L’Italia ha chiesto all’Europa di fatto di non decidere lasciando le cose come stanno, esattamente come da 56 anni, ovvero da quando fu introdotta l’ora legale per avere maggiori benefici nei mesi estivi. Così tutto confermato e sabato prossimo avverrà il passaggio. E questo finirà per incidere anche sui consumi costringendosi a pagare di più in bolletta. Vediamo le stime.
Con l’ora solare si risparmia: lo dicono i numeri
Se l’ora solare venisse confermata tutto l’anno come chiedono a gran voce diverse associazioni dei consumatori, il risparmio in termini di consumi energetici e, di conseguenza, anche in bolletta, sarebbe sostanziale. A dirlo sono i numeri. Prendendo in esame quelli di Terna che lo scorso anno ha analizzato i consumi nei 7 mesi in cui è stata in vigore l’ora legale, ovvero dal 27 marzo al 30 ottobre, il nostro paese ha risparmiato circa 190 milioni di euro. Questo soprattutto grazie ad un minor consumo dell’energia elettrica stimata in 420 milioni di chilowattora in meno.
Numeri importanti che rappresentano il fabbisogno energetico di 150mila famiglie. Quindi confermare l’ora legale tutto l’anno conviene? Bisognerebbe calcolare quanto si risparmierebbe in elettricità nel periodo in cui le giornate sono più corte.
Secondo un’indagine del Centro Studi di Conflavoro Pmi, mantenere l’ora legale farebbe risparmiare fino a 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell’elettricità. La stima è stata fatta basandosi sul fabbisogno energetico calcolato da Terna nel 2021.
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L’esempio fatto dal Centro Studi è molto semplice: prendiamo ad esempio una città come Roma dove nel giorno più corto dell’anno il sole tramonta alle 16.42. Con l’ora legale tramonterebbe alle 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma il risparmio con un’ora di luce in più il pomeriggio sarebbe notevole, considerato che di mattina i consumi non sono molto elevati.
«È facile intuire come si ritarderebbe l’uso della luce artificiale in un momento in cui la gran parte delle attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento, generando così un risparmio in termini di consumi e, conseguentemente economici» - si legge nella nota di Conflavoro.
Insomma alla luce anche di rincari in bolletta, la soluzione ora legale tutto l’anno poteva presentarsi come utile a far abbassare i costi. Se poi consideriamo anche l’aspetto positivo sull’impatto ambientale, ancora meglio. Meno consumi infatti equivalgono a meno produzione di CO2 stimata in circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera in meno. Insomma anche l’ambiente avrebbe ringraziato.
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